19 aprile 2024
Aggiornato 14:30
Banche

Commissione d'inchiesta, nominati i fedelissimi di Renzi. Il Pd vuole «insabbiare» l'indagine?

Il Partito Democratico ha rotto gli indugi e reso noti i nomi dei membri della Commissione d'inchiesta sulle banche, ma questi destano non poche perplessità

Il Partito democratico ha pubblicato i nomi dei componenti della Commissione d'inchiesta sulle banche.
Il Partito democratico ha pubblicato i nomi dei componenti della Commissione d'inchiesta sulle banche. Foto: ANSA

ROMA - Il Partito democratico ha infine sciolto la riserva sui nomi dei membri della Commissione d'inchiesta sulle banche. Ma questi ci lasciano un po' perplessi perché particolarmente vicini al cosiddetto «giglio magico». La Commissione dovrà far luce – almeno sulla carta – su uno dei più controversi crac bancari della storia dello Stivale, ma i quindici componenti dem sapranno assolvere il loro compito nonostante il conflitto d'interessi della ex ministra per le Riforme del governo Renzi, Maria Elena Boschi? Ricordiamo - qualora ce ne fosse bisogno - che l'ex vicepresidente di Banca Etruria coinvolto nello scandalo è il papà dell'attuale sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio. E noi non possiamo fare a meno di notare che le persone chiamate a indagare sul crac sono estremamente vicine a Maria Elena Boschi. Come Francesco Bonifazi: avvocato, parlamentare e tesoriere del Partito democratico. Nonché ex fidanzato di Maria Elena.

Le nomine «gigliate» della Commissione d'inchiesta
Non mancano, però, altre nomine «gigliate». A cominciare da Matteo Orfini, fedelissimo di Matteo Renzi. Il presidente Pd aveva già preso chiaramente posizione sul crac di Banca Etruria difendendo la Boschi dalle accuse di Ferruccio De Bortoli, che da subito aveva denunciato quello «stantio odore di massoneria». Della Commissione d'inchiesta faranno parte anche Franco Vazio, Gian Pietro Dal Moro, Giovanni Sanga, Luigi Taranto, l'ex ministro Stefania Giannini, Mauro Del Barba, Franco Mirabelli e Mauro Marino. In totale, compresi gli esponenti della minoranza, fanno quindici componenti dem su quaranta. Una (s)proporzione che lascia quantomeno perplessi viste le implicazioni dell'indagine che la Commissione dovrà affrontare.

Solo cinque mesi di tempo per svolgere l'indagine
E desta scalpore anche l'ipotesi che possa essere Pierferdinando Casini, ex leader dell'Udc oggi a capo dei Centristi per l'Europa, a ricoprire il ruolo di presidente. Casini fa parte della maggioranza di Governo ed è difficile credere che userà il pugno di ferro per accertare responsabilità che potrebbero coinvolgere anche l'Esecutivo. Il Movimento 5 stelle grida allo scandalo e non usa mezzi termini per condannare la scelta delle nomine: «Gira il nome di Casini come presidente della commissione sulle banche. Se è vero, è la conferma che il Pd vuole insabbiare tutto». Senza contare il fatto che la Commissione d'inchiesta avrà pochissimo tempo per svolgere il suo lavoro, dato che la legislatura terminerà entro febbraio e decadrà con essa. La nostra sensazione è che la verità difficilmente verrà a galla.