27 aprile 2024
Aggiornato 02:30
Manovra finanziaria

Il «patto delle tagliatelle» è servito: la cena a tre del governo per prepararsi alla bocciatura Ue

E’ terminata dopo un’ora e un quarto la cena tra Conte, i due vice-premier Salvini e Di Maio. Al vertice di Palazzo Chigi sul tavolo l'idea di snellire la manovra

I due vicepremier Matteo Salvini Luigi Di Maio e il premier Giuseppe Conte al termine del vertice
I due vicepremier Matteo Salvini Luigi Di Maio e il premier Giuseppe Conte al termine del vertice Foto: ANSA

ROMA - E’ terminata dopo circa un’ora e un quarto la «cena di governo» tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e i due vice-premier Matteo Salvini e Luigi Di Maio. I tre hanno mangiato in un ristorante vicino a Palazzo Chigi, dopo un vertice al quale hanno partecipato anche il ministro dell’Economia Giovanni Tria e il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli. E' stato il premier Conte a fare come sempre da mediatore, e a offrire la cena che ha dato vita al «patto delle tagliatelle» per riappacificare, e rinsaldare, la maggioranza. «C'è un clima costruttivo, avanti compatti. Capita a tutti di arrabbiarsi quando uno si sente ingiustamente tirato in ballo ma l'incazzatura passa e non ho mai smesso di fidarmi di Conte e Di Maio», dice Salvini, l'unico dei tre a parlare ai giornalisti che li aspettano: «A tavola non c'era alcuna manina», ironizza. «Vi pare che parliamo di articolo 9 quando si mangiano tagliatelle?».

Salvini: «La bocciatura della manovra è pressoché certa»
Ai cronisti che gli chiedono se si sia parlato della «eventuale bocciatura della manovra», Salvini replica secco: «La bocciatura della manovra è pressoché certa, ce l'hanno già detto. E noi come già detto siamo convinti che il Paese crescerà. Se uno è convinto di quello che fa, va avanti. Rispettando il parere di tutti, ma va avanti». Per il leader del Carroccio le stime del Pil contenute nella manovra sono persino pessimistiche: «Penso che le stime del Pil siano inferiori a quello che sarà», sottolinea, prima di aggiungere che «i numeri sono lì da leggere. Penso che 15 miliardi di investimento siano un fatto positivo per il Paese». Salvini si dice anche «ottimista» sull’iter del dl sicurezza e del provvedimento sulla legittima difesa. Tuttavia, si augura che gli emendamenti ai provvedimenti siano «un po' di meno» visto che solo l'alleato di governo, cioè il M5s, ne ha proposti ben 81. Salvini esce dal lato che porta verso la sua residenza romana, Di Maio e Conte sgattaiolano fuori dal lato opposto, incamminandosi verso Palazzo Chigi a piedi e non rispondendo alle domande dei cronisti. «Avevamo fame, questo lo posso dire», si limita a dire il premier.

Snellire la manovra?
Due i temi caldi affrontati invece nel vertice di Palazzo Chigi, prima della cena: come reagire alla probabile bocciatura da parte dell'Ue e come gestire il punto, discutibilissimo, del condono edilizio per i residenti di Ischia come misura post-terremoto. Sul tavolo, caldeggiata da Tria, si sarebbe ripresentata la possibilità di snellire fin da subito il testo della manovra, senza eliminare le principali misure ma rendendole, come dire, meno impattanti sul tetto deficit/Pil. Come? Riducendo il numero di provvedimenti, ad esempio, come la fatidica quota 100 e il reddito di cittadinanza, o rinviare la partenza delle due misure. Con ovvi sussulti di massa, però. Durante l'incontro, seppur in sottofondo, aleggiava un altro tema caldo: la tenuta del sistema bancario. Solo qualche giorno fa fonti di governo ipotizzavano un allargamento, da concordare con l'Abi, del fondo centrale di garanzie delle banche come piano di compensazione per un eventuale crollo dei titoli in pancia agli istituti italiani. Mossa che, se confermata, creerà non pochi scompigli di maggioranza.

Nessuna patrimoniale
Ieri è stato anche il giorno in cui l'esecutivo ha voluto rassicurare gli italiani sulle tasse. Salvini in conferenza stampa nella sede della Lega in via Bellerio a Milano ha escluso categoricamente una nuova patrimoniale: «Assolutamente no, non ci saranno una patrimoniale o nuove tasse e non ci sarà alcun prelievo su conti correnti o immobili». Al massimo «una rimodulazione delle misure già previste». Anche il premier Conte nell'incontro con la stampa estera garantisce: «La patrimoniale è assolutamente esclusa: se dovessimo andare in difficoltà è esclusa la patrimoniale, adotteremo dei tagli di spesa per rientrare negli obiettivi che ci siamo prefigurati».