Molteni: Pene doppie per i furti? L'escamotage di Renzi per far dimenticare le depenalizzazioni
Poco dopo l'approvata depenalizzazione di 157 reati minori, Alfano annuncia l'emendamento che raddoppia le pene per i furti nelle case. Per Nicola Molteni, però, si tratta solo di un tentativo di distrazione rispetto alla «disastrosa condotta» del Governo in tema giustizia. Condotta che, per altri, è una prima risposta all'emergenza carceri per cui siamo stati sanzionati dall'Europa.
ROMA - «Le pene per i furti in appartamento raddoppiano. Deciso in #Cdm. Ora la legge su città sicure»: questo, l'annuncio twittato dal ministro dell'Interno Angelino Alfano. Nel corso della riunione di ieri, infatti, si è dato il via libera a un emendamento del governo che si innesterà sul testo di riforma del processo all’esame della Camera. Il testo inasprisce le sanzioni per furto in abitazione, furto con strappo, rapina: tutti reati spesso terreno di battaglia della Lega. Ed è proprio un leghista, Nicola Molteni, membro della Commissione Giustizia, a rispondere all'esultante cinguettio del tanto «odiato» Alfano. Un cinguettio che peraltro, secondo il deputato, è soltanto uno specchietto per le allodole. «Questo è il governo dei clandestini e che ha favorito i criminali. E non basta aumentare di un anno la pena per un reato, se poi non esiste certezza della pena», spiega Molteni al DiariodelWeb.
MOLTENI:IL GOVERNO HA SMANTELLATO LA CERTEZZA DELLA PENA - «La sinistra, con Alfano, ha completamente smantellato il principio della certezza della pena, perché il governo ha approvato cinque svuota-carceri, la liberazione anticipata speciale, le pene alternative al carcere, le messe alla prova e gli 8 euro al giorno di risarcimento al detenuto», dichiara Molteni. Che ricorda, in riferimento al tweet di Alfano, che «ieri in Consiglio dei Ministri il governo ha approvato una delle più grandi porcate che esistono sulla faccia della terra, cioè la depenalizzazione di 157 reati cosiddetti minori». A fronte di ciò, spiega Molteni, l'esecutivo ricercherebbe un «effetto lenitivo», «annunciando a parole l'aumento della pena per i furti di un anno, cosa che non cambierà assolutamente nulla». L'intenzione sarebbe quella di «spostare l'attenzione dell'opinione pubblica da un decreto approvato in Cdm che porta avanti la depenalizzazione di 157 reati». E, tra tali reati - sottolinea Molteni -, «c'è il furto, la violazione di domicilio, la truffa»: ciò significa che «chi commetterà tali reati potrebbe non essere più punito e il processo potrebbe anche non iniziare per nulla», spiega.
ALFANO E RENZI AMICI DI CLANDESTINI E CRIMINALI - Molteni, insomma, accusa Alfano e Renzi di voler «spostare l'attenzione» dal decreto diventato legge proprio ieri, con un tweet «che promette l'aumento della pena di un anno per il furto»: ecco perché quel cinguettio, secondo la Lega, sarebbe nient'altro che uno specchietto per le allodole, un tentativo di far dimenticare le tante depenalizzazioni approvate e, più in generale, la condotta del governo in materia di sicurezza. Una condotta fino ad ora pessima, secondo Molteni: «Renzi e Alfano non hanno fatto nulla di buono, anzi, hanno smantellato i principi di sicurezza che esistevano, hanno tolto risorse alle forze dell'ordine, hanno approvato provvedimenti che vanno a svuotare le carceri e a garantire l'impunità. Anzi, questo» aggiunge, «rimane il Governo amico di ladri, che mette sotto tutela non le categorie che meritano - come esodati e cassaintegrati -, ma gli immigrati e i criminali».
L'AUMENTO DELLA PENA PER FURTO NON BASTA - Il messaggio, insomma, è chiaro: «non è l'aumento di un anno della pena prevista per il reato di furto che può cambiare tutto quello che hanno smantellato in questi anni. il combinato disposto di tagli alla sicurezza, alle forze dell'ordine, della chiusura di 250 presidi di sicurezza, dell'incentivo all'immigrazione con Mare Nostrum, delle politiche di depenalizzazione e degli indulti mascherati ha portato - dati del Censis - ad avere 700 furti al giorno, 30 furti all'ora, 2 furti ogni minuto, +127% di furti negli ultimi anni, +195% di rapine negli ultimi anni». Questi, insomma, per Molteni «sono i dati drammatici che ci consegnano Renzi e Alfano», e davanti ai quali l'aumento di un anno della pena per furto «va bene, ma non potrà mai bilanciare il disastro perpetrato dalla sinistra, che si dimostra più sensibile agli immigrati e ai criminali che non ad altre categorie che andrebbero tutelate», conclude Molteni.
DALL'ATRO LATO, LA CATTIVA COSCIENZA ITALIANA SUL CARCERE... - Eppure, dall'altro lato c'è chi sostiene che il governo abbia dovuto affrontare, in tema carceri e giustizia, una situazione al limite dell'emergenza. Dopo le sanzioni internazionali che hanno obbligato l'Italia ad agire a favore della salvaguardia della dignità dei detenuti, i nuovi provvedimenti di depenalizzazione e misure alternative hanno garantito una netta diminuzione del numero di carcerati e un primo passo verso la risoluzione dell'annosa questione del sovraffollamento delle carceri. La fisionomia del carcere italiano, infatti, stava scivolando verso un profilo per certi versi controproducente e pericoloso: la prevalente presenza di soggetti socialmente deboli ed emarginati, spesso imprigionati per piccoli reati, rendeva plasticamente l’immagine di un luogo diventato in molti casi strumento, inutile e dannoso, per affrontare contraddizioni che sarebbero potute essere preventivamente risolte con un maggiore intervento sociale. I sostenitori di tale interpretazione ritengono che, con il continuo ampliamento del ricorso alla detenzione, per troppo tempo si siano leniti i timori di una collettività ansiosa per il venir meno delle proprie reti protettive sociali. Per tali ragioni e dopo la condanna del Consiglio d'Europa sul sovraffollamento delle carceri, il provvedimento del Governo, secondo un'interpretazione esattamente antipodica rispetto a quella sostenuta dalla Lega, rientrerebbe nel complesso percorso di riforma del sistema carcerario italiano urgente da troppo tempo, dove il carcere dovrebbe divenire un luogo non tanto e non soltanto di punizione, quanto di riabilitazione del condannato, e in cui le pene alternative non devono essere considerate «sconti», ma diverse modalità per rieducare alla legalità e alla socialità. Lo sforzo, dunque, sarebbe quello di costruire un Paese che mai più riceva l'accusa di trattare in modo «disumano e degradante» i suoi cittadini che sbagliano. Un approccio che però, secondo la Lega, comporterebbe solo il maggiore dilagare della criminalità.
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