ROMA - «La situazione è molto chiara: non c'è un indicatore che stia andando bene, compresi gli investimenti che decrescono dello 0,3 %. La domanda estera è l'unico contributo positivo all'andamento del Pil che però resta vicino allo zero. Ora, tutto questo si è fermato, non tanto per i provvedimenti del Governo. Si è fermato per il modo di parlare del governo: questa specie di 'cagnara' continua che si fa ha spaventato gli investitori. E senza investimenti non c'è espansione. La realtà è che bisogna trovare 25 miliardi di euro, considerata la mancata crescita e il resto». Così Carlo Calenda, ex ministro dello Sviluppo Economico e promotore del movimento 'Siamo europei' alleato col Partito Democratico a Radio anch'io su Rai Radio1.
L'Italia al fianco di Polonia e Ungheria
«Quota 100 è un provvedimento molto costoso che aumenta in proporzione il debito pensionistico e quindi il rischio c'è. Il rischio di Italexit? Sì, penso sia molto concreto. Per una ragione di cui non si parla molto. I sovranisti non avranno più del 10,15% del Parlamento ma ci sarà una spaccatura tra paesi a guida sovranista e paesi a guida diciamo democratica e liberale. E noi entreremo con i paesi a guida sovranista come Polonia e Ungheria. L'Italia non è più con i grandi paesi europei ma con Polonia e Ungheria».
Fratoianni: Lista «La Sinistra» supererà il 4%
«La lista 'La Sinistra' è l'unica lista di sinistra che si presenta alle elezioni e non disperderà nessun voto perché supereremo, anche in modo significativo, il 4% e andremo a rafforzare il quarto gruppo al Parlamento Europeo». Lo ha detto a «Tribù - Europa 19», su Sky TG24 il segretario di Sinistra italiana, Nicola Fratoianni, intervistato da Fabio Vitale.
Il tema delle alleanze
«Ho sempre considerato - ha continuato - la questione delle alleanze come un tema di cui discutere laicamente. Vorrei che di questo tema si discutesse a partire dai contenuti. Ho sentito Zingaretti dire che è contro l'introduzione di una tassa sulle grandissime ricchezze, contro la riduzione dell'orario di lavoro, contro la reintroduzione dell'articolo 18. L'ho sentito sostenere che il problema del Paese è che non è passato il referendum sulla riforma costituzionale di Renzi. Non sono d'accordo perché penso esattamente il contrario, ma spero che si possa aprire una discussione. Vorrei una situazione simile a quella che si è verificata in Spagna, dove i socialisti avanzano e la sinistra vince perché costruisce un'asse a sinistra e lo fa sui contenuti concreti».
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