19 aprile 2024
Aggiornato 09:30
Parla il capo della missione monitoraggio dell'Ocse

Ucraina, situazione troppo fragile per nuovi osservatori

Il capo della missione di monitoraggio dell'Ocse nell'Est dell'Ucraina ha dichiarato che non ha molto senso l'idea di aumentare il numero degli osservatori, finché la situazione resta fragile e soprattutto finchè questi avranno accesso limitato alle aree di conflitto.

VIENNA (askanews) - Il capo della missione di monitoraggio dell'Osce nell'Est dell'Ucraina ha dichiarato che non ha molto senso l'idea di aumentare il numero degli osservatori, finchè la situazione resta «fragile» e soprattutto finchè questi avranno accesso limitato alle aree di conflitto.

Problemi nel monitoraggio
«La missione speciale di monitoraggio può profittare di un incremento delle risorse in termini di personale solo se ha pieno accesso a tutte le aree dell'Est dell'Ucraina, inclusi tutti i territori attualmente fuori dal controllo governativo, e tutte le aree lungo il confine tra Ucraina e Federazione russa», ha argomentato Ertugul Apakan. «Sino a quando non saranno risolti questi problemi, l'aggiunta di altri osservatori avrà scarso impatto sulla capacità della missione di monitorare l'effettiva applicazione degli accordi di Minsk».

Missione raddoppiata
Il mese scorso, gli Stati membri dell'Osce hanno deciso di raddoppiare le dimensioni potenziali della speciale missione per il Sud-Est dell'Ucraina. Al momento questa conta su 429 osservatori nell'Est del Paese ex sovietico, e da metà maggio dovrebbe tornare a 500 persone.

Cessate il fuoco fragile 
«Il cessate il fuoco resta fragile, e la situazione per la popolazione locale rimane precaria - ha detto Apakan, parlando alla stampa - tutte le parti hanno bisogno di dare prova della massima cautela e contenimento e devo raddoppiare i loro sforzi per arrivare as una soluzione politica». Secondo il capo degli osservatori dell'Osce, malgrado una «graduale diminuzione» delle violazioni del cessate il fuoco in gran parti delle aree di conflitto da metà febbraio, ci sono stati «quotidiani scontri a fuoco, con lanci di granate, raffiche di fucili automatici, colpi di mortaio». Quanto al ritiro delle armi pesanti, uno dei punti concordati a Minsk lo scorso febbraio, le parti «hanno solo parzialmente fornito le necessarie informazioni», ha sottolineato Apakan. Secondo i dati Onu, oltre 6.000 persone hanno perso la vita in un anno di conflitto nell'Esy dell'Ucraina e gli sfollati sono oltre un milione.