19 aprile 2024
Aggiornato 21:00
La crisi siriana

Mosca a Washington: «Intervento in Siria solo con il placet di Assad»

Gli Stati uniti non possono intervenire contro lo Stato islamico (IS) in Siria senza un accordo con le autorità legittime del paese. L'ha affermato il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov, intendendo per autorità legittime il presidente in carica, Bashar al Assad. A Istanbul scontri per manifestazione anti-profughi siriani.

MOSCA - Gli Stati uniti non possono intervenire contro lo Stato islamico (IS) in Siria senza un accordo con le autorità legittime del paese. L'ha affermato il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov, intendendo per autorità legittime il presidente in carica, Bashar al Assad.
«Se, in base agli appelli delle forze militari USA, ci sono piani per combattere lo Stato islamico in Siria e in altri paesi, deve essere fatto in collaborazione coi governi legittimi», ha affermato il capo della diplomazia russa in una conferenza stampa a Mosca, ripresa dall'agenzia di stampa Interfax.
Per quanto riguarda i raid aerei Usa contro le postazioni dell'IS in Iraq, Lavrov ha detto di augurarsi che vengano effettuati in accordo con le autorità legittime irachene.

Damasco pronta a cooperare - Il governo di Damasco si dice pronto a cooperare con la comunità internazionale, inclusi gli Stati Uniti, per combattere contro il terrorismo, nel quadro di un risoluzione dell'Onu sugli estremisti. Lo ha detto il ministro degli Esteri siriano Walid Muallem.
«La Siria è pronta a cooperare e coordinarsi a livello regionale e internazionale per combattere contro il terrorismo e appoggia la risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onu numero 2170», ha detto Muallem.

A Istanbul scontri per manifestazione anti-profughi siriani - Centinaia di residenti di Istanbul si sono scontrati oggi con la polizia, mentre protestavano contro l'afflusso di rifugiati dalla Siria.
Gli scontri sono solo l'ultimo caso di violenze provocate dalla tensioni tra residenti turchi e rifugiati siriani in fuga dal loro paese per la guerra civile. Il numero di profughi in Turchia ha superato 1,2 milioni di unità.
La protesta è iniziata nel quartiere di Ikitelli, nella parte orientale del lato europeo di Istanbul. Tutto è partito da un'accusa, partita dai turchi, secondo la quale giovani siriani avrebbero molestati una ragazza locale.