28 agosto 2025
Aggiornato 00:30
Testo non ancora trasmesso al Quirinale

Legge di Stabilità, Sacconi: la manovra non va «spiumata»

Secondo Maurizio Sacconi, l'ambiziosa manovra di riduzione della pressione fiscale, che si realizza con la legge di stabilità, non deve essere 'spiumata

ROMA - «L'ambiziosa manovra di riduzione della pressione fiscale, che si realizza con la legge di stabilità, non deve essere 'spiumata'». Lo scrive Maurizio Sacconi, presidente della Commissione lavoro del Senato, nella sua rubrica quotidiana pubblicata sul blog dell'Associazione amici di Marco Biagi (www.amicimarcobiagi.com).

Opinioni di destra e sinistra
«A destra si dice che è coperta in disavanzo, cosa in parte vera e dichiarata, mentre a sinistra si dice che è iniqua, premia gli evasori o addirittura la criminalità, taglia lo Stato sociale, non garantisce aumenti adeguati ai pubblici dipendenti. Essa va difesa con determinazione dai concreti pericoli impliciti nel passaggio parlamentare che per fortuna si svolge in prima lettura al Senato. I liberali di buona volontà possono tollerare un po' di flessibilità contabile se utile a ridurre la pressione fiscale e così a favorire la ripresa dei consumi e degli investimenti», aggiunge.

Manovre semplici e chiare
«Niente nuove tasse sulle seconde case quindi perché il mattone deve essere rianimato. E se possibile riduciamo ulteriormente le tasse sul salario di produttività aumentando il modesto plafond di 2000/2500 euro. Le manovre devono essere semplici e chiare, non pasticciate dalle mediazioni esasperate, per generare effetti diffusi in una società ancora bloccata. Renzi ha la possibilità di dimostrare che i primi ricatti da rifiutare sono quelli della sua sinistra interna sulla politica economica», conclude Sacconi.

Testo non ancora trasmesso al Quirinale
Il testo della legge di stabilità varato dal governo lo scorso 15 ottobre non è ancora stato trasmesso al Quirinale. A questo punto è verosimile che il provvedimento annunciato per oggi in Parlamento non venga trasmesso al Senato prima di domani o di venerdì. Secondo quanto si apprende, infatti, il ritardo sarebbe collegato alla relazione tecnica al testo che ancora non sarebbe pronta. A creare problemi, oltre alla limatura di alcune norme, la messa a punto delle tabelle con la quantificazioni dei tagli.

(Con fonte Askanews)