5 maggio 2024
Aggiornato 22:00
Una delegazione M5s in Grecia per il referendum

Grillo vola ad Atene: «Potere al popolo, non alle banche»

In piazza Syntagma Beppe Grillo, il prossimo 5 luglio, spera di festeggiare insieme al governo greco di Alexis Tsipras il referendum per dire «no» al potere di burocrati e banchieri europei

ROMA - «Tutti ad Atene, potere al popolo, non alle banche»: Beppe Grillo annuncia così, con un tweet, il suo viaggio ad Atene. È proprio in occasione del referendum che quel 5 luglio il leader del Movimento 5 Stelle scenderà in piazza con i greci, in sostegno di un governo che alza la testa contro le imposizioni della Troika. L'idea è quella di festeggiare in piazza Syntagma il referendum fortemente voluto dal primo ministro Alexis Tsipras sul piano dei creditori per il rientro del debito greco.

Il «momento di democrazia» dei greci
Grillo volerà sulla capitale ellenica per esprimere la solidarietà dei pentastellati ai cittadini greci, «in questo momento di democrazia». Da sempre cavallo di battaglia del Movimento 5 Stelle, la lotta all'austerità dell'Europa e quella per uscire dall'Euro hanno fatto sì che il leader del M5s prendesse la decisione di partire per la capitale greca insieme ad alcuni parlamentari a 5 Stelle. «L'ultima parola spetta ai cittadini», afferma Grillo, e il popolo ellenico è chiamato alle urne direttamente per scegliere la strada da intraprendere: andare avanti con l'austerity «imposta dai burocrati e dai banchieri» europei oppure riprendersi la sovranità nazionale.

Il referendum che serve all'Italia
Il fondatore del Movimento plaude alla scelta forte del governo greco, auspicando che lo stesso accada presto in Italia con l'Euro. La battaglia per sbarazzarsi della moneta unica è iniziata otto anni fa e da allora il Movimento di Grillo ha chiesto con forza che gli italiani avessero la possibilità di decidere. È per questo che i pentastellati chiederanno presto al Parlamento di arrivare ad un referendum con una legge di iniziativa popolare già depositata a Palazzo Madama. Intanto sul blog di Beppe Grillo compare un post che ricostruisce la storia della crisi greca,in cui si punta l'attenzione in particolare sulle decisioni che la Troika decise di imporre all'indomani della crisi del 2009 esportata dagli Stati Uniti. Ai Paesi più deboli, la Troika impose programmi ai austerità fiscale affinché questi ripagassero i debiti contratti con le banche private al valore originale.

La Troika? Un'istituzione criminale
Il fine? Quello di far sì che non vi fosse la ripresa economica che avrebbe fatto salire l'inflazione, «svalutando i crediti dei banchieri francesi e tedeschi». Depressione e deflazione erano gli obiettivi cui puntava la Troika, da ottenere attraverso programmi che si fondavano sui cosiddetti piani di «salvataggio». L'analisi sul blog di Grillo continua con il resoconto di un momento cruciale per la storia economica della Grecia: centinaia di miliardi di euro furono prestati al Paese «con la scusa del salvataggio». Il salvataggio di cui parlava la Troika, però, non era dei cittadini greci, ma delle banche tedesche e francesi. Quello che oggi viene richiesto al premier Tsipras, quindi, non è altro che il risultato di «un'immensa partita di giro a favore della banche private esposte», si legge sul blog. Inoltre, per quanto riguarda i fondi cosiddetti «Salva-Stati», questi vennero creati creati grazie ai soldi «versati a fondo perduto dai bilanci pubblici degli Stati europei». La Troika che oggi frena la rinascita economica della Grecia è «un'istituzione criminale, che teme l'effetto domino di una ripresa ellenica». Quale la soluzione? Per i pentastellati starebbe nel creare una nuova Europa fondata «sugli amichevoli rapporti tra Stati nazionali sovrani».