29 marzo 2024
Aggiornato 14:00
Costo del denaro invariato a 0,05%

La Bce conferma i tassi, Draghi: «La ripresa c'é ma i paesi devono sostenerla»

Mario Draghi ha riferito le previsioni dei tecnici, che hanno rivisto al ribasso le stime di inflazione dell'area euro. Assieme a piani di bilancio chiede che si vada avanti con le riforme

ROMA (askanews) - I tassi di interesse ufficiali dell'area euro sempre inchiodati al minimo storico dello 0,05 per cento. Come ampiamente atteso, alla prima riunione dopo la pausa estiva il Consiglio direttivo della Bce ha deciso di confermare lo status quo. L'incontro ha consentito di esaminare i recenti sviluppi turbolenti dei mercati globali e i segnali di rallentamento dell'economia, giunti specialmente dalla Cina laddove finora le indagini sull'area euro hanno segnalato una tenuta della crescita.

L'attesa per la conferenza stampa di Draghi
In agenda c'era poi il caso Grecia, con il nuovo piano di aiuti concordato nel corso di agosto con l'Ue e la possibilità che ora la Bce torni a concedere delle esenzioni sui requisiti minimi di rating per i titoli di Stato greci. Il cosiddetto "waiver", che consentirebbe alle banche di usare i bond greci come garanzia per ottenere i finanziamenti della Bce stessa e, in prospettiva, di includere le emissioni elleniche in quelle acquistate dall'istituzione con il suo programma di quantitative easing da 60 miliardi di euro al mese. Per fare il punto della situazione Mario Draghi ha tenuto la consueta conferenza stampa, nel giorno del suo 68esimo compleanno. Draghi ha ricevuto i giornalisti alle 14 e 30 e illustrato anche le previsioni aggiornate dei tecnici della Bce su crescita economica e inflazione.

Draghi: Stime al ribasso per l'Eurozona
Mario Draghi ha riferito le previsioni dei tecnici, che hanno rivisto al ribasso le stime di inflazione dell'area euro. Ora sul 2015 stimano una crescita media dei prezzi limitata allo 0,1 per cento, sul 2016 un più 1,1 per cento e sul 2017 un più 1,7 per cento. Inoltre, hanno rivisto al ribasso anche le previsioni di crescita economica dell'Eurozona: sul 2015 al più 1,4 per cento, sul 2016 al più 1,7 per cento e sul 2017 al più 1,8 per cento. Nelle ultime settimane sono «emersi rinnovati rischi al ribasso su crescita e inflazione», ha spiegato il presidente, nella conferenza stampa al termine del Consiglio direttivo. Tuttavia i banchieri centrali hanno «giudicato prematuro valutare» se questi sviluppi «avranno effetto stabili» sull'inflazione dell'area euro o se solo di natura transitoria.

Nessun effetto destabilizzante sulle economie europee
Nonostante le stime negative, la Banca centrale europea non ravvisa ricadute «destabilizzanti» delle recenti turbolenze dei mercati sulle grandi banche europee di cui ha la vigilanza. «Per quanto ci compete - ha detto il presidente Mario Draghi  - non abbiamo osservato effetti destabilizzanti sulle banche dell'area euro. E' vero che la volatilità e i premi di rischio sono cresciuti ma al tempo stesso non abbiamo osservato nel settore bancario un aumento del ricorso alla leva finanziaria. Parlo delle istituzioni soggette alle nostra vigilanza». Ma è anche vero che nelle ultime settimane si è verificato «un peggioramento della situazione in diverse economie emergenti ed è improbabile», ha avvertito il presidente della Bce Mario Draghi, che questa situazione «segni velocemente una inversione».

Necessario attuare con determinazione le decisioni di politica monetaria
Al Consiglio direttivo di oggi «non c'è stata alcuna discussione» sull'ipotesi di modificare l'ammontare totale o la rapidità del programma di acquisti di titoli della Bce: ha precisato ancora Draghi, nella conferenza stampa al termine del Consiglio direttivo. I rischi di possibile indebolimento di economia e prezzi dell'area euro però rendono «necessario attuare con determinazione le decisioni di politica monetaria» precedentemente prese e inoltre bisognerà «monitorare attentamente tutte le nuove informazioni» per valutare il loro eventuale impatto sull'area valutaria, ha concluso il presidente.