Matteo Renzi (forse) d'accordo con Calenda: «Basta litigare»
L'ex premier Matteo Renzi parla del manifesto lanciato dall'ex ministro per le Europee: «Mi sembra un principio saggio». Martina: «Lavoro difficile ma c'è spazio per alternativa». Calenda: «Lista disperati? Travaglio fascistello maleducato»
ROMA - «Smettiamo di litigare, dice Calenda. Mi sembra un principio saggio». Lo ha detto l'ex premier Matteo Renzi a «Stasera Italia», su Rete 4, parlando del manifesto lanciato dall'ex ministro per le Europee. «Io sono totalmente d'accordo - ha aggiunto - ma se mi metto io a parlare del Pd ripartono gli scissionisti». «Non mi candiderò alle elezioni Europee, non farò una mia lista. E' sempre stata una discussione da fantapolitica. C'è tanta gente che vuole fortissimamente raccontare l'Italia in positivo, io voglio dare voce a questa gente».
Martina: Lavoro difficile ma c'è spazio per alternativa
Riuscire a recuperare consensi al Pd «è un lavoro enorme, non ci sono soluzioni facili, ma sento che lo spazio per l'alternativa per noi è più largo di quello che si registra nei sondaggi. Se si va punto a punto, a ragionare con le persone, si apre uno spazio e dobbiamo lavorare per quello». Ne è convinto Maurizio Martina, candidato alla segreteria Dem, intervistato a DiMartedì su La7. Alle Europee dunque il Pd dovrà presentarsi «per me col suo simbolo» ma «l'idea di Calenda è utile: LeU e Forza Italia sono altro da noi, ma ci sono gli italiani da coinvolgere, al di là delle formule politiciste, per lavorare su un'Europa sociale».
Calenda: Lista disperati? Travaglio fascistello maleducato
Il manifesto europeista «Siamo Europei» ha raccolto in 72 ore 100mila adesioni ma anche critiche. Fra queste, quella del Fatto Quotidiano, che l'ha definito «il listone dei disperati»: «Dire che cittadini, medici, operai, imprenditori, sono dei disperati, come fa Travaglio, è una cosa da fascistello maleducato», ha risposto l'ex ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda intervistato a Circo Massimo su Radio Capital.
Calenda lancia quindi una manifestazione «per l'Europa che vogliamo» il 21 marzo e ricorda che «le prossime elezioni europee sono decisive per decidere se rimaniamo tra i grandi paesi fondatori dell'Europa o se diventiamo i lacché di Orban e della Polonia». Calenda si candiderà? «Prima o poi devo misurarmi col consenso, continuare a fare il tecnico che si tira indietro non va bene, ma mi candido solo se facciamo una cosa seria. Altrimenti no».
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