28 marzo 2024
Aggiornato 20:00
Sebastian rischia di dover lasciare Maranello?

Ferrari, Arrivabene bacchetta anche Vettel: «Deve guadagnarsi lo stipendio»

Nessuno può chiamarsi fuori dalle colpe per la crisi del Cavallino rampante. Nemmeno il quattro volte campione del mondo: «Non è la soluzione ai nostri problemi – chiarisce il team principal – Il rinnovo? Prima se lo meriti»

Sebastian Vettel
Sebastian Vettel Foto: Ferrari

SUZUKA – Quando in una squadra le cose vanno male, nessuno può davvero esimersi dalle proprie responsabilità. Proprio nessuno, anche se è il pilota leader, è un quattro volte campione del mondo e si chiama Sebastian Vettel. In questo senso va intesa la bacchettata che gli ha indirizzato ieri, in una conferenza stampa più accesa del solito, il team principal Maurizio Arrivabene: «Seb non è sicuramente uno dei problemi della Ferrari, ma non è nemmeno la soluzione. Semmai è una delle soluzioni per arrivare a raggiungere i nostri obiettivi. Lui fa parte come tutti del team, poi è ovvio che i piloti sono importantissimi, e Sebastian lo è in particolare in questo momento. Loro devono lavorare per la squadra, e Seb lo sta facendo come dovrebbe, anche se alle volte ci sono state delle distrazioni». Parlare di una vera e propria accusa sarebbe eccessivo. Ma una severo richiamo all'ordine che il generale rosso riserva al proprio colonnello, specialmente alla luce della pasticciata partenza della settimana scorsa a Sepang, questo sì: «Sebastian ha solo bisogno di concentrarsi sulla macchina – prosegue Arrivabene – Dà tanto e questo a volte significa interessarsi un po' a tutto. Non lo fa con spirito polemico, ma perché è totalmente immerso in questa che tanti chiamano famiglia ma che io chiamo il team Ferrari. Quindi a volte va ripreso e focalizzato sul suo lavoro principale. Lui ha un contratto anche per il prossimo anno, abbiamo del lavoro da fare sia nel 2016 che nel 2017, poi durante la stagione si vedrà. Ognuno di noi ha degli obiettivi: li ho io, li ha la squadra, li ha Sebastian. Per cui è giusto che chiunque, indipendentemente da chi sia, si guadagni posto e stipendio». Il concetto è chiaro. Prima di pretendere il rinnovo del contratto che lo lega a Maranello fino al 2017, Sebastian dovrà dimostrare con i fatti di meritarselo: «Rinnovare con Vettel per fargli sentire la fiducia del team? Non credo che le persone si conquistino con i rinnovi. Oggi i tempi sono cambiati e quello che in passato ha funzionato con Schumi non per forza funzionerebbe con Seb». Come a dire che, se i risultati non miglioreranno, Vettel rischia addirittura di dover fare i bagagli...

La lezione di umiltà della Red Bull
Ma i piloti non sono gli unici a finire sul banco degli imputati nel corso della lunga e finalmente sincera arringa del numero uno sportivo del Cavallino rampante. Arrivabene recita anche un onesto mea culpa, per aver apertamente sottovalutato fino a metà stagione la concorrenza di quella Red Bull che ora è riuscita a scippare alla Ferrari perfino il posto di vice-Mercedes. «Da loro ci è arrivata una lezione di umiltà – riconosce – Quanto successo ci ha insegnato non solo a guardare avanti ma anche a guardarci le spalle. E la lezione è stata capita da tutti. Ma ci sono stati anche fattori di imprevedibilità che hanno compromesso un po' le cose. Non siamo dove pensavamo di essere a inizio stagione, stiamo pagando in modo duro certe sviste ma non significa che la squadra non sia determinata e che non stiamo guardando a quest'anno e all'anno prossimo, né che a cinque gare dalla fine molliamo». Anzi, dopo una stagione così difficile, la fame di rivincita per il 2017 non può che essere ancora più forte: «Il lavoro è già iniziato e gli obiettivi sono chiari per tutti – conclude il team principal – Non c'è una sensazione di paura, c'è grande determinazione da parte di tutti, siamo un buon team e la Ferrari del 2017 sarà la Ferrari di tutti».