Centrodestra: basta con l'articolo 18
Il centrodestra è compatto nel ritenere necessaria l'abolizione dell'articolo 18. Per Brunetta si tratta di «un'anomalia tutta italiana», e Sacconi (Ncd) si «fida di Renzi», che ha intrapreso la strada giusta, e delle istituzioni internazionali che si aspettano dall'Italia questo cambiamento.
ROMA - La commissione Lavoro del Senato si riunirà alle ore 13,30 e non è escluso che oggi stesso si chiuda l'esame del testo per l'approdo in Aula tra martedì e mercoledì della prossima settimana. All'appello manca il voto sugli emendamenti all'articolo 4, compreso il testo presentato ieri dal governo sul contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti che qualche mal di pancia ha creato nel Pd. Entro la mattinata sono attesi i pareri della commissione Bilancio e della commissione Affari costituzionali. Nel frattempo, il centrodestra è compatto nel ritenere necessaria l'abolizione dell'articolo 18.
BRUNETTA: IL REINTEGRO È UN'ANOMALIA ITALIANA - «Stamattina ho letto un articolo sul quotidiano di Confindustria che, in merito al dibattito intorno all'articolo 18 e al reintegro obbligatorio o all'indennizzo, titolava: "Nel resto d'Europa le tutele sono di natura monetaria. Poi alle 9.05 ascolto la trasmissione "Mix 24' di Giovanni Minoli, trasmessa dalla radio del "Gruppo 24 Orè e mi accorgo che le tesi supportate sono completamente diverse», ha dichiarato in una nota Renato Brunetta, presidente dei deputati di Forza Italia. «Minoli, nella sua trasmissione - ha continuato Brunetta nella sua ricostruzione - mi contesta citando uno studio di "Pagella politica secondo il quale il reintegro obbligatorio, come in Italia, esiste anche in Austria, Germania, Paesi Bassi, Portogallo, Polonia e Repubblica Ceca. Sbaglia Pagella politicà e sbagliano Giovanni Minoli. Oltre a riportare l'articolo del quotidiano di Confindustria - ha aggiunto - io rispondo che, da uno studio della Camera dei deputati, condotto sulla legislazione straniera in tema di mercato del lavoro, emerge proprio quello che avevo sostenuto a "Ballarò", vale a dire che il diritto al reintegro del lavoratore licenziato senza giusta causa è una anomalia tutta italiana, in quanto negli altri Paesi europei non c'è mai solo l'obbligo per legge di reintegro, bensì sempre l'opzione per l'indennizzo. Come spiega, riportando alcuni Paesi come esempio, lo stesso "Sole 24 Orè di oggi. Un auspicio: che alla redazione di "Mix 24', oltre che a leggere "Pagella politicà, studino un pò di più sulle fonti giuridiche o, quanto meno, leggano "Il Sole 24 Orè».
SACCONI (NCD): MI FIDO DI RENZI - «È la migliore soluzione che io potessi auspicare. Non solo come parte politica, ma come persona che ha vissuto un lungo periodo di riforma del lavoro, segnato dalla vicenda tragica di Marco Biagi, dalla sua idea di cambiare lo Statuto dei lavoratori». Lo afferma in un'intervista al Corriere della Sera Maurizio Sacconi, Ncd, presidente della commissione Lavoro al Senato e già ministro del Lavoro che non ha mai fatto mistero del suo desiderio di abolire l'art. 18 dello Statuto. «Il Jobs act, come emendato dal governo - ha spiegato - consegna ad esso la possibilità di scrivere quel testo unico semplificato, a riforma dello Statuto dei lavoratori, che avevamo auspicato, cambiando tre articoli-chiave: il 4 (controlli a distanza), il 13 (mansioni) e il 18 (licenziamento). Un terno secco». La delega quindi «ora è molto chiara. Certo il diavolo può stare nei particolari, e il diavolo qui sono i decreti legislativi che seguiranno...». In ogni caso, ha chiarito Sacconi, «io mi fido di Renzi. In un'intervista disse che riformare l'articolo 18 è "la direzione di marcia", nel discorso sui Millegiorni alle Camere è stato esplicito. E mi fido anche perchè tutte le istituzioni sovranazionali attendono dall'Italia questo cambiamento di verso: Bce, commissione Ue, Ocse, Fondo monetario».
IL REINTEGRO SPARIRÀ - Sacconi ha spiegato che la formula adoperata nella delega porterà con certezza all'abolizione dell'articolo 18, cioè del diritto al reintegro, «non solo perchè sono messi in discussione i tre articoli-chiave dello Statuto dei lavoratori ma anche perchè nello specifico, sul 18, è cambiata la formula contenuta nella delega». Prima, ha aggiunto, «si parlava di contratto d'inserimento, evocando due fasi del rapporto di lavoro, quella iniziale di apprendimento e quella successiva a regime. Ora invece si parla del tipico contratto a tempo indeterminato che diventa a tutele crescenti. Dove per queste s'intende che l'indennizzo in caso di licenziamento sarà proporzionato all'anzianità di servizio. Sparisce il reintegro. Non abbiamo discusso poco su questa formula e il compromesso raggiunto con il governo sta nel fatto che questo nuovo contratto riguarderà solo le nuove assunzioni, indipendentemente dall'età».
LEGA NORD: CI BATTIAMO ANCHE PER GLI ESODATI - «La Lega Nord vigilerà affinchè il governo non disattenda ancora una volta gli impegni assunti in sede parlamentare e le promesse fatte a mezzo stampa, e inserisca nella legge di Stabilità la soluzione definitiva alla vicenda degli esodati tenendo conto di tutte le categorie dei soggetti coinvolti», scrivono in una nota congiunta i capigruppo della Lega Nord delle commissioni Lavoro di Senato e Camera, Emanuela Munerato ed Emanuele Prataviera. «È inaccettabile che questa maggioranza, che spende dieci miliardi all'anno per l'immigrazione clandestina, non tuteli i propri lavoratori che si trovano in condizioni di povertà a causa di un improvviso cambio delle regole di accesso alla pensione. La Lega Nord, da sempre, si è schierata per la tutela di tutti gli esodati», concludono i due parlamentari.
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