28 marzo 2024
Aggiornato 10:30
l'affondo del premier

Riforme, Renzi: Politici contro il referendum? Perché se vinco io vanno a casa

L'obiettivo del premier è quello di "cambiare l'Italia" e ha lanciato un appello alla classe dirigente nazionale affinché "faccia la sua parte" per il bene del paese. Renzi ha quindi sottolineato, difendendo le ragioni del referendum costituzionale, che "i politici sono contro" perché rischiano la poltrona

ROMA - Per il presidente del Consiglio è arrivato il momento che l'Italia torni a essere protagonista in Europa, ma per ottenere questo risultato è necessario superare le divisioni interne alla politica nazionale e collaborare per un obiettivo comune.

L'obiettivo del premier
«Il nostro obiettivo è molto semplice", ha esordito così il premier, Matteo Renzi, all'incontro organizzato a Milano dalla Coldiretti per il giorno del World Milk Day. E ha proseguito: «Noi combattiamo per l'Italia. Non me ne frega niente delle divisioni interne. Non mi interessano nel mio partito, figuriamoci se mi interessano» quelle al di fuori di esso, quelle della politica nazionale. Bisogna guardare tutti insieme verso un obiettivo comune, che è il bene dell'Italia. E al quale devono concorrere tutti i soggetti politici, economici e sociali del paese.

 L'appello alla classe dirigente del paese
Il presidente del Consiglio ha sottolineato successivamente, durante l'incontro con i cento studenti fra i 23 e i 26 anni selezionati dalla società di consulenza Bcg, che il governo sta facendo la sua parte per il cambiamento del Paese, ma «è necessario che anche la classe dirigente faccia la sua». Renzi ha ribadito che «noi siamo criticabili quanto volete, ma cerchiamo di farle le cose. E voi siete il gruppo dirigente di oggi, non di domani, perché il momento è adesso».

I politici ci sono contro perché rischiano la poltrona
Ed ha aggiunto: «Noi stiamo facendo una serie di riforme per rendere il Paese più veloce, e io dico anche più giusto», che vanno dal Jobs Act alla riforma della scuola, «cercando di inserire più merito e più talento», ai diritti civili. «La nostra parte la stiamo facendo», ha ribadito il premier alludendo al fatto che ora anche la classe dirigente deve fare la sua. Infine, il presidente del Consiglio ha difeso le ragioni del sì al referendum costituzionale: «è normale» che i politici vogliano votare no sulle riforme perché «se vinco io, se vinciamo noi, uno su tre va a casa. Per forza tutti i politici sono contro", ha concluso durante l'incontro con gli studenti.