Scatta la rappresaglia dell'Iran, missili contro basi USA in Iraq. Khamenei: «Solo un primo schiaffo»
Almeno 80 morti secondo Teheran, ma Trump esclude vittime americane: «Va tutto bene, valutiamo i danni». Atteso intervento in mattinata. Pasdaran minacciano rappresaglie su Dubai, Haifa, Tel Aviv

TEHERAN - La temuta rappresaglia dell'Iran non si è fatta attendere. Nel corso della notte il Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche iraniane ha lanciato un attacco missilistico contro almeno due basi in Iraq che ospitano militari statunitensi, a Al Assad e Erbil. L'attacco è stato rivendicato dall'Iran e confermato dal Pentagono, che con un comunicato ha parlato di almeno una decina di razzi mentre sono ancora in corso le operazioni per accertare eventuali vittime, ferito e danni.
Le basi in questione erano già in condizioni di elevata allerta a causa delle precedenti minacce da parte dell'Iran. Secondo il Pentagono i missili sono stati lanciati dal suolo iraniano.
«La feroce vendetta della guardia rivoluzionaria è iniziata», recita un comunicato diffuso dal Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche iraniane.
Con un comunicato la Casa Bianca ha per parte sua riferito di essere a conoscenza della vicenda: «Il presidente è stato informato e sta monitorando attentamente la situazione, consultando la squadra responsabile della sicurezza nazionale».
L'attacco ha innescato repentine reazioni sui mercati: balzi in avanti di oro e petrolio, mentre contratti futures sull'azionario di Wall Street hanno virato su pesanti cali. Il barile di West Texas Intermediate segna un aumento di 2,75 dollari a quota 65,45 dollari, mentre l'oncia d'oro aumenta di oltre 36 dollari a quota 1.610 dollari. I future sull'indice Dow Jones calano dello 1,44 per cento. Tokyo segna un meno 2,61 per cento.
In precedenza il presidente Usa Donald Trump era tornato sul radid dei giorni scorsi, definendo Qasem Soleimani «un mostro», «un terrorista» che «stava preparando un duro attacco contro di noi": sopprimerlo «ha consentito di salvare molte vite», ha detto.
Il numero uno della Casa bianca ha ricevuto i giornalisti nello studio ovale, durante la visita del premier greco Kyriakos Mitsotakis, mentre persiste un clima di forte tensione e le forze statunitensi in Medio Oriente sono state messe in stato di massima allerta. «Era un mostro - ha detto Trump - e ora non è più un mostro: è morto. Stava preparando un attacco in grande contro di noi. Ne sentirete parlare e non penso che nessuno possa lamentarsi».
A modo suo, Trump ha invece ritirato la minaccia di colpire siti culturali iraniani. «Hanno il diritto di uccidere i nostri cittadini (...) e secondo varie leggi, dovremmo stare attenti al loro patrimonio culturale - si è sfogato - Ma se questa è la legge, a me piace obbedire alla legge».