18 agosto 2025
Aggiornato 11:30
Più che dimezzato il debito austriaco nei confronti della Baviera

Perché con l'Austria la Germania è stata indulgente (e con la Grecia no)

L'intransigenza di Berlino nei confronti della Grecia é sotto gli occhi di tutti. Ma la Germania, in altri casi, sa anche essere molto indulgente. Lo è stata con l'Austria, nell'accordo che ha più che dimezzato i debiti dell'austriaca Carinzia nei confronti della tedesca Baviera a seguito del fallimento della banca Hypo Group Alpe Adria

BRUXELLES«Agreement». L’accordo tra Grecia e creditori è stato trovato nella notte, dopo un’estenuante sessione di negoziati e un referendum che ha fatto rabbrividire l'Europa. Ma mentre Atene lottava con le unghie e con i denti per difendere la propria stessa sopravvivenza contro l’intransigenza di Bruxelles, un altro Paese d’Europa se l’è dovuta vedere con i propri debiti. Sorpresa: non parliamo di una delle «cicale» del Sud, ma di un serissimo Stato del Nord: l’Austria. Che, martedì 7 luglio, ha firmato un accordo con la Baviera sui debiti ad essa dovuti dalla Carinzia per il fallimento della banca Hypo Group Alpe Adria.

L’indulgenza verso la Carinzia
In quel caso, l’accordo c’è stato, e il debito – a differenza che quello della Grecia – è stato ristrutturato. Il quotidiano economico francese La Tribune spiega che, al termine di una vicenda lunga e controversa, lo Stato federale austriaco della Carinzia e il land tedesco della Baviera hanno firmato un documento che consentirà di tagliare più della metà del debito del primo nei confronti del secondo. Peraltro, la cifra scontata – di 1,45 miliardi di euro – è di poco inferiore all’1,6 miliardi mai rimborsati dalla Grecia all’FMI. Ma quando al centro della vicenda ci sono le banche – «gran protette» d’Europa –, Berlino si riscopre indulgente.

Una storia di malagestione bancaria (tanto per cambiare)
La storia è complessa. Protagonista, la banca Hypo Group Alpe Adria, le cui quote di maggioranza erano detenute, fino al 2007, dalla Carinzia. Nel marzo 2007, il land austriaco ha venduto le sue quote alla banca regionale bavarese Bayerische Landesbank (BayernLB), che però, con la crisi finanziaria, si è presto trovata in difficoltà, mentre la Hypo Group Alpe Adria è stata sommersa dai debiti che non è più stata in grado di ripagare. Così, nel dicembre 2009 la Carinzia ha deciso di nazionalizzare la banca, comprandola al prezzo simbolico di un euro. Qualche tempo dopo, il land austriaco ha creato la «bad bank» Heta, forziere delle conseguenze della decennale spregiudicata gestione dell’Adria. Lo scorso marzo, la ciliegina sulla torta: un nuovo buco nei conti dell’Heta pari a 7,6 miliardi di euro, il 2,3% del Pil austriaco. Così, l’Austrian Financial Market Authority ha sospeso qualsiasi pagamento ai creditori fino a marzo 2016, cercando di ottenere una ristrutturazione del debito cresciuto ormai a dismisura.

Debito più che dimezzato
Ristrutturazione divenuta inevitabile dopo che, l’8 maggio scorso, la Corte regionale di Monaco ha condannato Vienna a pagare 2,75 miliardi di euro alla BayernLB, pari alla cifra (più interessi) che la banca bavarese aveva versato nelle casse della Hypo Group Alpe Adria nel 2009 nel tentativo di risollevarla dalla crisi. «Il Governo non butterà un altro euro dei contribuenti nell’Heta»: questo fu il commento del ministro delle Finanze autriaco, Jörg Schelling, di fronte al rischio di portare al fallimento lo Stato federale della Carinzia.

Vienna sì, Atene no
Una situazione potenzialmente esplosiva, che solo la ristrutturazione del debito ha potuto sciogliere. Secondo Le Tribune, BayernLB ha accettato di ricevere solo 1,3 su 2,75 miliardi di euro. Una risoluzione che sorprende, se paragonata alla durezza tedesca di fronte alla richiesta di Atene di rinegoziare il suo debito. Qualcuno osserverà che, nel caso del land austriaco, non si tratta di un default sovrano; eppure, ne ha tutto l’aspetto: uno Stato dell’eurozona ha deciso di sospendere i suoi impegni verso i propri creditori, peraltro senza discussione e senza una reazione internazionale. Addirittura, c’è chi, in Baviera, si starebbe spingendo più in là, proponendo di annullare il debito austriaco. Una delle tante storie di «due pesi e due misure» a cui l’«Europa tedesca» pare essere tanto avvezza.