11 ottobre 2024
Aggiornato 12:30
Medio Oriente | Iran

Rohani: «Programma nucleare? Non abbiamo più vincoli»

Il Presidente iraniano: «Stiamo arricchendo più uranio rispetto al 2015. Dialogo con il mondo difficile ma possibile». Per Teheran l'UE ha «venduto» l'intesa sul nucleare per evitare aumento dazi USA

Il Presidente iraniano, Hassan Rohani
Il Presidente iraniano, Hassan Rohani Foto: ANSA

TEHERAN - Un dialogo tra la Comunità internazionale e la Repubblica Islamica iraniana «è difficile ma possibile». Così il presidente iraniano Hassan Rohani, aggiungendo tuttavia che il suo Paese «non ha più vincoli» riguardo il suo programma nucleare dopo il ritiro degli Stati Uniti della storica intesa siglata da Teheran con le grandi potenze mondiali. In un discorso pronunciato alla tv pubblica, il capo di Stato iraniano si è soffermato sulle tensioni con gli Stati Uniti, affermando che «l'amministrazione americana ha pianificato la distruzione del regime nella Repubblica Islamica nel giro di tre mesi», ma - ha detto - «la partecipazione del popolo alle elezioni e la sua resistenza hanno allontanato il fantasma della guerra contro il nostro Paese», come riporta l'emittente iraniana in arabo al Alam.

Quindi riferendosi al presidente americano ha affermato: «Trump ha dato origine a problemi non solo con noi ma con tutti. Tutti hanno condannato Trump dopo il suo ritiro dall'accordo nucleare», ha detto ancora prima di aggiungere che «oggi non abbiamo nessun vincolo nel nostro programma nucleare».

Rohani: «Arricchiamo più uranio rispetto al 2015»

La Repubblica Islamica iraniano sta arricchendo più uranio rispetto a prima del 2015, quando venne firmato da Teheran l'accordo nucleare con le grandi potenze mondiali. «Stiamo arricchendo più uranio rispetto a prima che l'accordo fosse raggiunto ... La pressione sull'Iran è aumentata ma continuiamo a progredire», ha detto Rohani in un discorso televisivo. L'Iran ha gradualmente ridimensionato i suoi impegni nell'ambito dell'accordo nucleare, siglato con Stati Uniti, Cina, Russia, Germania, Francia e Regno Unito, dopo che Washington ha annunciato il ritiro degli Stati Uniti dalla storica intesa dando il via a nuove sanzioni che hanno paralizzato l'economia del paese.

UE ha «venduto» intesa per evitare dazi USA

La Repubblica islamica iraniana ha accusato gli europei di aver sacrificato «i resti» dell'accordo nucleare del 2015 per i loro interessi economici a seguito di un possibile ricatto del presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Parigi, Londra e Berlino «hanno venduto i resti (dell'accordo) per evitare ulteriori dazi di Trump», ha scritto su Twitter il ministro degli Esteri iraniano Mohammad Javad Zarif. Il capo della diplomazia di Teheran rilancia quanto scritto ieri dal Washington Post, secondo cui «Trump ha segretamente minacciato (le tre capitali) di imporre dazi del 25% sulle auto europee» in caso di mancata attivazione del meccanismo di risoluzione dispute (MRD) sull'accordo nucleare iraniano siglato da Teheran nel 2015 con le grandi potenze mondiali.

La storica intesa, firmata tra la Repubblica islamica e il gruppo 5 + 1 (Cina, Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna, Russia e Germania), minaccia di essere infranta da quando Trump lo ha denunciato unilateralmente nel 2018 prima di ripristinare sanzioni economiche punitive contro Teheran, che Washington ha continuato a inasprire da allora. In risposta al ritiro americano, Teheran ha avviato da maggio un processo graduale di disimpegno dall'intesa. I tre stati europei hanno annunciato martedì scorso di aver avviato il MRD nel tentativo di costringere Teheran a tornare alla piena applicazione del testo.

L'«appetito» di Trump

Citando fonti europee, il Washington Post ha scritto che una di loro ha descritto la «minaccia segreta» recentemente indirizzata dal governo di Trump agli europei come «ricatto». «Non funzionerà, amici miei», ha detto Zarif agli europei sull'MRD: «Risveglierà solo l'appetito» di Trump. «Se vuoi vendere la tua integrità, provaci. Ma NON aderire a grandi principi morali o legali», ha aggiunto.