29 marzo 2024
Aggiornato 10:30
Dati Ocse

Ocse, all'Italia va la maglia nera per la (non) crescita. L'economia si sta indebolendo

L'Italia ha conquistato la maglia nera dell'Ocse per quanto riguarda la crescita economica. Anche i dati degli altri paesi monitorati subiscono una flessione, ma il Belpaese ha registrato il calo più marcato. La performance migliore, invece, è quella del Regno Unito

I dati Ocse registrano un rallentamento della crescita italiana.
I dati Ocse registrano un rallentamento della crescita italiana. Foto: Shutterstock

MILANO – La brusca frenata della crescita italiana preannuncia il persistere della sua debolezza anche per i prossimi mesi. A confermarlo è la nuova flessione del superindice previsionale dell'Ocse sull'economia del Belpaese. La Penisola ha accusato il calo più marcato tra tutti i paesi monitorati.

Italia maglia nera dell'Ocse
Il Composite leading indicators (Clis) per l'intera area Ocse ha segnato un meno 0,04 per cento a luglio rispetto al mese precedente e un meno 0,47 per cento su base annua. Si tratta di una lieve flessione, ma è l'Italia ad aver accusato il calo più marcato registrando un meno 0,22 per cento e un meno 0,54 per cento su base annua. E' il calo più pesante tra tutti i paesi monitorati e l'ente parigino, mediante comunicato, parla di un «grave rallentamento dello slancio» nella Penisola.

I dati degli altri paesi monitorati
Significativo è comunque anche il calo sulla Francia, pari a meno 0,11 per cento su base mensile a fronte di un più 0,03 per cento nel confronto annuo. Per quanto riguarda la Germania, il Clis ha mostrato un marginale meno 0,02 per cento mensile e un meno 0,32 per cento su base annua. Mentre sulla media dell'area euro il calo è stato dello 0,08 per cento su base mensile e dello 0,30 per cento nel confronto annuo.

La volatilità post-Brexit si è ridotta
L'Ocse sottolinea di aver sospeso appositamente per due mesi la pubblicazione dei dati di questo indicatore - che punta a anticipare le fasi di svolta, positive o negative, dell'economia - in modo da fotografare meglio le ricadute del referendum sulla Brexit in Gb e negli altri Paesi. E ora l'analisi dei dati rileva che «sebbene permanga incertezza sulla natura dell'accordo che il Regno Unito potrebbe raggiungere con l'Ue, la volatilità che era emersa nelle settimane immediatamente successive al voto sembra essersi ridotta».

La performance migliore è quella del Regno Unito
Il superindice per il Regno Unito ha peraltro registrato un lieve incremento mensile su luglio, un più 0,04 per cento a fronte di un meno 1,09 per cento su base annua, che è però il più forte tra tutti i paesi elencato. L'organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico prevede che se la situazione si confermerà come quella attuale nei mesi a venire, nel Regno si profila un rallentamento della crescita seguito da una stabilizzazione sul finale d'anno.