Dietro le nomine delle partecipate la longa manus di Renzi, Meloni: «E' garante dei poteri forti»
Le nuove nomine decise dal Tesoro delle aziende partecipate hanno scatenato l'indignazione delle opposizioni. Secondo la leader di Fratelli d'Italia-Alleanza nazionale, Giorgia Meloni, l'ex premier sta preparando il ritorno a Palazzo Chigi.
ROMA – Le nuove nomine decise dal Tesoro per le aziende partecipate hanno scatenato un'ondata di indignazione da parte delle opposizioni, che scorgono dietro la scelta dei futuri manager la longa manus del redivivo Matteo Renzi, pronto a tentare il tutto per tutto per tornare alla ribalta della scena politica (e a Palazzo Chigi).
Alessandro Profumo Ad di Leonardo
Il Tesoro ha deciso le nomine per le principali aziende partecipate. A Leonardo arriva il nuovo amministratore delegato Alessandro Profumo, vecchia conoscenza di Monte Paschi Siena. Sostituirà Mauro Moretti, mentre resta confermato come presidente Giovanni De Gennaro. Il Mef ha inoltre confermato Claudio Descalzi e Emma Marcegaglia rispettivamente per il ruolo di amministratore delegato e Presidente di Eni. Come pure restano confermati i vertici dell'Enel: l'amministratore delegato Francesco Starace e la presidente Patrizia Grieco.
Le altre nomine del Tesoro
Luigi Ferraris sarà invece il nuovo amministratore delegato di Terna, al posto di Matteo Del Fante, che diventerà Ad di Poste italiane. E Catia Bastioli è confermata presidente. All'Enav, la società che gestisce il traffico aereo civile in Italia, resta invece confermata amministratore delegato Roberta Neri, mentre esce il presidente Ferdinando Franco Falco Bercalli ed entra al suo posto Roberto Scaramella, attuale amministratore delegato di Ala, società di logistica avanzata per l'aerospazio. Il Tesoro ha candidato infine Matteo Del Fante, attuale Ad di Terna, e Bianca Maria Farina, attuale presidente dell'Ania e Ad di Poste Vita e Poste Assicura, rispettivamente alla carica di Ad e di Presidente di Poste Italiane.
La longa manus di Matteo Renzi
Ma queste nomine non piacciono affatto alle opposizioni, che scorgono dietro la scelta di questi futuri manager la longa manus del redivivo ex presidente del Consiglio, Matteo Renzi. La leader di Fratelli d'Italia-Alleanza nazionale, Giorgia Meloni, non ha dubbi in proposito. «Renzi ha lottizzato tutti i centri di potere italiani piazzando i suoi amici e i suoi finanziatori» , ha tweettato la presidente di FdI. «È il presupposto necessario per continuare ad essere il garante dei poteri forti, dei banchieri e degli speculatori, l’unica «qualità» sulla quale può puntare per rimanere a galla», ha aggiunto. Ma, secondo la Meloni, Matteo Renzi e il Partito democratico non possono comprarsi «l’unico potere che conta veramente: il popolo italiano».
Meloni: Renzi è il garante dei poteri forti
E' lo stesso popolo che «li caccerà a pedate appena ci permetteranno di tornare al voto». A proposito, poi, della nomina di Alessandro Profumo come amministratore delegato di Leonardo, la leader di FdI rilancia senza esitazioni: la nomina di un banchiere esperto in liquidazioni alla guida di ‘Leonardo’ «vuol dire che il Governo Gentiloni ritiene chiusa l’esperienza industriale di questa azienda leader nei settori della difesa e dell’aerospazio». L’Esecutivo «sacrifica il futuro del nostro più grande gruppo manifatturiero e dei suoi 50 mila lavoratori diretti per avvantaggiare Francia, Germania e Usa». Per la presidente è la conferma di quello che Fratelli d’Italia dice da tempo: «I governi Pd non difendono l’interesse nazionale italiano perché sono al servizio di quei poteri che vogliono distruggere l’Italia e la sua sovranità».
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