Renzi-M5S: un altro giro di valzer con i Proci
Nel secondo round fra Pd e 5Stelle i punti di incontro fra i grillini e il premier sono sembrati molto più numerosi dei motivi di conflitto. E' tutto da verificare, però, se le convergenze si tradurranno in fatti concreti. Per ora Renzi prende tempo, e Di Maio glielo concede, forse a titolo personale. Intanto da Forza Italia arriva un avvertimento: «Matteo non esagerare con i valzer concessi ai gr
ROMA - Un'altra giornata del Presidente del Consiglio passata ad interpretare la parte di Telemaco, il figlio di Ulisse, che impiega molte delle sue energie per tenere a bada i Proci, e rimandare così, quanto più possibile, il momento delle decisioni senza ritorno.
Il confronto fra Il Pd, e la delegazione del M5S guidata da Luigi di Maio è stato contrassegnato da una disponibilità di Matteo Renzi a discutere di tutto, dall'immunità, alle preferenze, fino addirittura a sposare la proposta dei grillini di assegnare il premio di maggioranza al partito e non alla coalizione che ha vinto le elezioni. Il discorso cambia, però, se si passa a ipotizzare quanto della buona volontà ad ascoltare del premier possa tradursi in atti concreti.
Renzi: "Vorrei ma non posso"
Se si passa alla prova dei fatti l'atteggiamento di Renzi nei confronti delle proposte del Movimento di Grillo sembra pari pari quello di una padre, ben disposto, che davanti ai propri figli allarga le braccia, accompagnando al gesto di impotenza un: «mi piacerebbe tanto accontentarvi, ma non ho i mezzi per farlo».
Ecco infatti come Renzi ha accolto la proposta «rivoluzionaria» dei grillini sul premio di maggioranza: «A me questa vostra idea piace da impazzire, ma capisco che alcuni partiti, sia in coalizione di governo sia fuori, possano avere dubbi Per come conosco Forza Italia può essere intenzionata a dire di sì, piu difficile che lo faccia Italia popolare o Sel». Che in sostanza vuole dire unicamente: «non posso concedere nulla, ma il rifiuto non dipende da me».
Di Maio, mister pazienza
Ora c'è da capire come il movimento di Grillo sia disposto ad andare avanti con la melina di Matteo-Telemaco. Luigi Di Maio, che sulla roulette del dialogo con il Pd si sta giocando tutta la posta che Grillo e Casaleggio gli hanno messo a disposizione, ha letto così il secondo faccia a faccia con il segretario-presidente: «Oggi abbiamo incontrato il Pd. Sono lenti, devo dire: hanno rimandato ad un altro tavolo... dopo 25 giorni di gestazione dal primo. Non gli lasceremo spazio per alibi o perdite di tempo. Dall'inizio della nostra esistenza abbiamo sempre detto 'collaboriamo punto su punto' con chi ci sta. Sulle preferenze c'è stata un'apertura (che verificheremo eccome). Non siamo assolutamente d'accordo sul loro Senato non elettivo, ciò non vuol dire che non possiamo votare insieme l'abolizione dell'immunità parlamentare e gli altri punti esaminati al tavolo.Occhi puntati sul Senato dalla settimana prossima. Si vota per l'immunità parlamentare e vediamo se tengono fede agli impegni di fine tavolo».
L'ala dura si allena per la rivincita
Quindi di Maio continua a voler stare al gioco. Ma l'ala dura che lo aspetta al varco di un insuccesso, i vari Di Battista che da un giorno all' altro sono finiti nel cono d'ombra del M5S, fino a quando riusciranno a non sbottare in nome di risultati che hanno tutta l'aria di non arrivare mai?
Debora Serracchiani, i dubbi della ragione
Se lo è chiesto anche Debora Serracchiani: «Quello con il M5S è stato un incontro positivo per continuare a dialogare sulle riforme-ha affermato il vicesegretario del Pd- Noi abbiamo dimostrato l'interesse ad andare avanti nella convinzione che le regole vadano scritte con tutti. Speriamo che lo stesso valga per tutto il M5s visto che anche negli ultimi giorni, tra smentite, rettifiche e insulti c'è chi ha dimostrato di preferire al dialogo la contrapposizione frontale».
Da Cicerone ai vaffa
Quanto la preoccupazione di Debora Serracchiani che Di Maio parli in rappresentanza di una parte del Movimento solo momentaneamente maggioritaria lo confermano le parole di Vito Petrocelli, vice capogruppo dei 5Stelle al Senato: «Fino a quando abuserai della nostra pazienza, o Renzi? Per quanto tempo ancora codesto tuo furore amministrativo di facciata ci befferà? A quale limite si spingerà la sfrenata tua audacia di spararle sempre più grosse grazie alla complicità dei tuoi megafoni sociali (i giornali e le tivù)?» E' quanto ha affermato, o per meglio dire declamato, il senatore grilino, scomodando addirittura la prima Catilinaria di Cicerone e quattro delle sue Filippiche.
Quanto, però, sia facile per i grillini passare da Cicerone agli insulti e ai vaffa ce lo ricorda ad ogni occasione Grillo. Quindi Renzi farebbe bene a chiedersi fino a quando continueranno a funzionare le batterie dialoganti che la Casaleggio & Associati ha fornito a Di Maio.
Forza Italia, basta con i valzer
Ma non solo targati 5Stelle i Proci che si agitano nel Palazzo con i quali se la deve vedere Matteo-Telemaco. «Il presidente Renzi fa bene a discutere con tutti ma ancora meglio farà a evitare giri di valzer inconcludenti e dannosi. Ho sempre sostenuto che la partita delle riforme si complicava nell'ultimo miglio ma vedo che invece rischia di aggrovigliarsi quando di miglia ne mancano ancora molte». Lo ha avvertito Osvaldo Napoli, autorevole dirigente di Forza Italia che così ha chiarito il suo pensiero: «I grillini danno una lettura positiva del loro incontro con Renzi e il Pd e pronosticano addirittura un'apertura sul tema delle preferenze. Se così stanno le cose, e in attesa che Renzi chiarisca il suo pensiero, per Forza Italia si apre una doverosa fase di riflessione. Capisco gli espedienti tattici in una trattativa, ma Renzi farà bene a non esagerare».
I sogni di Renzi
Matteo-Telemaco per ora è riuscito nel non facile compito di dribblare la pressione asfissiante di tutti questi pretetendenti. Come pensa di potere continuare il suo slalom? Concedendosi ai sogni.
«Sarebbe molto più bello essere autoritari», si è infatti lasciato sfuggire. Molti l'hanno presa come una battuta ironica, ma qualcuno si è accorto che aveva gli occhi rivolti al cielo e le mani giunte.
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