26 aprile 2024
Aggiornato 22:00
Il Ministro bacchetta Bruxelles

Padoan: «L'Europa sbaglia tutto sulla crescita»

Il ministro dell'Economia, in occasione della Conferenza interparlamentare sul fiscal compact alla Camera, afferma che la strada finora intrapresa dall'Europa non sarebbe quella giusta: si è di fronte a un bivio, ora bisogna prendere il «sentiero della crescita» e rilanciare l'Economia.

ROMA - In occasione della Conferenza interparlamentare sul fiscal compact in Aula alla Camera il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, si esprime sulle difficoltà che i governi europei stanno incontrando nella coordinazione delle manovre per la ripresa, sempre più complesse e difficoltose nella gestione. «C'è una combinazione molto preoccupante fra alta disoccupazione e bassa crescita, e bassa o nulla inflazione», afferma il ministro. 

SERVE UNA STRATEGIA - Padoan continua poi ammonendo i governi europei e sollecitandoli affinché mettano in campo tutti gli strumenti possibili per far ripartire la crescita: «Non ci sono scorciatoie per la crescita, non ci sono singole misure, ma serve una strategia. Occorre agire da tutti i lati, dal lato dell'offerta e dal lato della domanda. Occorre mettere in campo tutti gli strumenti che i governi hanno a disposizione per rimettere in moto la crescita». Servono riforme organiche per riavviare l'economia e, secondo le parole del ministro, è necessario procedere con un «utilizzo accorto e articolato delle riforme strutturali che sono la vera sfida che aspetta l'Europa e questo Paese».

BASTA AUSTERITÀ, ORA IL 'POLICY MIX' - La tanto abusata "austerità" è - a detta del ministro dell'Economia - ormai una pratica superata: «Se nel dibattito sulla politica economica dovessimo identificare» un nuovo approccio, questo dovrebbe essere «policy mix» e «non più solo austerità», e sottolinea ancora il ministro che bisogna fare «un miglior uso di tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione". 

MANOVRE SEMPRE PIÙ DIFFICILI - Lo scenario non è affatto confortevole, ma il ministro evidenzia l'importanza di andare avanti con le manovre, che, seppure particolarmente ostiche da mettere in pratica, risultano comunque necessarie: «Il quadro macroeconomico oggi è di semi-stagnazione e di inflazione decisamente troppo bassa per rassicurarci e in questo contesto tutte le manovre di aggiustamento sono più difficili, ma noi continueremo a perseguirle»

SCENARIO MUTATO, MA FISCAL COMPACT NECESSARIO «Bisogna riconoscere - ha aggiunto il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan - che il fiscal compact è stato concepito in un contesto in cui il quadro macroeconomico era più favorevole di quello attuale e andrebbe tenuto conto del nuovo quadro macroeconomico e delle circostanze eccezionali soprattutto per alcuni Paesi nella valutazione e nell'applicazione di questo strumento, che rimane essenziale e va reso più potente ed effettivamente più orientato alla crescita».

PROBLEMI PROFONDI E ANOMALI - Secondo quanto affermato da Padoan, i principali organismi internazionali, negli ultimi mesi, «hanno dovuto ripiegare su se stessi per quanto riguarda le stime di crescita che si sono rivelate eccessivamente ottimistiche fino a pochi mesi fa, la crescita si è dovuta spostare di là nel tempo, ma alcune cause profonde della mancanza di crescita non sono ancora ben comprese da tutti noi». Ed ha aggiunto: «I problemi che abbiamo di fronte sono ben più profondi di un semplice andamento ciclico anche se pronunciato».

IL SENTIERO DELLA CRESCITA - L'Europa si trova «di fronte a un bivio» e per superare la crisi «deve saltare su un sentiero di crescita». «Non sono in grado di fornire interpretazioni più approfondite della situazione in cui ci troviamo ma sono convinto che l'Europa si trovi di fronte a un bivio - ha detto Padoan - un bivio che riguarda due sentieri possibili che ci potranno accompagnare nei prossimi anni a venire. Possiamo immaginare l'Europa dei prossimi anni in continua stagnazione e bassa crescita senza significativi contributi alla creazione di occupazione, oppure possiamo immaginare che finalmente l'Europa sia in grado di saltare su un sentiero diverso di crescita, e che sia in grado di produrre ricchezza e possibilità di lavoro ai giovani e non solo». A conclusione della conferenza, il ministro dell'Economia ha sostenuto che «la differenza di questi due scenari sta nell'attivazione o meno di politiche adeguate di ritorno alla crescita».