15 ottobre 2025
Aggiornato 08:30
L'ex presidente Ue commenta il giudizio di Bruxelles

Prodi: «Rimandati perché facciamo finta di non capire»

L'ex premier Pd Romano Prodi, ex presidente della Commissione Ue, commenta la pagella dell'Unione europea sui dati economici e l'Italia è stata «rimandata» a marzo. Secondo Romano Prodi il problema è la politica sbagliata: nelle condizioni in cui verte oggi la nostra economia, risulta impossibile recuperare e raggiungere gli obiettivi richiesti dalla Ue.

ROMA - L'ex premier Pd Romano Prodi, ex presidente della Commissione Ue, commenta la pagella dell'Unione europea sui dati economici e l'Italia è stata «rimandata» a marzo. Secondo Romano Prodi «ci hanno rimandato con un messaggio di cambiamento di metodo. Quando Moscovici dice che le misure verranno considerate sulla stabilità di medio termine vuol dire che anche a marzo non farà solo il ragioniere ma, verificherà le condizioni di contorno: entra un po' più di politica nella nuova Commissione rispetto alla vecchia. Ci hanno rimandato ma con un atteggiamento più politico. Non è un cambiamento radicale, è un' interpretazione un po' più di buon senso rispetto alle precedenti»

SIAMO IN UNA POLITICA SBAGLIATA - L'ex premier, a Focus economia di Sebastiano Barisoni su Radio 24, aggiunge, inoltre, che - secondo il suo parere - il problema sarebbe alla base, ovvero la politica. Prodi si dice certo che, nelle condizioni in cui verte oggi la nostra economia, risulta impossibile recuperare e raggiungere gli obiettivi richiesti da Bruxelles. Afferma, infatti, l'ex premier: «Non è una questione di avere più tempo per fare i compiti, è il programma di studi che è sbagliato. Siamo in una politica sbagliata, questo è il problema. Da 20 miliardi se ne possono sviluppare altri 15 ma non nella situazione attuale. Questo vale solo in un' economia in ripresa». Quanto alla Germania, «i tedeschi - ha detto ancora l'ex presidente Ue - hanno messo 10 miliardi per gli investimenti interni in opere pubbliche, ma come fanno a cambiare l'Europa? Non danno un impulso all'economia. Il paese guida dell'Europa che ha la leadership dell'Europa ma che non si prende la responsabilità della leadership».