27 aprile 2024
Aggiornato 03:00
Riforme costituzionali

PD: Ora tocca a noi

Inizia la battaglia delle riforme, che si combatterà a colpi di emendamenti dentro e fuori il Pd. E c'è chi è aperto al dialogo col M5s come Tonini, e chi come la Moretti spera in un cessate il fuoco da parte dell'opposizione grillina.

ROMA - Matteo Renzi insiste per avere il via libera della riforma costituzionale al Senato entro luglio, per poi aprire la partita della legge elettorale, ma ora tocca alla difficile partita in Aula con i 7800 emendamenti. Presentati quasi tutti dalle opposizioni, ma non solo. Intanto prosegue il dibattito interno al Pd, dopo il faccia a faccia con i grillini.

Di Giorgi (Pd): Servono riforme veloci - Parla ad Agorà estate Rosa Maria Di Giorgi (Pd): «La velocità è una variabile importantissima in questo momento. E rispetto al senso di responsabilità: cominciamo a farle velocemente le riforme. C'è bisogno di essere rapidi, non di perdere giornate intere in Aula perché non passano i decreti.» E ha concluso: «E' il paese che vuole che siamo rapidi, non è Renzi che per carattere vuole fare le cose velocemente».

Tonini: Lavoriamo per una riforma condivisa- «Non è stata fatta alcuna forzatura sui tempi, tant'è vero che sono mesi che stiamo lavorando in Commissione e abbiamo cominciato a lavorare in Assemblea, ormai da diversi giorni, sulle proposte avanzate dal Governo. Nemmeno l'Assemblea costituente dedicò tanto tempo all'esame di un aspetto circoscritto della Carta»: a scriverlo in una nota é Giorgio Tonini, vicepresidente del gruppo Pd, nel corso del dibattito sulle riforme.
«Per quanto riguarda in particolare il Governo, esso ha avuto il merito di allargare di nuovo il tavolo del confronto politico sulle riforme, perché alla crisi del Governo Letta il tavolo delle riforme si era drammaticamente ristretto. Il presidente Renzi allora ha riportato al tavolo Forza Italia, con tutte le difficoltà del caso, e adesso sta lavorando, come abbiamo visto più volte in streaming, per tenere al tavolo anche il Movimento 5 Stelle, con un apporto che noi abbiamo giudicato assolutamente positivo. Stiamo quindi lavorando per questo, cioè per fare una riforma che sia la più largamente condivisa».

Russo: Noi mettiamo «vino nuovo in otri nuovi» - «Quello che ci apprestiamo a votare non è il testo del Nazareno come ho sentito ripetere fino alla noia. È il testo di palazzo Madama e gli atti parlamentari lo testimoniano in modo inequivoco. Non è la scelta di un parlamento succube e rassegnato davanti ad un presunta volontà totalitaria del Governo, inviterei tutti a non avvalorare questa tesi macchiettistica che fa passare in secondo piano tre mesi di lavoro intenso, centinaia di ore di dibattito, migliaia di emendamenti": sostiene il senatore del Pd Francesco Russo, intervenendo nel dibattito sulle Riforme in corso nell'Aula del Senato.
«Abbiamo lavorato sulla Carta Costituzionale - ha sottolineato - con il coraggio di mettere "il vino nuovo in otri nuovi", di difendere i principi della partecipazione e della democrazia senza nostalgia per pur nobili modelli novecenteschi, di usare la fantasia che serve a costruire il futuro e non ad imbalsamare le istituzioni del passato il cui fallimento spinge oggi ad un'ansia riformatrice dai tratti perfino emergenziali».

Sarà il Senato delle Regioni e dell'Europa - «Ci sono innovazioni che faranno di questo Senato un modello peculiare in Europa e voglio ricordare che 45 colleghi, di quasi tutti i gruppi - ha aggiunto il senatore Pd - hanno sottoscritto un mio emendamento finalizzato a dare al nuovo Senato, accanto al profilo di Camera delle Autonomie quello di una chiara e forte vocazione europea. Se c'è una responsabilità che in molti avvertiamo rispetto al futuro del nostro Paese è quella di aiutare l'Italia ad uscire dal proprio provincialismo, dall'illusione della autosufficienza, recuperando un legame forte con il mondo che spesso corre a velocità doppia della nostra».
«Sentiamo tutti il peso dell'irripetibile eredità di chi ha elaborato la Carta Costituzionale quasi settant'anni fa. Ma credo che una generazione debba, se vuole davvero corrispondere alle responsabilità che il proprio tempo le affida, avere il coraggio dell'ambizione, quella che non fa non misurare ogni giorno la distanza con la grandezza dei padri, ma spinge ad impegnarsi per lasciare un pegno per il futuro dei propri figli", ha concluso Russo.

Moretti: Ok, ora dalle parole ai fatti - «Incontro positivo e soddisfazione per la nuova linea dialogante assunta dal Movimento 5 stelle - e speriamo che Di Maio contagi tutto il movimento - ma adesso bisogna passare dalle parole ai fatti a partire dalla necessità che arrivi un segnale di 'cessate il fuoco' dall'opposizione grillina nel percorso di riforma del Senato, rallentato da oltre 7.380 emendamenti: discuteremo le proposte del M5S non appena avremo terminato la prima lettura del processo di riforma costituzionale ed è per questo che chiediamo di non perdere tempo con dannosi ostruzionismi", afferma l'europarlamentare del Pd Alessandra Moretti.
«Il Partito Democratico non si alzerà dal tavolo con il M5S, ma le proposte che sono uscite da lì vanno condivise con tutte le altre forze politiche che si vogliono impegnare nel percorso delle riforme: la Costituzione non appartiene né a Grillo, né al Partito Democratico, la Costituzione appartiene al popolo italiano», conclude la parlamentare dem.