28 marzo 2024
Aggiornato 21:30
Il segretario della Lega si incontra con Le Pen per «un'altra Europa»

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Il leader del Carroccio, intervistato da Ballarò, inveisce contro la decisione della Consulta di bocciare il referendum per l'abrogazione della Legge Fornero. Intanto ieri sera l'incontro del segretario della Lega con Marine Le Pen e la condanna ad un Governo troppo preso dalla Legge elettorale per pensare alle condizioni concrete dei cittadini.

ROMA - «Con la Le Pen – ma non solo con la Le Pen, con chi produce – vorremmo costruire un'altra Europa. Probabilmente sono le regole dell'Europa che non vanno: i vincoli, i trattati, il 3%, il patto di stabilità, la moneta unica, il sistema bancario. È l'Europa che non funziona. Vorremmo cambiare il campo di gioco». Queste le parole pronunciate dal segretario della Lega nord, Matteo Salvini, ai microfoni della trasmissione televisiva Ballarò, in commento all'incontro che si sarebbe tenuto di lì a pochi minuti con Marine Le Pen, leader del partito di estrema destra francese Front National

A CENA CON LE PEN - A sorpresa verso le 22 di ieri sera, infatti, il leader del Carroccio, Matteo Salvini, il presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni e l'ex ministro del Governo Monti, Terzi, si sono incontrati a Roma per una cena con la leader del Front National francese, Marine Le Pen. Nei pochi minuti in cui la trasmissione televisiva Ballarò è riuscita a captare il segretario federale della Lega nord, nei minuti precedenti all'incontro, il leader del Carroccio si è mostrato particolarmente nervoso a causa del fallimento subito nel corso della giornata con l'abolizione del referendum sulla Legge Fornero. «Ci hanno derubato del referendum sulla legge Fornero». È stato giudicato «inammissibile», infatti, da parte della Consulta il ricorso al voto popolare proposto dalla Lega nord per abrogare il provvedimento firmato Elsa Fornero in materia di pensioni. La reazione immediata del segretario della Lega era stata aspro, nel pomeriggio, quando diceva: «Questa Italia mi fa schifo, non finisce qui», seguito da un tweet dal sapore grillino per i toni coloriti: «Oggi muore la democrazia», accompagnato da un 'vaffa' alla Consulta.

UN'ALTRA EUROPA È POSSIBILE - Alle telecamere della trasmissione di Rai3, Matteo Salvini risponde stizzito alla domanda della giornalista sulla materia di incontro dei quattro leader politici: forse Tsipras e la Grecia, vista la dichiarazione rilasciata nella giornata di ieri da Marine Le Pen, che affermava «io spero che in Grecia vinca Tsipras»: «Abbia pazienza – sbotta infastidito Salvini – già la giornata è stata impegnativa, poi se devo parlare di Tsipras a cena piuttosto vado a mangiare un panino». Il tema centrale della cena, invece, sarà quello «di un'altra Europa, che è possibile», sottolinea il leader della Lega.

L'ITALIA PEGGIORA E RENZI FA ORECCHI DA MERCANTE - Salvini commenta poi quanto detto in studio dal presentatore televisivo, ospite della trasmissione, Massimo Giletti, che, riportando i dati su debito e crisi, sottolineava come la situazione sotto il Governo Renzi fosse peggiorata, rispetto a tre anni fa, con Berlusconi: «Sottoscrivo l'analisi Giletti», continua, «al Governo Monti, al Governo Letta, al Governo Renzi, io gli do la buona fede, animati delle migliori intenzioni possibili. Ognuno vedeva il rilancio dietro l'angolo, l'uscita dalla crisi, 'ci stiamo arrivando', e il 'Salva Italia' e lo 'Sblocca Italia' e il 'Mille proroghe' e i 'mille giorni', e il Tweet e il selfie.. Però stiamo tornando indietro, perché tutti i numeri dicono che l'Italia sta peggio adesso rispetto a tre anni fa e se ne sono accorti tutti tranne Renzi, che è venuto a Strasburgo a dire che le famiglie stanno risparmiando e guadagnando di più – evidentemente le famiglie dei banchieri che sta incontrando lui in Svizzera – forse è il campo di gioco che non va. Le regole dell'Europa sono sbagliate».

