25 aprile 2024
Aggiornato 14:00
Nuova rete di comitati a firma Pd

«Basta un sì per lo sviluppo e il lavoro»: la nuova iniziativa Pd per raccogliere «sì» al referendum

I sostenitori del sì nel sono certi: la riforma costituzionale avrà effetti positivi anche sul mondo del lavoro e sullo sviluppo del Paese. E, per sostenerlo, organizzano un'iniziativa ad hoc

ROMA - I sostenitori del sì ne sono certi (noi, lo sapete, un po' meno): la riforma costituzionale avrà inauditi effetti positivi anche sul mondo del lavoro e sullo sviluppo del Paese. E, per sostenerlo, organizzano un'iniziativa ad hoc. 'Basta un sì per lo sviluppo e il lavoro' è la rete dei comitati promossa proprio con questo obiettivo dalla capogruppo del Pd in Commissione Lavoro Annamaria Parente (SEGUI LO SPECIALE SUL REFERENDUM).

Domani in Senato
L'iniziativa verrà presentata in Senato venerdì, dalle 10.00 alle 11.30 nella Sala Nassirya con la ministra per le Riforme costituzionali e i Rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi; il presidente dei senatori dem Lugi Zanda; il coordinatore del Comitato nazionale per il Sì Roberto Conciancich; il senatore Pd Bruno Astorre; il costituzionalista Alessandro Sterpa.

Realtà produttive, associative e territoriali
Nel corso della conferenza stampa si svolgerà un collegamento skype con alcuni comitati della rete 'Basta un sì per lo sviluppo e il lavoro' ed è prevista la partecipazione di esponenti di realtà produttive, associative e territoriali. L'incontro potrà essere seguito in streaming sul canale youtube del Senato e sulla pagina Facebook di Jobs in Action.

Boschi: verso un'Italia più semplice
«Uno degli obiettivi della riforma è avere un'Italia più semplice, efficiente e che funziona meglio». Lo ha detto il ministro per le Riforme, Maria Elena Boschi, alla presentazione del libro «Il principio democratico di semplificazione nella riforma della Costituzione» di Pierluigi Mantini. In primo luogo per quanto riguarda il procedimento legislativo, ha aggiunto, «è vero che non viene soppresso il Senato ma viene introdotto il voto a data certa e si attribuisce alla Camera la scelta definitiva sulla maggior parte delle leggi». Basandosi sull'esempio dell'attuale legislatura, la Boschi ha sottolineato che «se escludiamo le leggi costituzionali e di riforma costituzionale il 97%, 260 su 265, sarebbero a decisione definitiva della Camera se fosse in vigore la riforma».

Semplificazione
Il nuovo ordinamento non permette, ha detto ancora la Boschi, «al Parlamento di approvare più leggi ma di avere strumenti efficaci per approvare le leggi che servono ai cittadini. Se ci vogliono anni per fare una legge rispondiamo con un ritardo di anni ai loro bisogni o perdiamo delle occasioni». Anche la parte di riforma del Titolo V, ha concluso, «semplifica la vita ai cittadini, non al Parlamento o ai Consigli regionali».