19 marzo 2024
Aggiornato 05:00
Maggioranza

Pronto il piano per il MES, Boccia: «Conte resti il leader dell'alleanza Pd-M5S anche in futuro»

Francesco Boccia lancia la premiership di Giuseppe Conte per le prossime stagioni elettorali e guarda avanti, togliendosi qualche sassolino dalle scarpe: «A questo punto o si sta di qua o di là»

Il Ministro per gli Affari Regionali, Francesco Boccia
Il Ministro per gli Affari Regionali, Francesco Boccia Foto: Fabio Frustaci ANSA

«Conte resti il leader dell'alleanza Pd-M5S anche in futuro». Così il ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia, in un'intervista a La Stampa. «Penso che Conte te abbia fatto un grande lavoro e che possa guidare questa alleanza anche in futuro. E se Zingaretti lo incalza sui temi cari al Pd come il MES lo fa per il bene del Governo».

Francesco Boccia lancia la premiership di Giuseppe Conte per le prossime stagioni elettorali e guarda avanti, togliendosi qualche sassolino dalle scarpe. Quale è il messaggio per gli alleati? «Semplice, che a questo punto o si sta di qua o di là. Di là, il film è «piccoli Bolsonaro crescono». Quindi, bisogna stare o di qua o di là e vale per i 5 Stelle, per Renzi e anche per i liberali vaganti nei nostri emicicli».

«Conte - ribadisce - ha il merito di aver tenuto insieme queste forze politiche, nessun altro ci sarebbe riuscito. Il Pd da solo ha lottato alle ultime regionali e ciò deve far riflettere tutti: il primo a riconoscere la necessità di rafforzare le ragioni dello stare insieme è proprio il premier. I temi che pone il Pd devono essere messi in primo piano: la sanità pubblica che si rafforza col Mes, la scuola, l'ambiente, i decreti Salvini da cambiare, l'autonomia regionale, la riduzione delle tasse sul lavoro, la digitalizzazione. Affrontare questi nodi, cementa l'alleanza. E siccome vorremmo che questa maggioranza con Conte vincessero le prossime elezioni, per rafforzare questo progetto bisogna essere più coesi».

«La vittoria - chiarisce Boccia - viene dalla battaglia a mani nude del Pd, sarebbe il caso che altri, invece di fare tattica, lo capissero. Il governo è credibile perché ha gestito bene l'emergenza, è tornato centrale in Europa, ha messo il paese in sicurezza sul piano sociale ed economico. E' fallita la scommessa di Salvini del 7 a zero, grazie al Pd. Ora vanno prese alcune decisioni e il Mes andrebbe richiesto entro fine anno. Gli alleati mettano da parte le ideologie».

Quanto a quota 100, «La fine era già prevista dalla norma del governo gialloverde. Ci confronteremo con le parti sociali e sicuramente ci saranno distinzioni tra lavori usuranti e non, come già accaduto in passato».

«Lockdown generale è da escludere»

Il lockdown generale come quello fatto in primavera «è da escludere. Intanto non siamo messi come il resto dei paesi che ci circondano, infiammati dai contagi. Il lockdown generale fatto dall'Italia in primavera, è da escludere, ma nessuno ha la sfera di cristallo. Zingaretti fa bene a ribadire che se non si rispettano le regole il rischio è quello. Va ricordato a tutti che grazie al lungo lockdown, oggi siamo considerati uno dei paesi più sicuri al mondo. Quel rigoroso percorso ci consentì di rafforzare le reti sanitarie e diventare autonomi anche sulle mascherine e sui ventilatori».

«Stiamo rafforzando» le reti di assistenza domiciliare, spiega, «ma sui centri Covid, sulle terapie intensive, sui protocolli e sulle organizzazioni territoriali siamo più forti che in febbraio».

«Ora ipotizzare chiusure è sbagliato, certo dobbiamo lavorare sul rispetto rigoroso delle regole». Sulla possibile proroga dello stato di emergenza a fine anno, «non dovrebbe esserci il dibattito - osserva il ministro -. In una pandemia ci sono più fasi: la prima di pronto intervento e la seconda di gestione dell'emergenza e ora siamo in questa fase. Che prevede procedure accelerate pervarie necessità. C'è un solo presidente di regione che vorrebbe l'interruzione della proroga dello stato di emergenza? Non c'è. Faremo una discussione in parlamento, ma mi pare inevitabile la proroga. Altrimenti ci sarebbe un problema delle procedure per potenziare le reti sanitarie, con il commissario che sta dando le deleghe ai governatori. Se interrompi lo stato di emergenza, blocchi i poteri straordinari che hanno i presidenti di regione. Non è difficile da capire. E lancio un appello: su questo, time out dalla propaganda, lo stato di emergenza non è la restrizione delle libertà individuali».