CASARINI: LA LEGA PER UN PARTITO NEOFASCISTA - Dallo studio, la voce del leader dei No Global, Luca Casarini, si impone sul discorso del leader del Carroccio: «Salvini, probabilmente con la Le Pen parlerete, non di Tsipras, ma di Alba dorata, che sono i gruppi neonazisti greci, come in Italia CasaPound sono gli alleati vostri. Quelli che hanno fatto eleggere Borghezio a Roma e che hanno mandato in fin di vita un ragazzo domenica sera con un'aggressione. Perché non lo dite che voi organizzate un partito neofascista sotto altri nomi, in tutta Italia, in tutta Europa? E la vostra ricetta – continua Casarini – è meno diritti per i più deboli, questa è la vostra ricetta per rispondere all'Europa dei potenti. I migranti sono il problema dell'Europa o sono quelli che concentrano le ricchezze? Questa è la vostra idea di democrazia. Anche a me non piace che i referendum siano limitati né la legge Fornero. Ma lei parla di democrazia, ma quando eravate al Governo avete violato i diritti umani e i diritti civili di un sacco di gente».

La risposta a Casarini è secca e perentoria: «Si risponde da solo, ho poco da dichiarare a uno che dice che stiamo ricostituendo un partito neofascista. Parlo non col simpatico signore che c'è in studio, ma con gli ascoltatori. L'immigrazione – di cui non avevo fatto cenno, ma evidentemente c'è la sinistra che ha un 'trip' e se non dice 'migranti' ogni quarto d'ora gli viene meno qualcosa – fa parte di questo disegno che toglie i diritti, ai lavoratori, ai cittadini, toglie radici. L'immigrazione limitata e controllata nella è un valore positivo per ogni società nella storia, ma un'immigrazione senza controlli, di centinaia di migliaia di sbarchi, è un casino a Roma, Milano, Napoli, Palermo di cui non s'accorgono solo il signor Casarini e il signor Renzi, perché invece chi vive nelle periferie i problemi dell'immigrazione senza controllo li vive sulla sua pelle», sostiene fermo il leader del Carroccio. 

DECIDE TUTTO IL RE SOLE DI TURNO: RENZI - Tornando sul tema delle pensioni e della Consulta che ha respinto l'ammissibilità della consultazione sulla abolizione della Legge Fornero: «Una sentenza infame, tutta politica», inveisce Salvini. Con una serie di 'vaffa' in diretta: «Ci sono fior di costituzionalisti che hanno certificato la legittimità e costituzinalità di questo quesito. È stata scelta politica: non si deve dar fastidio al re Sole di turno che si chiama Matteo Renzi, perché ormai in Italia i comuni, le regioni non servono a niente, le province non esistono più, alla Camera e al Senato si parla solo di Legge elettorale: decide tutto la Direzione del Pd. Cioè quello che decide Renzi va bene ed è positivo per gli italiani – spiega Matteo Salvini –. Tutto quello che non va bene a Renzi è incostituzionale. La scelta della Corte Costituzionale è stata una scelta politica, perché domani Renzi va in Svizzera e va dai suoi amici banchieri e finanzieri a dire: 'Ho salvato la riforma Fornero e in più come gentile omaggio ho portato come decreto urgente in Consiglio dei ministri il fatto che le Banche popolari ve le comprate con due lire. È la persona più felice del mondo […] se neanche il referendum è più uno strumento utile, che cosa devo dire?».

NO ALL'ITALICUM E AL CAPO DI STATO SCELTO DA RENZI - Sull'Italicum il 'no' della Lega è deciso e improrogabile: «Sulla Legge elettorale che non mi appassiona e che sta vergognosamente occupando il Parlamento da settimane voteremo sicuramente contro». Sul Presidente della Repubblica, «se i nomi sono quelli di Prodi, Amato, Veltroni, Fassino, noi non voteremo assolutamente. Speriamo in una possibilità libera e indipendente. Se il presidente sarà frutto di un accordo tra Renzi e Berlusconi, noi non voteremo nessun frutto di accordo, più o meno nascosto, più o meno sottobanco. Perché l'emergenza del Paese è l'economia e questi stanno tenendo in ostaggio la Camera e il Senato con le riforme del Senato e la Legge elettorale. Gli 'esodati' che stasera sono a casa più arrabbiati di me non pagheranno il mutuo con la Legge elettorale», conclude il leader del Carroccio.