19 aprile 2024
Aggiornato 16:00
La sfida del Premier

La svolta di Renzi: «Comunque vada il referendum si voterà nel 2018»

Il Presidente del Consiglio ha parlato di elezioni, di riforme, della situazione economica e della minoranza del suo partito. Lanciando anche qualche fendente a D'Alema: «Se avesse messo un decimo del tempo che ha messo per attaccare me per attaccare Berlusconi...»

PIETRASANTA - Comunque vada il referendum costituzionale si voterà nel 2018. Lo ha detto il presidente del Consiglio Matteo Renzi, intervistato da Paolo Del Debbio alla Versiliana di Marina di Pietrasanta (Lucca), ribadendo che D'Alema e la minoranza Pd non devono usare la consultazione come una «rivincita» del congresso e invitando il presidente dell'Anpi Carlo Smuraglia a un confronto a una Festa de l'Unità.
Il premier, arrivato alla Versiliana alle 19.30 (con uno slittamento di un'ora e mezzo rispetto a quanto previsto in un primo momento per permettere la visione della partita della squadra italiana di pallavolo), con in platea la moglie Agnese, la figlia Ester e la nonna, ha ricevuto molti applausi, ma anche qualche critica dal pubblico, come quando uno spettatore lo ha chiamato Pinocchio. «E' una bella figura toscana, e tra l'altro va a finire bene», ha replicato dal palco.

«Le elezioni noi ce l'abbiamo nel 2018»
A Del Debbio che gli chiedeva se le elezioni ci saranno nel 2018 comunque vada il referendum, il premier ha risposto: «Le elezioni noi ce l'abbiamo nel 2018». Renzi si è detto fiducioso sull'esito della consultazione, se i cittadini decideranno sul merito: «La democrazia non è sotto assedio, i senatori dell'opposizione non difendono la democrazia ma le loro poltrone. Se si legge il quesito ci sarà un sacco di gente, che vota Grillo o Lega, che dirà: a me Renzi sta antipatico ma io voto per semplificare». Proprio sul referendum, Renzi ha lanciato un duro monito a Massimo D'Alema e alla minoranza Dem. «Se D'Alema avesse messo un decimo del tempo che ha messo per attaccare me per attaccare Berlusconi... Ora D'Alema è in compagnia di Berlusconi e Salvini, si sono ritrovati. A D'Alema e agli altri della minoranza Pd dico: non si utilizzi il referendum per avere la rivincita del congresso perchè sarebbe poco serio. Il congresso lo faremo». Il premier ha poi tentato di «ricucire» con il presidente dell'associazione dei partigiani Anpi Smuraglia, che critica il Pd per la scelta di sostenere il sì alla consultazione e accusa di non essere invitato alle Feste dell'Unità. «Sabato o domenica prossima - ha detto - decida lui dove e quando, io invito il presidente dell'Anpi insieme a me per un confronto civile sul sì o sul no a una delle nostre feste dell'Unità. Decidano dove vogliono loro: a Reggio Emilia, a Modena o a Bologna. Ci dice perchè vota no, io dico perchè voto sì e ci diamo un abbraccio».

«L'economia non va benissimo»
Nell'intervista di Del Debbio, Renzi si è soffermato sui temi di politica economica, auspicando che a fine anno l'Italia possa arrivare a una crescita del Pil dell'«1 o l'1,2%, vedremo». Il premier, rivendicando che «il rubinetto del deficit noi lo teniamo più chiuso di tutti gli altri», ha ammesso che «l'economia non va benissimo. E' ripartito il mercato del lavoro ma l'economia non è ripartita come noi vorremmo», aggiungendo però che «il modello è giusto, è questione di tempo e fiducia, e di dire che l'austerity ha creato danni». Sicuramente, ha detto ancora, «bisogna dare un po' più di soldi in tasca ai pensionati» e poi «noi bisogna, con il buon senso del padre di famiglia, continuare ad abbassare le tasse». E qui non è mancata un'altra stoccata alla minoranza Dem: «Quando sento politici del mio partito che dicono che non bisogna ridurre le tasse io mi metto le mani nei capelli perchè è fondamentale la riduzione della pressione fiscale».

«L'Europa smetta di essere solo l'Ue della finanza»
Alla vigilia del vertice di Ventotene con Angela Merkel e Francois Hollande, il premier è poi tornato ad auspicare un cambio di prospettiva dell'Ue: «Domani Angela Merkel e Francois Hollande verranno in Italia per rilanciare dal basso l'Unione europea. Ce n'è un grande bisogno. L'Europa smetta di essere solo l'Ue della finanza, delle banche, delle regole tecnocratiche e torni a essere l'Europa ideale di Spinelli. La partita è tutta da giocare ma va giocata». E a questo proposito, ha concluso, «noi dobbiamo ricordare alla Turchia che ci sono valori non negoziabili: chi mette in carcere un professore, un giudice, un giornalista sta mettendo in carcere il proprio futuro. I valori dell'Ue sono diversi dal mettere in carcere professori e giornalisti».