2 ottobre 2025
Aggiornato 23:00
Non-performing loans

Le banche europee hanno in pancia ancora troppe sofferenze

Il rapporto dell'Eba rileva che nonostante il calo dei Npl, la qualità degli asset resta debole e i crediti deteriorati sono troppo alti. L'Italia ha il quinto livello più elevato di tutta l'Unione europea

ROMA - Le banche europee hanno continuato a rafforzare i loro livelli patrimoniali e a ridurre il peso dei crediti deteriorati, ma secondo il rapporto dell'Eba su rischi e vulnerabilità del sistema, permane e anzi si accentua il problema della bassa redditività. Inoltre «i rischi nella gestione operati appaiono a loro volta orientati al rialzo - afferma l'Autorità bancaria europea nello studio - e la volatilità dei mercati di finanziamento resta elevata».

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Il rapporto dell'Eba
Il rapporto dell'Eba è stato accompagnato da una relazione comparativa di trasparenza su 131 banche europee. In generale rileva che il principale coefficiente patrimoniale, il Cet1 è salito al 13,6 per cento a giugno 2016, circa 8 decimi di punto in più (80 punti base) rispetto allo stesso periodo di un anno prima. «Il continuo miglioramento è stato prevalentemente dovuto al rafforzamento delle posizioni di capitale delle banche», rileva l'Eba. Nel frattempo l'incidenza dei crediti deteriorati media è calata al 5,4 per cento nel secondo semestre dell'anno, dal 6,4 per cento cui si attestava a fine 2014.

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Troppi crediti deteriorati nelle banche europee
«Anche se ci sono segnali di potenziale miglioramento - afferma l'ente - la qualità degli asset resta debole rispetto ai precedenti storici». E il problema di crediti deteriorati e sofferenze resta anche concentrato su alcuni Paesi: in un caso su tre l'incidenza degli Npl supera il 10 per cento. Tra questi figura l'Italia, dove secondo l'Eba l'incidenza dei crediti deteriorati ha segnato lievi miglioramenti ma restando al di sopra del 16 per cento, il quinto livello più elevato di tutta l'Unione europea. Al primo posto si piazzano le banche di Cipro, con Npl oltre il 45 per cento degli impieghi, seguite dalla Grecia su valori simili, e poi il Portogallo al 20 per cento e la Slovenia attorno al 19 per cento.

Gli altri rischi rilevati dallo Studio dell'Eba
Passando al nodo della redditivià, l'Eba rileva come in media il Roe (return on equity), il valore cioè della remunerazione del capitale di rischio investito, sia caduto al 5,7 per cento a metà 2017, un intero punto percentuale in meno (o 100 punti base) rispetto ad un anno prima. A zavorrare le redditività è stato un calo dell'8,8 per cento sul margine operativo medio. Ma l'aspetto forse più critico è che secondo l'autorità il livello di Roe delle banche resta inferiore al livello dei costi rispetto al capitale investito. Infine, lo studio rileva una serie di altri rischi, da quelli legati all'information technology a quelli sui cyberattacchi, che riflettono anche la necessità di aggiornare i sistemi tecnologici interni e l'adattabilità delle banche stesse agli sviluppi innovativi.