23 aprile 2024
Aggiornato 07:30
La Fed temporeggia

Fed, tassi invariati ma la stretta si avvicina

La Fed ha lasciato i tassi invariati per la sesta volta consecutiva. La presidente Janet Yellen preferisce aspettare e mantenere il costo del denaro allo 0,25%. Ma un rialzo è sempre più probabile e imminente

NEW YORK – La Federal Reserve lascia i tassi invariati per la sesta volta di fila. Negli Stati Uniti il costo del denaro resta dunque fermo allo 0,25-0,5%. La presidente Janet Yellen apre però a una stretta entro la fine dell'anno.

La Fed ha lasciato i tassi invariati
La Federal Reserve preferisce aspettare. La banca centrale americana ha lasciato i tassi invariati per la sesta volta consecutiva. Come avevamo già avuto modo di anticipare, il costo del denaro resta fermo allo 0,25-0,5%. Tutto è rimandato al prossimo meeting, quello di novembre. Ma anche in questo caso è molto probabile che la presidente Janet Yellensceglierà di adottare un approccio prudente in vista del risultato delle elezioni presidenziali. L'ultima stretta monetaria risale al dicembre 2015, quando i tassi vennero toccati per la prima volta dal giugno del 2006.

Yellen preferisce aspettare
A spiegare le ragioni della scelta della Fed è la stessa presidente Yellen in conferenza stampa: «Le condizioni per un rialzo dei tassi si sono rafforzate», ha detto usando le stesse parole del discorso di Jacson Hole, in Wyoming. Ma ha aggiunto che la banca centrale americana resta in attesa di «ulteriori prove del progresso continuo» dei due obiettivi che è chiamata a raggiungere: la piena occupazione e la stabilità dei prezzi. «La decisione di non alzare i tassi non è il riflesso di una scarsa fiducia» nell'economia americana, chiarisce Yellen.

Il Fomc ha deciso a maggioranza
La prima donna alla guida della Fed si dice infatti «generalmente contenta di come sta evolvendo» la congiuntura economica Usa. Inoltre, anche le variabili esogene fanno meno paura, visto che l'incognita Brexit sembra ormai essere stata metabolizzata dai mercati. A scanso di equivoci e illazioni, la presidente Yellen ne ha approfittato per fare chiarezza su altri due punti. Il primo riguarda le divisioni dentro l'Fomc (il braccio operativo della Fed).

La risposta di Yellen a Trump
L'altro riguarda invece la permeabilità della banca centrale americana alle influenze politiche. Janet Yellen ha chiarito che sette membri contro tre - Esther George (Fed Kansas City), Loretta Mester (Fed Cleveland) e Eric Rosengren (Fed Boston) - hanno votato a favore dello status quo: cioè la maggioranza del Fomc. Per quanto riguarda la seconda questione, invece, ha sottolineato in risposta alle critiche di Donald Trump che la Fed «non discute di politica e non la prende in considerazione».

Si avvicina il rialzo dei tassi
Interpellata sul tema, la presidente ha ricordato che «il Congresso ha saggiamente deciso che la Federal Reserve è indipendente isolando la sua politica monetaria da pressioni politiche di breve termine». Nonostante l'approccio prudente adottato fin qui, però, gli analisti sono concordi nel ritenere che una stretta monetaria sia in arrivo. Anche perché nella riunione di ieri si è discusso proprio della «tempistica» di un possibile rialzo dei tassi. Non a caso le probabilità di un rialzo a dicembre - così come misurate dai future sui Fed Funds - sono balzare al 60%.