26 aprile 2024
Aggiornato 05:00
"Clima troppo tranquillo. Non va bene"

Renzi: «Cara Italia vuoi diminuire i politici?». Sì, ma non con questo referendum

A Firenze, il premier si è appellato al fronte del sì, invitandolo a non stare troppo tranquillo dando per scontata la vittoria. Insomma: Renzi comincia ad avere paura?

Il presidente del Consiglio Matteo Renzi.
Il presidente del Consiglio Matteo Renzi. Foto: Shutterstock

FIRENZE - Non si può dormire sugli allori. Il clima troppo «tranquillo» nel campo del sì al referendum costituzionale preoccupa Matteo Renzi. E lo dice. A Firenze, al teatro Obihall - che non è pienissimo e raggiunge, con qualche posto vuoto, un migliaio di persone - il presidente del Consiglio lo ammette: la vittoria non è scontata. E certo lui all'inizio ha «sbagliato» per quello che poi ha comportato una personalizzazione dell'appuntamento e «mi è toccato fare dei passi indietro che un po' mi costano». Ma ora bisogna impegnarsi sulla «partita cruciale», «c'è un lavoro straordinario da fare» e «non ci fermeremo finchè non ce l'avremo fatta», «ci giochiamo tutto». Con il sorriso perché «fuori c'è un fiume di rabbia» ed io «non voglio odiare il mio avversario».

La responsabilità
«Avverto la responsabilità del momento, non è una cosa che riguarda me» ma, sottolinea, «questo referendum rischia di far fare un passo indietro pazzesco all'Italia, ricordatevi come eravamo messi tre anni fa - racconta -: Parlamento bloccato sulla legge elettorale, non un passo sulla giustizia dal governo di larghe intese, Napolitano pregato di restare al Quirinale, l'Italia considerata insieme alla Grecia il malato d'Europa». «Non so fino a quando toccherà a noi, ma finchè toccherà a noi - rilancia -, noi siamo per il cambiamento, la palude la prendano altri».

L'arringa
Dal palco arringa militanti e volontari del sì. «Trovo tra di noi un clima tranquillo, tanto ci si fa... Non va bene, non è detto - spiega Renzi -. Ci si fa se ciascuno fa scattare dentro di sè il meccanismo che la riforma è decisiva per noi e per i nostri nipoti». Sarà, dunque, per il premier una sfida difficilissima, piena di «mistificazione» e «falsità» e «bisogna attrezzarsi un po' meglio di quanto abbiamo fatto fino ad oggi». C'è un «attacco forte contro di noi», su tutto. Perfino su Carlo Conti: «Dicono che io l'ho messo in Rai? Oh - racconta - ma io facevo la fila al Manila di Campi Bisenzio per vedere Conti? Sarebbero stati più credibili a dire che Conti non era abbronzato».

Tutti contro
Dunque «perché ce l'hanno tutti con noi?»: «Perché gli stiamo levando il giochino», «stiamo togliendo a una generazione che per anni ha fatto inciuci e accordi e bicamerali il giochino». Questo riguarda tutti, anche una parte del Pd. Ce n'è anche per il Movimento cinque stelle: «Si rende conto che dopo averci fatto la morale non riesce a trovare neanche un assessore al bilancio: volevano mettere a posto il debito e l'unico risparmio che hanno trovato è quello dello stipendio dell'assessore al bilancio».

Diminuire le poltrone
Poi è la volta delle slide e dei video. «Cara Italia vuoi diminuire i politici?» è il primo quesito con cui il premier intende spiegare la riforma. «Come risponde il comitato per il no a questa domanda? - attacca Renzi -. Così: cara Italia vuoi svendere i tuoi diritti al governo delle banche?», via, «è un modo poco serio di rappresentare le cose» eppure sembra che «basti gridare più forte, spararla più grossa». Non mancano gli spot referendari e cominceranno «a girare». C'è il bambino che promette di «mettercela tutta» per restare in Italia e fare l'inventore («ma tu cambia» dice rivolto al suo Paese) e c'è «il video della nonnina» che nelle più diverse situazioni recita come un mantra: «Se voti no, non cambia nulla».

(Con fonte Askanews)