19 aprile 2024
Aggiornato 23:30
La crisi ucraina

Un'altra giornata di sangue nel sudest dell'Ucraina

Gli scontri tra le truppe di Kiev e i separatisti filorussi continuano ad alta intensità, mentre la diplomazia internazionale cerca una via d'uscita dalla guerra che sembra arrivata in una fase cruciale. Tra ieri e oggi a Donetsk sono morti 34 civili e 29 sono rimasti feriti nella battaglia che ormai da giorni infuria per il controllo del capoluogo del Donbass.

KIEV - È stata un'altra giornata di sangue nel sudest dell'Ucraina, dove gli scontri tra le truppe di Kiev e i separatisti filorussi continuano ad alta intensità, mentre la diplomazia internazionale cerca una via d'uscita dalla guerra che sembra arrivata in una fase cruciale. Tra ieri e oggi a Donetsk sono morti 34 civili e 29 sono rimasti feriti nella battaglia che ormai da giorni infuria per il controllo del capoluogo del Donbass.

Nell'intera regione il numero delle vittime tra la popolazione sarebbe salito così a 951, 1748 i feriti, secondo le autorità locali. Per il Consiglio di sicurezza nazionale sono inoltre 468 le rapite e il cui destino è sconosciuto. Anche a Lugansk la situazione è sempre più critica e la metropoli a pochi chilometri dal confine con la Russia è ormai giunta alla terza settimana di vero e proprio assedio, con interi quartieri senz'acqua e corrente elettrica.

Dal 14 agosto, come aveva dichiarato la settimana scorsa il portavoce del governo Andrei Lysenko, l'esercito di Kiev ha circondato completamente la città, ma oggi fonti giornalistiche ucraine, per altro non riprese dal governo, avrebbero annunciato l'arrivo di rinforzi per i ribelli, una colonna di decine di blindati e 1200 uomini che per entrare a Lugansk avrebbe dunque dovuto spezzare il cordone dei militari di Kiev.

Un altro giallo dopo quello del misterioso sconfinamento di truppe russe che sarebbero state distrutte e di cui in realtà non c'è ancora stata traccia e conferma. Da parte governativa oggi è stata ammessa la perdita di nove uomini a Ilovaisk, cittadina a una ventina di chilometri a sudest di Donetsk. Secondo fonti di Kiev ormai i tre quarti del Donbass sono stati riportati sotto il controllo di Kiev e i separatisti si sono arroccati in pochi centri tra Donetsk e Lugansk.

Qui si attendono ancora gli aiuti umanitari russi, ma il convoglio inviato da Mosca non ha ancora varcato il confine e la Croce rossa internazionale e l'Osce non hanno ancora ricevuto le garanzie necessarie per il trasporto e la distribuzione nelle zone calde del conflitto. Le possibilità che si arrivi a una tregua che consenta l'avvio dell'operazione sono legate agli sforzi diplomatici che Kiev, Mosca e le cancellerie occidentali stanno rilanciando con forza.

Valery Chaly, consigliere del presidente Petro Poroshenko, ha detto che le prossime due settimane potranno essere decisive per la soluzione della crisi. Anche il ministro degli esteri tedesco Frank Walter Steinmeier, nonostante il poco fruttuoso incontro di domenica scorsa con i suoi colleghi di Ucraina, Russia e Francia, ha confermato di aver percepito segnali di avvicinamento. Sabato la cancelliera tedesca Angela Merkel arriverà direttamente a Kiev, per la prima volta dall'inizio della crisi cominciata ormai nove mesi fa, invitata direttamente da Poroshenko.

La mediazione tedesca, alla vigilia dell'incontro tra il capo di stato ucraino e Vladimir Putin il 26 agosto a Minsk, potrebbe essere utile per ammorbidire le posizioni del Cremlino.

Poroshenko ha tutto l'interesse nel terminare velocemente e con successo la campagna nel Donbass, in vista delle elezioni parlamentari anticipate che si terranno a ottobre. La conclusione vittoriosa della guerra potrebbe far volare il suo partito e una nuova consistente maggioranza parlamentare potrebbe metterlo al sicuro da eventuali rischi di destabilizzazione interna. Ma per pacificare il sudest ha necessariamente bisogno della mano tesa del Cremlino. Dopo il faccia a faccia di Minsk, nell'ambito di un vertice a cui parteciperanno anche i rappresentanti dell'Unione Europea e i leader dell'Unione Euroasiatica, Poroshenko sarà poi a Bruxelles il 30 agosto invitato dal presidente uscente della Commissione José Manuel Barroso: al centro dei colloqui anche l'implementazione dell'Accordo di associazione tra Kiev e Bruxelles che il parlamento di Kiev non ha ancora ratificato.