27 aprile 2024
Aggiornato 01:30
Manovra finanziaria

Quella parte della sinistra che appoggia la manovra. Emiliano: "Io avrei fatto lo stesso"

"Il Pd non può difendere interessi lobbistici e i poteri forti, deve tornare a essere un partito di popolo" tuona il presidente della Regione Puglia

Il governatore della Regione Puglia Michele Emiliano con il premier Giuseppe Conte
Il governatore della Regione Puglia Michele Emiliano con il premier Giuseppe Conte Foto: ANSA/FRANCO CAUTILLO ANSA

ROMA - La sinistra che non è più sinistra, cioè il Pd, trema di fronte alla manovra varata dal governo. Ma non tutta. C'è infatti (ancora) una parte di quella fronda fortemente agganciata ai valori della sinistra storica. Tra questi spuntano alcune frange "estremiste", come quelle capeggiate da Michele Emiliano e Stefano Fassina, che invece ci credono. "Il Pd non può difendere interessi lobbistici e i poteri forti, deve tornare a essere un partito di popolo" tuona il presidente della Regione Puglia Emiliano. "C'è da chiedersi com'è possibile che nel passato la sinistra ufficiale non sia riuscita a fare manovre del genere. Probabilmente ha pensato che la manovra sugli 80 euro fosse sufficiente». Non sono in pochi a chiedergli come faccia a stare ancora dentro quel partito, continuando a criticare praticamente tutto ciò che il Pd fa. "Se il Pd è diventato un'altra cosa, io ho il diritto di provare a farlo ritornare ad essere un partito di sinistra" spiega, "quindi insisterò e proverò a fare in modo che questo grande partito erede della Resistenza, del movimento operaio, del movimento contadino, un partito che è sempre stato dalla parte dei deboli, smetta di essere un partito che oggi difende le lobby finanziarie che sono preoccupate dello spread".

"Resto nel Pd per farlo tornare un partito del popolo"
Quella dell'esecutivo giallo-verde è una manovra che "probabilmente avrei provato a fare anche io se fossi stato al posto del governo", ha aggiunto Emiliano. "Riuscire a tenere insieme la cura delle persone più deboli e, contemporaneamente, abbassare la tassazione sulle piccole e medie imprese per rilanciare l'economia, - ha aggiunto - è un'azione tipicamente di sinistra, quindi tipica di chi immagina un welfare forte uguale per tutti, ma non dimentica la necessità di sostenere le partite Iva». Peccato che la sinistra sul modello vincente alla Blair abbia sconquassato l'intero sistema, invertendo persino quelli che un tempo erano le categorie concettuali care ai comunisti. "Questa manovra prova a tenere insieme nella comunità tutti i ceti sociali e in questo assomiglia molto al programma di governo della Puglia" continua Emiliano, che si spinge anche oltre facendo una previsione: "Il reddito di cittadinanza del governo sarà uguale al reddito di dignità pugliese, cioè non potrà essere uno stipendio a perdere, ma sarà una politica attiva del lavoro, mista tra formazione e reinserimento".

Fassina: "Torna il primato della politica sull'economia"
Dello stesso parere anche Stefano Fassina, che col Pd invece ha chiuso da tempo per passare a Liberi e Uguali: "L'obiettivo di deficit al 2,4% del Pil per il triennio 2019-2021 è necessario e coraggioso, quindi pericoloso, come evidenzia la prevedibile e prevista agitazione dei mercati. I grandi interessi interni e esterni colpiti reagiscono". Si apre un'inedita partita. "Finalmente, ritorna il primato della politica sull'economia, condizione necessaria, ahimé non sufficiente, dati i rapporti di forza, al primato della sovranità costituzionale. La cosiddetta sinistra da che parte sta? Continua ad affidarsi al "Generale Spread" per miopi illusioni elettorali? Insiste a stare dalla parte degli interessi più forti? Torniamo dalla parte del lavoro e dell'Italia", conclude Fassina.