20 aprile 2024
Aggiornato 01:30
Governo

Draghi in Algeria, intesa da 4 miliardi di dollari per gas all'Italia

Ma dalle vicende che si svolgono nel frattempo in Italia non sembrano ancora emergere eventuali sbocchi che possano far cambiare la decisione del Presidente del Consiglio di dimettersi

Draghi in Algeria, intesa da 4 miliardi di dollari per gas all'Italia
Draghi in Algeria, intesa da 4 miliardi di dollari per gas all'Italia Foto: Palazzo Chigi

ALGERI - Il premier Mario Draghi è arrivato ieri mattina al palazzo 'El Mourada' di Algeri in occasione del IV vertice intergovernativo italo-algerino. Entrato nel cortile del palazzo, serio in volto, ha passato in rassegna la guardia presidenziale in picchetto d'onore. Ad accoglierlo il presidente della Repubblica algerino Abdelmadjid Tebboune. Un sorriso tra i due e una stretta di mano prima di immergersi nei numerosi dossier che hanno portato alla firma di due accordi, dieci memorandum di intese, un protocollo di cooperazione e due dichiarazioni di intese. Tra questi, il memorandum sulla cooperazione energetica e le energie rinnovabili, la cooperazione in diversi ambiti, dalla giustizia alla promozione degli investimenti.

L'azione dell'Italia per affrancarsi dalle forniture russe dopo lo scoppio della guerra in Ucraina e per diversificare le fonti di approvvigionamento è sempre più essenziale secondo il premier. E' di ieri la notizia che Gazprom ha dichiarato cause di forza maggiore per lo stop delle forniture di gas all'Europa. E Draghi si sta spendendo da tempo su questo fronte.

«In questi mesi - ha detto Draghi nelle dichiarazioni rilasciate alla stampa al termine del suo incontro con il presidente Tebboune - l'Algeria è diventato il primo fornitore di gas del nostro Paese. Nei giorni scorsi la società algerina Sonatrach ha comunicato il prossimo rilascio di 4 miliardi di metri cubi di gas verso l'Italia, nell'ambito dell'accordo firmato con Eni ad aprile». Si tratta, ha sottolineato, di «un'accelerazione rispetto a quanto previsto», che «anticipa forniture ancora più cospicue nei prossimi anni».

Il presidente della Repubblica algerino ha annunciato la firma domani di un altro accordo «molto importante tra ENI, Total e Occidental da 4 miliardi di dollari che mira a rifornire l'Italia con quantità molto importanti di gas naturale».

L'Algeria «è da tempo un Paese chiave per le nostre forniture energetiche e oggi rafforziamo un percorso portato avanti negli ultimi mesi», ha ribadito il presidente del consiglio italiano intervenendo nel pomeriggio al Business forum Italia-Algeria, che ha visto la partecipazione di circa 300 aziende e associazioni di categoria algerine e italiane.

Rientrato in serata a Roma con un giorno di anticipo rispetto al programma originario, Draghi si prepara ad affrontare le ore delicate che lo aspettano mercoledì in vista delle comunicazioni alle Camere dopo che le sue dimissioni sono state respinte dal Capo dello Stato, Sergio Mattarella. Nella capitale, le forze politiche, tra veti incrociati e distinguo, non fanno intravedere quelle condizioni politiche necessarie, secondo il premier, per poter proseguire.

Dai partecipanti all'incontro il premier è stato descritto come «concentrato» sulle cose da fare e sui dossier del vertice italo-algerino. Con lui nella delegazione sei ministri (degli Esteri Di Maio, dell'Interno Lamorgese, della Giustizia Cartabia, della Transizione ecologica Cingolani, delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili Giovannini, per le Pari opportunità e la Famiglia Bonetti). Il ministro Di Maio alla cronista che pensando alla crisi politica in corso gli fa notare che è dimagrito, si limita a rispondere: «vi assicuro che si continua a pranzare e cenare in grande serenità».

Ma dalle vicende che si svolgono nel frattempo in Italia non sembrano ancora emergere eventuali sbocchi che possano far cambiare la decisione di Draghi di dimettersi. La Lega e Forza Italia parlano di voto, ma la sensazione è che la decisione definitiva dipenderà dall'esito dello scontro interno al M5s e dalla volontà di Mario Draghi di proseguire anche solo con gli eventuali 'scissionisti' a Cinque Stelle. E in casa M5S, dopo l'ennesima assemblea-fiume, sembra farsi sempre più concreta una spaccatura, mentre il presidente Giuseppe Conte rilancia la palla nel campo del premier: «adesso la decisione non spetta a noi» e «l'atteggiamento di responsabilità ci impone di chiedere al Presidente Draghi che le priorità da noi indicate vengano poste nell'agenda di governo».

(con fonte Askanews)