28 agosto 2025
Aggiornato 07:00
È secondo nella classifica della MotoGP

Dovizioso: «Ducati da titolo? Ci manca poco, poco, poco»

Il pilota di Forlì pronto a cominciare il suo vero Mondiale al rientro in Europa, questo fine settimana in Spagna. Molto sicuro di sè: «Prima avevamo sensazioni. Ora lavoriamo sui dettagli, piccoli, che mancano per vincere. Non siamo lontani»

ROMA – Tutti i riflettori sono concentrati su Marc Marquez. Ma il primo avversario di Valentino Rossi in questo inizio di Mondiale MotoGP 2015, in realtà, è Andrea Dovizioso. Che, senza aver ancora vinto, ma dall'alto dei suoi tre secondi posti in altrettanti Gran Premi, si trova ora a soli sei punti dal Dottore. Questo weekend si torna in Europa, nella fase più familiare del campionato. E proprio qui, forse, potrà cominciare la vera stagione del pilota di Forlì. «Non è proprio così, però arriviamo su piste normali – spiega ai microfoni della Gazzetta dello Sport – La partenza è stata favolosa con tre gare particolari ma non meno importanti. Dopo tre corse sempre vicino al primo, è aumentata la consapevolezza di aver fatto bene. Della bontà della moto nuova. Prima avevamo sensazioni. Ora lavoriamo sui dettagli, piccoli, che mancano per vincere. Non siamo lontani. Dopo tre gare siamo secondi a sei punti da Valentino. In nessuna delle tre gare si poteva far di più».

Pregi e difetti della Desmosedici
Oltre alle sue doti di guida messe in luce nei primi GP, l'arma segreta di Desmodovi è stata la sua moto, una GP15 rivoluzionata e molto più competitiva della versione precedente: «Va talmente bene che è dura parlare di difetti – la descrive – Per giocarci la vittoria, dobbiamo aumentare un po’ il grip: ci farebbe fare un bel salto. La frenata aiuta il mio stile, non ci fa andare più forte. Abbiamo un po’ più di potenza sul dritto, buona in Qatar e a Austin. Nei curvoni lunghi in Argentina, mentre ero con Valentino, la moto girava come la Yamaha, quindi a un ottimo livello. Poter fare le linee che voglio mi mancava da 3 anni. Ti permette di andare veloce senza usare troppa forza. Fondamentale per fare risultati importanti. In tutte le gare sono stato veloce senza forzare al 100%. Chi lotta per la gara lo ha sempre fatto, io ho la possibilità solo ora. Per questo il distacco dal primo è stato sempre minimo».

Uno sguardo agli altri
E gli avversari? Il primo è il suo compagno di squadra, Andrea Iannone, veloce ma più inesperto. Che voci di paddock danno già in partenza per far posto ad un Jorge Lorenzo sempre più a disagio in Yamaha. «Non mi cambia niente – risponde – Iannone non ha vinto come Lorenzo, ma è uno ingombrante. Quando mi trovo bene con le persone con cui ho relazioni non m’interessa. L’esperienza mi permette di capire che cosa voglio e mi serve. Un nuovo compagno non mi condizionerebbe». Valentino Rossi resta l'uomo da battere: «Molto forte, più del 2014. È veloce in tutte le condizioni e ciò la dice lunga sul livello del campionato. È veloce dall’inizio alla fine, con l’esperienza gestisce la situazione perfettamente». E Marquez? «Bisognerà vedere come sta il dito. Il mignolo è importantissimo, in curva tieni la moto, soprattutto alla massima angolazione, con mignolo e anulare. Le altre dita quasi non stringono il manubrio. Brutta rottura di scatole. Non lo vedo bene». Ma questa Ducati può davvero puntare al titolo? «È molto vicina a giocarsi il Mondiale. Vedremo se saremo bravi a lavorare. Per il titolo ci manca poco, poco, poco, ma ci manca».