23 aprile 2024
Aggiornato 20:30
E' scontro aperto tra il governo e le sigle sindacali

Boschi: «La scuola non funziona se è in mano ai sindacati»

Chiusi i lavori sul testo in commissione Cultura il ddl sulla «buona scuola» si prepara ad approdare in aula alla Camera. Concluso l'esame degli emendamenti si attende ora il parere delle commissioni coinvolte (praticamente tutte tranne la Difesa) ed è previsto per domani sera il voto sul mandato al relatore.

ROMA (askanews) - Chiusi i lavori sul testo in commissione Cultura il ddl sulla "buona scuola" si prepara ad approdare in aula alla Camera. Concluso l'esame degli emendamenti si attende ora il parere delle commissioni coinvolte (praticamente tutte tranne la Difesa) ed è previsto per domani sera il voto sul mandato al relatore. Giovedì 14 maggio il provvedimento sarà all'attenzione dell'aula di Montecitorio per il voto delle pregiudiziali di costituzionalità, poi l'esame della riforma in aula che secondo le intenzioni della maggioranza dovrebbe concludersi con il voto finale il 19 maggio. Ma la tensione tra il governo, i sindacati e le opposizioni resta alta.

Boschi: La scuola non funziona se è in mano ai sindacati
Dopo le parole del ministro Maria Elena Boschi secondo la quale la scuola «non funziona» se è solo in mano ai sindacati una prima risposta giunge dalla leader della Cgil Susanna Camusso e dal segretario Cisl Anna Maria Furlan. «Visti i risultati dello sciopero del 5 maggio c'è poco da delegittimare - osserva Furlan -: le piazze piene hanno detto che il problema della scuola non sono i sindacati, ma le scelte sbagliate del governo. Sarebbe il caso che il governo ne prendesse atto, ci convocasse e la smettesse di fare tutto da solo». «Viene il sospetto - attacca Camusso - che tanta arroganza che il governo mette nel negare le ragioni delle lavoratrici e dei lavoratori della scuola sia il segno che in realtà siano loro a non avere un progetto». Controrisposta dal Pd tramite la responsabile scuola Francesca Puglisi: «Quello che non va giù ai sindacati sono i 200 milioni aggiuntivi per premiare gli insegnanti meritevoli. I sindacati vorrebbero inserirli nella contrattazione, decidere loro, in pratica, come erogarli».

I punti cruciali della riforma: il piano assunzioni e l'offerta formativa
Due gli aspetti principali della riforma: il piano assunzioni che le opposizioni, da Sel al Movimento cinque stelle ad esponenti della minoranza dem, chiedono di scorporare dal resto e inserire in un decreto, e l'organizzazione della scuola nel senso della piena realizzazione dell'autonomia (già messa in cantiere dalla riforma Berlinguer). Dal prossimo settembre saranno immessi in ruolo, conquistando il posto fisso, 100.701 docenti, nel 2016 si passerà ad assunzioni per concorso aperto ai soli abilitati all'insegnamento e che tiene conto del fabbisogno espresso dalle istituzioni scolastiche nei piani triennali dell'offerta formativa. In commissione sono stati recepiti emendamenti dem e non solo riguardo ai poteri del preside al centro di critiche e polemiche. Nella prima versione del ddl si prevedeva che il piano dell'offerta formativa fosse definito dal dirigente, sentendo gli organi collegiali. La Commissione ha introdotto una nuova procedura: il dirigente formula gli indirizzi, ma è il Collegio docenti ad elaborare il Pof ed il Consiglio di Istituto (dove siedono insieme studenti, famiglie, docenti e personale Ata) ad approvarlo. Inoltre i dirigenti saranno valutati dagli ispettori (il cui contingente viene aumentato per questa ragione). Sul tema «idonei": coloro che sono inseriti nella graduatoria di merito del concorso 2012 saranno assunti a tempo indeterminato con decorrenza giuridica ed economica dal primo settembre 2016. La loro assunzione avviene nel limite dei posti dell'organico dell'autonomia vacanti e disponibili con priorità rispetto ad ogni altra graduatoria di merito. E' stato inoltre previsto un piano straordinario di mobilità per i docenti già in ruolo sul 100% dei posti disponibili per l'anno 2016-17.

I sindacati dicono «no» al preside-manger
Nel testo iniziale del ddl, poi, era previsto che fosse il dirigente scolastico, sentito il consiglio di istituto, ad assegnare annualmente le premialità ai docenti (fondo totale: 200 milioni). La Commissione ha introdotto un Comitato di Valutazione individuato dal consiglio di istituto, costituito da due docenti e due rappresentanti dei genitori o un rappresentante degli studenti e uno dei genitori per il secondo ciclo. Questo comitato individua i criteri per la valorizzazione dei docenti. Modifiche che non hanno convinto nè nel merito nè nel metodo le opposizioni che continuano a chiedere maggior ascolto nei confronti delle proposte del mondo della scuola, l'abolizione di qualsiasi finanziamento per le paritarie e dicono «no al preside-manager». «Come avevamo più volte denunciato - spiega il capogruppo di Sel alla Camera Arturo Scotto - le aperture del Pd erano solo uno specchietto per le allodole e le parole della Boschi e della Puglisi lo dimostrano. Una vera e propria operazione di distrazione di massa che ha nascosto la reale intenzione del Pd e del governo: andare avanti senza cambiare nulla».