Inflazione Ue a un passo dal target: la Bce prepara il cambio di rotta e la «exit strategy»
La ripresa dell'inflazione ha alimentato le divergenze in seno alla Bce tra chi vorrebbe procedere a un rialzo dei tassi e chi preferirebbe proseguire con gli stimoli monetari
FRANCOFORTE - Cambio di rotta in vista a Francoforte. Il Consiglio direttivo della Bce mantiene la linea morbida sulla politica monetaria e un atteggiamento molto cauto sulle sue mosse future, ma nei verbali dell'ultima riunione - che si è svolta il 16 e 27 aprile a Francoforte - vi sono chiare indicazioni sul fatto che a giugno verranno valutati, ed eventualmente comunicati, nuovi possibili orientamenti sulle prospettive future.
Restano le incertezze sulla stabilità dei prezzi
«All'incontro di giugno», che si terrà il 7 e l'8 a Tallin, in Lettonia «saranno disponibili le nuove previsioni dei tecnici, assieme a nuovi dati e analisi che metteranno il Consiglio in una migliore posizione per rivalutare la sostenibilità della ripresa e delle prospettive dell'inflazione», si legge. Tra i banchieri centrali vi è una valutazione abbastanza condivisa del fatto che al momento non vi sono elementi tali da dare sufficiente certezza sulla sostenibilità della risalita dell'inflazione, nel caso in cui venissero rimossi o ridotti gli stimoli monetari.
Le divergenze in seno alla Bce
Secondo le minute della Bce delle divergenze di vedute ci sono state sui rischi che gravano sulle prospettive economiche, legate a doppio filo con quelle sul caro vita. Alcuni esponenti hanno sostenuto che i rischi sul Pil si possano ora considerare complessivamente equilibrati, in particolare dato il recente miglioramento degli indicatori e il calo dell'incertezza politica, come il rappresentante francese della Bce, Benoit Coeuré. Altri componenti hanno mantenuto il parere che prevalgano i rischi al ribasso e che, data la situazione di incertezza, un cambiamento nella valutazione dei rischi fosse prematuro.
E' passata la linea dei rischi al ribasso, ma...
Alla fine, nel comunicato del Consiglio è passata la linea sul persistere di rischi al ribasso. Anche perché, parallelamente, vi è stato un ampio consenso sul fatto che al momento dell'incontro non vi erano stati ancora chiari segnali di risalita dell'inflazione di fondo, mentre le dinamiche salariali non hanno mostrato accelerazioni. Formalmente gli stimoli monetari della Bce servono a favorire un ritorno dell'inflazione a valori giudicati come coerenti con la stabilità dei prezzi: crescita inferiore ma vicina al 2 per cento sul medio termine.
Francoforte prepara il terreno per lo stop al QE
«E' stato ampiamente condiviso il parere che la convergenza dell'inflazione verso i livelli obiettivo non fosse stata sufficiente - si legge -. E che la linea di politica monetaria attuale restava appropriata». Ma è stato altresì convenuto che l'ipotesi che si renda necessario un potenziamento degli stimoli è oggi meno probabile. E che a giugno, appunto, ci saranno più elementi per valutare la situazione ed eventualmente rivedere le attese. Insomma, la Bce, in questi verbali, prepara il terreno a eventuali aggiornamenti della sua comunicazione a un futuro in cui la sua linea monetaria potrebbe virare verso la normalizzazione.
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