19 aprile 2024
Aggiornato 15:30
Formula 1 | Gran Premio della Cina

Minardi: Cari giudici, Verstappen andava punito severamente

L'ex team principal sull'episodio più controverso della gara di Shanghai, l'incidente del baby olandese con Vettel: «Dieci secondi di penalità sono troppo pochi»

FAENZA – Non sono mancati i colpi di scena nemmeno nel Gran Premio della Cina, terza tappa del Mondiale 2018 di Formula 1: «Vittoria a sorpresa della Red Bull, che pure ieri aveva dimostrato una grande competitività nelle simulazioni di gara – analizza il nostro Gian Carlo Minardi – È stato un weekend a due facce: sabato fantastico per la Ferrari, con la doppietta di Sebastian Vettel e Kimi Raikkonen che ha messo in difficoltà la Mercedes; domenica in cui le strategie l'hanno fatta da padrone. L'errore di Pierre Gasly, con la conseguente uscita della safety car, ha condizionato le tattiche che stavolta, al contrario dell'Australia, è andata a favore della Red Bull. Daniel Ricciardo è apparso in grande spolvero, con due sorpassi fantastici sia ai danni di Vettel che di Bottas, e probabilmente è già in viaggio verso l'Italia: questo farà riflettere enormemente la Red Bull, che ha scelto di favorire sfacciatamente Verstappen».

Tolleranza zero
Già, perché proprio il baby olandese è stato protagonista dell'episodio più controverso della corsa, l'incidente con Vettel. «Max, nelle ultime due gare, ha commesso degli errori: per quello di oggi andava punito più severamente rispetto a Gasly, invece ha preso anche lui solo dieci secondi – prosegue l'ex team principal faentino – Pochi, di fronte ad una gara che ha penalizzato chi è in testa alla classifica e si sta giocando il Mondiale. Devono riflettere non solo la Red Bull, ma anche i commissari sportivi». E ora si guarda già al prossimo appuntamento in Azerbaigian: «Quanto accaduto oggi lascia aperto un campionato che, dopo tre gare, ha cinque piloti che si giocano il primo posto assoluto. Vettel guida ancora la graduatoria ma dovrà difendersi non solo da Hamilton, ma anche da un Ricciardo rinato».