20 aprile 2024
Aggiornato 11:30
Pioggia di vendite

«Non è compito mio». Disastro Christine Lagarde: nel pieno della crisi Coronavirus fa esplodere lo spread italiano

Alla prima vera emergenza, già in tanti si interrogano sulla sua adeguatezza. Gli effetti della tanto attesa risposta di Christine Lagarde alla pandemia da Coronavirus sono disastrosi

Christine Lagarde
Christine Lagarde Foto: ANSA

MILANI - Seduta drammatica dei titoli di Stato dell'Italia, su ci si è scatenata una pioggia di vendite mentre le Borse crollavano per la delusione delle misure messe in campo dalla Bce contro il coronavirus. Già nel corso della mattina si era assistito ad alcune pressioni, ma tutto sommato in linea con quelle dei giorni passati e aumenti dei rendimenti sulla scadenza decennale dell'ordine dei 10 punti base. Nel pomeriggio il quadro è degenerato e in un tempo relativamente breve il tasso retributivo - che su queste emissioni si muove nella direzione specularmente opposta al prezzo - ha subito una impennata brutale, chiudendo in rialzo di 66 punti base all'1,89%.

Disastro Christine Lagarde

Per trovare livelli analoghi bisogna risalire all'agosto dello scorso anno, quando la crisi di governo aveva portato a fori aumenti dei tassi. Questo, a fronte di tassi sui Bund relativamente poco mossi, ha fatto ampliare enormemente il differenziale rispetto alle emissioni della Germania, lo spread che ha chiuso con un balzo a sua volta a 262 punti base. A scatenare il panico degli operatori potrebbero aver contribuito alcune frasi della presidente della Bce. Sulla crisi da coronavirus «ci saremo usando tutta la flessibilità, ma non siamo qui per chiudere gli spread», ha detto Christine Lagarde: «Questa non è la funzione né la mission della Bce, ci sono altri strumenti e altri attori per interventi su questi aspetti».

«Shock coronavirus grave ma pensiamo e speriamo temporaneo»

Lo shock da coronavirus «è grave» secondo la Bce, ma «riteniamo, speriamo temporaneo» perché «se tutti prenderanno le misure necessarie, l'economia segnerà un rimbalzo». Il rimbalzo potrebbe arrivare nel secondo semestre anche se la sua tempistica è «ancora altamente incerta» e dipende appunto dal varo di misure adeguate a tutti i livelli. Tutte le misure varate oggi dalla Bce, tra cui nuovi rifinanziamenti agevolati alle banche, mirati a sostenere l'economia reale, e l'espansione del programma di acquisti di titoli «aiuteranno ovviamente anche l'Italia, le sue banche, le sue imprese e le sue famiglie».

«Nessuno dovrebbe attendersi che sia la Bce a essere la prima linea nella risposta al coronavirus», spetta invece ai governi con le politiche di bilancio e «se si guarda a quanto è stato finora complessivamente annunciato» si arriva ad appena «un quarto di punto di Pil dell'area euro». Questo, ha spiegato la presidente della Bce, Christine Lagarde, «è il motivo per cui invochiamo una azione ambiziosa e coordinata» dei governi. «Spero che l'eurogruppo di lunedì produca misure di bilancio determinate e decisive», ha aggiunto.

Piazza Affari chiude a -16,9%, peggior crollo della sua storia

Piazza Affari ha chiuso la seduta in picchiata, registrando il peggior crollo della sua storia. L'indice principale Ftse Mib ha lasciato sul terreno il 16,92%, scivolando fino a quota 14.894 punti, livelli che non vedeva dal 2013. Crolli record per le Borse europee, con il mercato per niente rassicurato dal pacchetto di misure decise dalla Bce contro l'emergenza coronavirus. Parigi e Francoforte hanno perso il 12,2%, Madrid il 14%. A deludere la decisione di Francoforte di lasciare invariati i tassi di interesse mentre è stata aumentata la portata del QE a 120 miliardi fino alla fine dell'anno, che significa però circa poco più 13 miliardi di acquisti mensili in più a partire da aprile.

Panico da coronavirus - elevato ieri a livello di pandemia dall'Oms - anche a Wall Street che in avvio ha visto la sospensione di 15 minuti degli scambi per eccesso di ribasso. Nella notte il presidente Donald Trump ha deciso di bloccare per 30 giorni i viaggi in Usa dall'Europa.

BCE ha fatto quello che poteva (poco)

«Sull'orlo dell'esaurimento, ma ancora impegnata nel tentativo di dare sostegno all'area euro, la BCE, oggi, ha fatto quello che poteva. Ha garantito liquidità alle banche, pagandole per incrementare le operazione di prestito. Ma una popolazione che non può spendere perché i negozi sono chiusi, cosa che sta accadendo in Italia, non ha bisogno di credito». Lo afferma Oliver Blackbourn, Multi-Asset Portfolio Manager di Janus Henderson Investors. «L'obiettivo principale deve essere quello di evitare le inadempienze, aiutando sia le aziende che i consumatori a superare la situazione attuale. Altri 120 miliardi di euro di quantitative easing potrebbero aiutare i mercati obbligazionari degli Stati periferici, sebbene sembri che i titoli di Stato italiani non abbiano ricevuto il promemoria. Inoltre pare difficile prevedere con quale rapidità gli acquisti di asset si tramuteranno in prestiti alle imprese in un mercato del credito che funziona a malapena».

«In passato i governi dell'Eurozona hanno ignorato le richieste di riforme strutturali della BCE, ma forse questa volta ascolteranno la richiesta di ricorrere a stimoli fiscali. Tuttavia, i segnali di un approccio coordinato tra la BCE e i principali governi dell'Eurozona sono stati davvero pochi. I mercati sembrano intenzionati a forzare una risposta mentre continuano a registrare cali. Non bastano le indicazioni che la Germania possa abbandonare la sua posizione di bilancio, attualmente in pareggio; i mercati vogliono un'azione decisa e la vogliono ora - prosegue l'analista -. Dal 2011 si teme la frattura del potere all'interno della zona euro e sono proprio le situazioni di crisi come questa quelle che gli investitori temono. Analogamente alla situazione politica degli Stati Uniti, i mercati possono solo sperare che, con l'aggravarsi della crisi, i politici saranno costretti a superare le loro divergenze e a trovare un modo per presentare una risposta unitaria».