19 aprile 2024
Aggiornato 16:00
Vertice a Palazzo Chigi

Pensioni, le proposte del Governo spaccano il sindacato. Cgil: «Mobilitazione»

Il piccolo avanzamento rispetto al pacchetto di 7 misure per un costo complessivo di 300 milioni di euro, illustrato nella precedente riunione dal premier Paolo Gentiloni, ha incassato solo il sostegno della Cisl. Camusso: «Occasione persa»

I leader sindacali: Carmelo Barbagallo (UIL), Annamaria Furlan (CISL), Susanna Camusso (CGIL)
I leader sindacali: Carmelo Barbagallo (UIL), Annamaria Furlan (CISL), Susanna Camusso (CGIL) Foto: ANSA

ROMA - Il Governo mette sul tavolo della trattativa con i sindacati due nuove proposte sulle pensioni: l'esenzione per le 15 categorie di lavori gravosi sarà estesa anche alle pensioni di anzianità e non solo a quelle di vecchiaia; l'istituzione di un fondo con potenziali risparmi di spesa per consentire la proroga e la messa in regime dell'Ape sociale, prevista fino al termine del 2018. La verifica finale a Palazzo Chigi si è tradotta in un rinvio di pochi giorni, con un nuovo round fissato per martedì 21 alle 9.30 a Palazzo Chigi.

Il piccolo avanzamento rispetto al pacchetto di 7 misure per un costo complessivo di 300 milioni di euro, illustrato nella precedente riunione dal premier Paolo Gentiloni, ha però incassato solo il sostegno della Cisl. Dalla Cgil è infatti stato confermato il no all'impianto, al punto tale che il segretario generale Susanna Camusso ha annunciato che nei prossimi giorni la sua organizzazione valuterà e deciderà se indire una manifestazione nazionale o proclamare uno sciopero. La Uil, pur ribadendo le sue perplessità e contrarietà a diversi punti del piano del Governo, non vorrebbe tuttavia lasciarsi sfuggire la possibilità di portare a casa un risultato che possa impegnare anche il prossimo esecutivo all'indomani delle elezioni politiche. Insomma, il giudizio delle confederazioni sindacali è molto articolato e la spaccatura sembra ormai acquisita dagli stessi leader.

GENTILONI: SFORZO SIGNIFICATIVO - Aprendo la riunione, Gentiloni ha chiesto ai sindacati uno «sforzo significativo» di condivisione. «Vi chiediamo di sostenere questo pacchetto», ha spiegato il presidente del consiglio aggiungendo che si tratta di «misure doverose» perché è «giusto che vengano attenuati alcuni effetti nell'applicazione e nel metodo di calcolo dell'aspettativa di vita. Sono tutte cose sacrosante, di equità sociale e giuste in sè».
Gentiloni ha poi ricordato che quello proposto dal Governo «è un pacchetto molto rilevante che fa parte di una legge di bilancio che sia pure nella delicatezza delle risorse prevede misure per il pubblico impiego, per i giovani e per la povertà. Non ci limitiamo a recepire le indicazioni sull'aspettativa di vita, ma prendiamo atto dell'utilità di alcuni interventi mirati. Abbiamo fatto un investimento su questo tavolo, attribuendogli un ruolo importante. Per questo vi chiediamo di sostenere questo pacchetto, perché noi lo difenderemo nella misura in cui voi lo sosterrete».

CAMUSSO: OCCASIONE PERSA - La Cgil e in parte la Uil non hanno però accolto l'invito di Gentiloni. Il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, ha espresso «rammarico per il fatto che i sindacati abbiano opinioni diverse sulla bontà del pacchetto», che «contiene misure che migliorano la posizione pensionistica dei lavoratori, fermo restando l'impianto legislativo che richiede per legge l'adeguamento dell'età pensionabile l'aspettativa di vita». Il responsabile del Lavoro, Giuliano Poletti, ha invece posto l'accento sull'«impegno significativo» del Governo «dentro il percorso individuato con il verbale di intesa» della fase 1 sulla previdenza e, quindi, con un «lavoro coerente».
Susanna Camusso ha parlato di «occasione persa» su giovani e donne e scarsa attenzione sul lavoro di cura, in un «quadro di grande distanza rispetto agli impegni» presi. «Il Governo - ha dichiarato - non intende modificare il perimetro delle proposte fatte». Per questo, la segreteria della Cgil «valuterà» e «deciderà» eventuali scioperi o manifestazioni nazionali in base al mandato già ricevuto dal direttivo. La valutazione di corso d'Italia è di «grande insufficienza» e di fronte all'indisponibilità dell'esecutivo ad affrontare le «ingiustizie» del sistema è inevitabile «la mobilitazione che la mia organizzazione nelle prossime ore deciderà».

CISL POSITIVO - Annamaria Furlan ha espresso un «giudizio positivo sul lavoro fatto. E' un momento molto particolare della vita del Paese ed è assolutamente importante portare a compimento quell'intesa sulla previdenza che insieme avevamo costruito. Non riteniamo vantaggioso spostare in un mare aperto futuro, con tempi del tutto incerti, la gestione di un tema così importante per la vita delle persone». Secondo il numero uno della Cisl questo lavoro «deve essere acquisito, responsabilmente, già da questa legge finanziaria» perché «raccoglie alcune delle questioni fondamentali che avevamo posto». Furlan ha indicato alcune questioni che hanno bisogno di essere approfondite. Per esempio, l'allargamento a più lavoratori della siderurgia dello stop al meccanismo dell'aspettativa di vita, il silenzio-assenso sulla previdenza complementare.

UIL: ASPETTI POSITIVI - Per la Uil di Carmelo Barbagallo ci sono infine «alcuni aspetti positivi, altri meno e altri ancora da approfondire. Vorremmo che fossero fatte alcune correzioni al testo e che ci fossero chiariti alcuni aspetti sulle risorse e, in particolare, su giovani e donne». Barbagallo vuole comunque cercare un accordo, perché «in prossimità delle elezioni potremmo avere un sostegno a parole. Ma spero che si possa intervenire e modificare in meglio con ciò che riusciremo a tirare fuori da questo confronto, piuttosto che prometterci qualche mese di stop per poi ritrovarci pari pari al punto di partenza. Siamo pronti al confronto per cercare di portare a casa qualche risultato in più».

Di certo, dal 2019 ci sarà l'adeguemento dell'età a 67 anni. Con un accordo sarebbero escluse da questo meccanismo 15 categorie di lavori gravosi (sia per la pensione di vecchiaia che di anzianità). Dal 2019, per andare uscire dal lavoro in anticipo rispetto all'età di vecchiaia, in conseguenza dell'adeguamento del meccanismo dell'aspettativa di vita, saranno necessari 43 anni e tre mesi di contributi per gli uomini e 42 anni e 3 mesi per le donne.