Dalla Brexit al disgelo con la Turchia, ecco come ci guadagna l'economia russa
Il disgelo tra Mosca e Ankara potrebbe ridisegnare gli equilibri economico-politici del continente. In ballo ci sono il progetto del gasdotto "Turkish Stream" e la costruzione della prima centrale nucleare turca per mano russa
ROMA – Domani il ministro per lo Sviluppo Economico russo, Alexei Ulyukayev, si incontrerà con il collega turco, Nihat Zeybekci, a Mosca. E' un'altra importante tappa nella strategia di riavvicinamento tra la Russia e la Turchia decisa da Vladimir Putin e Recep Tayyip Erdogan dopo mesi di crisi nei loro rapporti bilaterali. Una buona notizia per l'economia russa che potrebbe significare una battuta d'arresto in termini geopolitici per l'Occidente.
Il disgelo tra Mosca e Ankara
Mosca e Ankara sono sempre più vicine. Il nuovo corso delle relazioni tra la Russia di Vladimir Putin e la Turchia di Recep Tayyip Erdogan è già in atto e le conseguenze di questo riavvicinamento investiranno anche l'Occidente. Non si tratta solo di geopolitica, perché in ballo ci sono importanti interessi economici per tutto il continente. Proprio mentre l'UE vacilla e trema sotto il peso della Brexit, che rischia di innescare un effetto domino e portarla alla dissoluzione, Mosca e Ankara si scoprono più alleate che mai e domani i ministri per lo Sviluppo Economico dei due paesi si incontreranno nella capitale russa.
Il progetto sospeso del Turkish Stream
In ballo c'è il «Turkish Stream», il gasdotto di stampo Gazprom che secondo i piani originari dovrebbe attraversare il Mar Nero e avere una portata di 63 miliardi di metri cubi di gas all'anno. Il suo progetto è stato sospeso dopo l'abbattimento di un aereo russo da parte di un caccia turco e l'inizio della crisi diplomatica tra i due paesi. Ma ora i tempi sembrano maturi per una ripresa della cooperazione. La realizzazione della reciproca soddisfazione economica fa gola sia a Mosca che ad Ankara.
La costruzione della prima centrale nucleare turca
Per la Russia il «Turkish Stream» significa la possibilità di esportare una elevata quantità di gas, senza passare per l'Ucraina, sia verso l'UE che verso la Turchia. Per Ankara, invece, significa potersi assicurare un adeguato fabbisogno energetico e l'intrinseco rafforzamento dell'asse russo-turco che si sta delineando all'orizzonte. Ma c'è anche dell'altro in ballo. La costruzione della prima centrale nucleare turca per mano russa. Si tratta di due progetti economicamente rilevanti e destinati a mutare non solo i rapporti bilaterali tra Mosca e Ankara, ma anche gli equilibri geopolitici del continente, insieme all'incognita Brexit.
La tesi di Nouriel Roubini
Secondo l'economista americano di fama mondiale Nouriel Roubini, infatti, l'esito del referendum inglese potrebbe determinare la dissoluzione dell'Unione Europea innescando un effetto domino. Come riporta Russia Beyond The Headlines, Roubini sostiene che gli effetti della Brexit resteranno circoscritti a livello regionale, cioè al mercato comunitario, senza varcare i confini del continente. Non ci sarebbe, insomma, il rischio di una seconda crisi globale. Ma può provocare il crollo degli accordi di Schengen e ridefinire i ruoli delle superpotenze nello scacchiere internazionale a vantaggio della Russia.
L'economia russa è molto più stabile
Durante la conferenza che ha tenuto al Congresso finanziario internazionale di San Pietroburgo, l'economista americano ha sottolineato che l'economia russa ora è molto più stabile e potrebbe trarre vantaggio dai conflitti in seno all'UE. Nonostante i problemi strutturali tutt'ora esistenti, infatti, «il quadro macroeconomico è molto meno fragile» rispetto a qualche anno fa e la crescita potrebbe assestarsi tra l'1 e il 2% nel prossimo futuro. Roubini ha spiegato che, a differenza dell'Arabia Saudita, la Russia si è resa conto che il crollo del prezzo del greggio è uno shock permanente ed è stata capace di correre ai ripari cambiando la sua strategia di politica economica e orientandola più verso il controllo della stabilità dei prezzi interni. Il nuovo corso delle relazioni diplomatiche con Ankara potrebbero giovare molto allo sviluppo dell'economia russa, e rivelarsi invece una battuta d'arresto economico-politica per l'Occidente, come riporta Asia Times. Non a caso il disgelo tra la Russia e la Turchia sta destando la preoccupazione di Washington.
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