Mihajlovic, quante sorprese nel Milan anti-Toro
Confermato il passaggio al 4-3-3 sabato sera all’Olimpico di Torino, anche se in conferenza stampa il tecnico serbo ha insistito su un concetto fondamentale: «Non c'è un modulo che ti fa vincere o perdere". Per quanto riguarda le scelte di formazione, i colombiano Zapata e Bacca sembrano destinati alla panchina, con Alex e Luiz Adriano titolari.
MILANO - Saranno state le indiscrezioni apparse questa mattina sui giornali riguardo le accuse di Berlusconi, sarà stato il momento decisamente nero vissuto dal suo Milan, saranno state anche le due settimane senza calcio con un 4-0 sul groppone da metabolizzare, fatto sta che il Mihajlovic visto oggi in conferenza stampa, alla vigilia della trasferta di Torino contro i granata è sembrato un uomo particolarmente teso e turbato.
Ha reagito in maniera brusca alle domande - più che legittime - sul cambio di modulo senza peraltro dare risposte esaurienti: «Chi ha detto che cambiamo modulo? Vediamo domani, non so se è il caso di cambiare. Abbiamo 9 giocatori, come faccio a cambiare modulo? Poi vediamo se domani lo cambio, ma faccio di testa mia e mi prendo tutte le responsabilità».
MIhajlovic: «Conta la testa non il modulo»
Con riferimento diretto a tutti coloro in questi giorni hanno insinuato che la decisione di cambiare schema tattico è arrivata dall’alto.
La spiegazione arriva dallo stesso Mihajlovic: «Se non si va in campo con l'atteggiamento giusto non c'è modulo che tenga». Ed è questo l’aspetto su cui il tecnico serbo dovrà lavorare principalmente nelle prossima settimane, per ridare alla sua squadra la carica, la grinta e la forza mentale per poter tornare a vincere in campionato.
Oltre al fatto, e questo l’ex allenatore della Sampdoria lo sa bene, che se il
presunto cambio di modulo si traduce in un solo uomo nuovo in squadra, ecco che tutto questo sentore novità svanisce come una bolla di sapone.
Tutto ruota attorno a Cerci
Tutto ruota infatti attorno ad Alessio Cerci, unica vera e autentica faccia nuova di questa rivoluzione tattica. Accanto a lui Bonaventura a giocare da esterno sinistro d’attacco e un centravanti da scegliere tra Bacca e Luiz Adriano. E quando Mihajlovic sostiene di non aver preso una decisione definitiva non ha tutti i torti, perché infatti gli basterà schierare l’ex Atletico Madrid da seconda punta e rimettere Jack sulla trequarti, per tornare immediatamente al 4-3-1-2 di inizio stagione. Come dire, tanto rumore per nulla.
Bacca e Zapata destinati alla panchina
Le uniche vere novità previste nella formazione che affronterà i granata sabato sera sono legate alle condizioni fisiche dei vari reduci dalle trasferte con le nazionali. In discussione soprattutto lo stato di salute dei colombiani Bacca e Zapata, arrivati solo giovedì a Milanello dopo un viaggio lunghissimo. Al loro posto Mihajlovic sembra intenzionato a schierare Alex - e non Mexes - sulla linea dei difensori e Luiz Adriano al centro dell’attacco.
Anche se poi basterebbe raccontatr a lor signori la favola di Sebastian Giovinco, uno non proprio con il fisico da Superman ed infatti è stato ribattezzato la «formica atomica». L’ex juventino ha lasciato l’Italia dopo la sofferta vittoria di martedì sera contro la Norvegia, è atterrato al Toronto Pearson International Airport, di corsa al BMO Field, dove era in programma il match tra Toronto e New York Red-Bulls, ha indossato la maglia numero 10, è sceso in campo al minuto 71, giusto in tempo per segnare un gol fantastico che ha consegnato alla sua squadra la vittoria e il primo posto in classifica. Ma evidentemente certe cose dalle nostre parti non sono ammesse.
A centrocampo non cambia nulla
Tornando alla rifinitura del Milan, per quanto riguarda il resto degli undici che scenderanno in campo sabato sera contro il Torino, turno di riposo per Mattia De Sciglio, anche lui stanco (?) dopo le fatiche con la Nazionale (al suo posto Ignazio Abate), mentre Romagnoli tornerà al centro della difesa rossonera dopo aver scontato il turno di squalifica contro il Napoli. Centrocampo invariato con Kucka, Montolivo e Bertolacci e una sola domanda: basterà tutto questo per rivedere in campo un Milan quanto meno dignitoso contro il Torino? Lo scopriremo solo vivendo.
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