Il New York Times «attacca» l'UE guidata dalla Germania: «Cambiate medicina»
Editoriale della prestigiosa testata americana: «L'economia dell'Eurozona sta di nuovo arretrando? È un esito del tutto prevedibile delle politiche sbagliate che i leader europei insistono testardamente a perseguire, nonostante tutte le prove che si tratti della medicina sbagliata. La BCE è stata lenta e timida nell'abbassare i tassi di interesse e nell'acquistare bond, cose che avrebbero aiutato»
NEW YORK - «Nessuno si dovrebbe sorprendere che l'economia dell'Eurozona stia di nuovo arretrando. È un esito del tutto prevedibile delle politiche sbagliate che i leader europei insistono testardamente a perseguire, nonostante tutte le prove che si tratti della medicina sbagliata». Inizia così un editoriale del New York Times, che attacca «l'insistenza dell'Unione Europea, guidata dalla Germania» sulla riduzione da parte dei governi dell'Area euro del loro deficit tagliando la spesa e alzando le tasse, un mix che «ha continuato a impedire una ripresa ulteriore».
Draghi e BCE «timidi» - Secondo il quotidiano poi, la Banca centrale europea (BCE) «è stata lenta e timida nell'abbassare i tassi di interesse e nell'acquistare bond, cose che avrebbero aiutato». Inoltre «l'Europa ha permesso ai problemi delle banche di inasprirsi», come dimostrato dal salvataggio lanciato al portoghese Banco Espirito Santo.
«Grandi cambiamenti sono chiaramente necessari», afferma l'editoriale in cui si chiede alla Bce un piano come quello adottato dall'americana Federal Reserve, ossia l'acquisto di titoli di stato e di altre tipologie di bond «per abbassare i tassi di interesse e incoraggiare le banche a concedere più prestiti a imprese e consumatori». Il governatore della BCE, Mario Draghi, bacchetta la testata: «ha sostenuto che i governi debbano adottare più misure pro-crescita», ma «non può ignorare le proprie responsabilità».
Serve maggiore flessibilità - Riconoscendo però che «le politiche monetarie da sole non saranno sufficienti per fare riprendere l'economia europea», il NY Times sostiene che anche le politiche fiscali «vanno naturalmente ripensate e riviste» e che i «governi hanno bisogno di maggiore flessibilità». Nell'editoriale si chiede espressamente un cambiamento di atteggiamento da parte di Berlino e della leadership dell'UE.
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