25 aprile 2024
Aggiornato 06:00
Intervista a Aldo Giannuli

Sperimentalismo esasperato a cinque stelle, «il M5s ha la fregola governativa»

Una lunga disamina della fase storica con lo storico Aldo Giannuli. Dal M5s a Trump agli hacker russi, fino a Matteo Renzi e Mps

ROMA - Aldo Giannuli è uno storico e un saggista italiano. Dal 2002 Giannuli è ricercatore universitario presso la facoltà di Scienze politiche dell'Università di Bari, e dal 2008 ricopre lo stesso incarico presso la facoltà di Scienze politiche dell'Università degli studi di Milano. Ha collaborato con vari quotidiani (il Manifesto e Liberazione) e settimanali. Nel 2015, con un post sul suo sito, ha confermato di essere elettore del M5s.

Giannuli, un commento sulle recenti vicende inerenti gli hacker italiani che avrebbero intercettato esponenti delle istituzioni e non solo. Cosa ne pensa?
Mi pare che si stia scoprendo l’acqua calda: una frenetica attività di intercettazione è cosa nota. Gli Stati Uniti, ad esempio, sono stati trovati con le mani nella marmellata al tempo di Angela Merkel. Esiste qualcuno che sta facendo raccolta informativa ad ampio raggio, questo è certo: ho l’impressione che questo sia un episodio gi guerra di intercettazioni. Se una tecnologia è intercettabile sarà fatta non da uno ma da molti.

Come valutare la rottura Usa-Russia?
I russi hanno sicuramente operato in tal senso, ma non si capisce di che cosa siano accusati. Di aver appoggiato Trump? Oppure che hanno interferito con brogli elettorali? In questo caso le elezioni potrebbero essere invalidate: un presidente eletto grazie all’interferenza straniera porterebbe su un viatico molto pericoloso.

Passando alla vincenda M5s-Alde, una mossa ambigua?
Lo sperimentalismo del M5s è esasperato. Fino a quando c’era Roberto Casaleggio il M5s sapeva muoversi con circospezione. Oggi è rimasta solamente la componente sperimentale: non si può passare dal No all’euro all’Alde. Non si può andare avanti alla giornata: il problema è la mancanza di obbiettivi strategici. Se non hai un punto di riferimento preciso, il tuo cammino diventa erratico e non porta da nessuna parte.

La mancanza di obbiettivi strategici è la mancanza di ideologia di fondo?
Non esattamente. Un obbiettivo strategico è influenzato da una visione ideologica: il reddito di cittadinanza ha una forte componente ideologica, anche se i cinque stelle non lo ammettono.

La grande crisi economica a che punto è?
Ci sono segnali di ripresa che vengono meno. Le grandi potenze economiche, in primis Cina e Brasile, sono su un crinale e questo fa si che ci si muova all’interno di un contesto che ormai viene definito «recessione secolare».

Monte Paschi Siena diventerà una banca di stato dopo la nazionalizzazione?
Non è possibile per le normative europee. Può accadere solo come misura di emergenza temporanea. Oppure si può tentare la strada della public company, ma servono almeno cinque miliardi di euro. Credo sia molto difficile.

La parabola di Renzi a che punto è?
L’uomo si sta difendendo fino all’ultimo. Ho letto un'intervista fatta a Giorgio Napolitano che sembra molto una lettera di licenziamento. Matteo Renzi è molto abile ma si sta muovendo in acqua molto pericolose.

Il potere di Napolitano avrà mai fine?
Era il garante, e lo è ancora, presso i poteri forti europei e non solo. Questo compito non si esaurisce al termine del suo mandato presidenziale, dato che in quel mondo continua a essere il punto di riferimento italiano.

Il tentativo del M5s di entrare nell’Alde rappresenta un passo nella direzione di quei poteri?
Sì, voleva essere così. Ma non si sono fidati a casa delle sue oscillazioni: perché nessuno è in grado di prevedere come si comporterà il M5s su molti argomenti dirimenti.

Lei ha parlato di "fregola governativa del M5s": perché questo è il momento sbagliato per governare?
Loro sono convinti che vinceranno: io no. Anche se avessero il 35% dei voti senza un premio di maggioranza non potrebbero governare. Sono necessarie delle alleanze: con chi? Con la Lega? Il M5s è molto più fragile di quanto si creda, si creerebbero delle gravi tensioni interne. Inoltre stiamo andando incontro alla fase acuta della crisi, dove non verremo nemmeno più salvati da "san Mario Draghi".