26 aprile 2024
Aggiornato 08:00
Conti pubblici

«L'austerità ha fallito»

Lo ha affermato fra l'altro il prof Gustavo Piga, presidente del comitato promotore del referendum «Stop Austerità» promosso con Fratelli d'Italia e presentato oggi a Montecitorio con diversi esponenti del partito guidato a Giorgia Meloni fra i quali Guido Crosetto, Gianni Alemanno e Fabio Rampelli.

ROMA - «L'austerità ha fallito. Riprendiamoci la crescita, riprendiamoci l'Europa: diciamo sì alla crescita e all'Europa del lavoro e di un nuovo sviluppo». Lo ha affermato fra l'altro il prof Gustavo Piga, presidente del comitato promotore del referendum "Stop Austerità" promosso con Fratelli d'Italia e presentato oggi a Montecitorio con diversi esponenti del partito guidato a Giorgia Meloni fra i quali Guido Crosetto, Gianni Alemanno e Fabio Rampelli.

LA MANNAIA DEL FISCAL COMPACT - «Gli obiettivi di spending review - ha sottolineato il prof Piga - ammontano a 17 miliardi di tagli per il 2015 e 32 miliardi per il 2016. Sarebbe auspicabile che il ministro Padoan potesse impegnarsi a calcolare quanta spesa per investimenti si potrebbe fare con le nuove risorse, ma questo gli è impedito dalla logica perversa del Fiscal Compact che non permette di riutilizzare questi risparmi per lo sviluppo e la stabilità dei conti pubblici».
«E' anche essenziale - ha aggiunto - prendere atto che l'avvio di una riforma della spesa pubblica per lavori, beni e servizi va fatta bene e con il dovuto tempo. Il Fiscal Compact con le sue tabelle di marcia senza se e senza ma in una recessione obbliga il Ministro a fare tagli lineari a casaccio che uccidono economia e conti pubblici. Ecco perché il nostro referendum rappresenta la condizione necessaria per la ripresa civile, sociale ed economica del nostro Paese».

ALEMANNO: RISCHIO TROIKA - «Abbiamo aderito come Fdi-An ai referendum contro il fiscal compact promossi dal Comitato 'Stop Austerità' - ha spiegato in particolare Alemanno - perché riteniamo imprescindibile la ridefinizione delle condizioni poste dall'Ue per far uscire l'Italia dalla crisi economica. Il Presidente Renzi fa di tutto per nascondere il devastante impatto sui conti italiani del Fiscal Compact e continua a negare la necessità di una manovra economica, ma in realtà, se non viene modificato questo trattato europeo, l'Italia nel 2015 dovrà tagliare i suoi conti di almeno 30 mld di euro».
«Se sommiamo queste cifre alla manovra economica che secondo la Ragioneria dello Stato è di almeno 17 mld di euro - ha aggiunto l'ex Sindaco di Roma - si dimostra che il Presidente del Consiglio sta mentendo agli italiani quando dice che non siamo in piena emergenza economica. Pur rimanendo fortemente critici nei confronti della Moneta Unica non possiamo non partecipare ad un grande fronte trasversale che da sinistra a destra denuncia il baratro più immediato in cui rischia di cadere il nostro Paese: se il Fiscal Compact non sarà modificato l'Italia rischia di finire nelle mani della troika europea come avvenuto in Grecia».