18 aprile 2024
Aggiornato 21:00
I vertici mondiali

Brexit e Turchia irrompono al G20 di Chengdu

Dall'Italia giungeranno il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, e il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco. E al vertice sarà presente anche il presidente della Bce, Mario Draghi, dopo che giovedì il direttorio ha rinviato a settembre qualunque decisione su ipotetiche reazioni monetarie alla Brexit.

CHENGDU - Non sono menzionati nell'agenda ufficiale, ma con ogni probabilità Brexit e Turchia saranno i temi dominanti del vertice finanziario del G20 che domani e domenica si svolgerà a Chengdu, nel cuore sudorientale della Cina continentale. Non foss'altro perché sarà l'occasione di avere un aggiornamento in diretta dal neo ministro delle Finanze britannico, Philip Hammond, e dal suo omologo turco, Naci Agbal, sulle rispettive situazioni.

Crolla l'attività delle imprese britanniche
Entrambi cercheranno di rassicurare, a fronte di sviluppi che tuttavia appaiono allarmati. In Gran Bretagna l'attività delle imprese è letteralmente collassata dopo il voto per la Brexit, finendo bruscamente ai minimi da 7 anni a questa parte, secondo le indagini congiunturali a livelli che non si vedranno dall'aprile 2009, in piena crisi finanziaria ed economica globale.
Intanto giungono nuovi segnali di fragilità dal settore immobiliare: un indice sulle aspettative dei prezzi degli immobili delle famiglie è virato in direzione contrattiva per la prima volta dal 2013. Il tutto dopo che a seguito del voto referendario sono fioccati i congelamenti ai ritiri di quote da parte di molti fondi immobiliari del Regno.
Hammond, affiancato dal governatore della Banca d'Ighilterra Mark Carney dovrà innanzitutto rassicurare sul fatto che la situazione è sotto controllo. E poi illustrare come Londra pensi di procedere ad una procedura di negoziato e uscita dall'Ue in maniera il più possibile ordinata e indolore. Tuttavia ad oggi il Regno Unito ha semplicemente preso tempo, a riprova del fatto che non è per nulla chiaro quale sarà il percorso.

Non meno semplice è il compito del ministro turco
Solo oggi, dopo quattro sedute consecutive in caduta, la Borsa di Istanbul è riuscita a mettere a segno un tentativo di stabilizzazione, con un più 0,20 per cento dell'indice Bist 100. Ma non sono mancate le incursioni negative e la lire turca resta bersagliata da forti pressioni, con il dollaro vicino ai massimi storici.
Ancor più del presunto tentativo di golpe militare di venerdì scorso, gli operatori di mezzo mondo appaiono allarmati dalla massiccia campagna di epurazioni lanciata dal regime del presidente Erdogan, con decine di migliaia di arresti e destituzioni di presidi, insegnanti e rettori di università. Ad Agbal il non facile compito di spiegare ai partner del G20 il perché di questa caccia alle streghe.

I guai giudiziari di Christine Lagarde
Anche la direttrice del Fmi, la francese Christine Lagarde, causa vicende giudiziarie nella madre patria, potrebbe trovarsi a presenziare le riunioni con meno disinvoltura del suo solito. La Corte di Cassazione transalpina ha convalidato il suo rinvio a giudizio per un arbitrato del 2008 che ricoprì di danari il controverso finanziere Bernarde Tapie, quando lei ricopriva la carica di ministro delle Finanze. Viene accusata di negligenza, ma il suo legale ha assicurato che il procedimento non accerterà responsabilità a suo carico e il board del Fmi le ha confermato la fiducia.

Dall'Italia Padoan e Visco
Infine, non sarà facile nemmeno per la presidenza cinese gestire un vertice con due capitolo così rumorosi non ufficiali. Nella conferenza stampa di presentazione dei lavoro, il ministro Li Keqiang ha pensato bene di mettere subito le mani avanti avvertendo che non si può pensare che la Cina da sola si faccia carico dei bilanciare delle ricadute negative di questi sviluppi sull'economia mondiale. Ma questo nessuno lo pretenderebbe, in realtà.
Dall'Italia giungeranno il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, e il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco. E al vertice sarà presente anche il presidente della Bce, Mario Draghi, dopo che giovedì il direttorio ha rinviato a settembre qualunque decisione su ipotetiche reazioni monetarie alla Brexit.