20 aprile 2024
Aggiornato 01:30
Calcio | Nazionale

Milan: la verità e la bugia di Rino Gattuso

L’analisi del momento rossonero da parte dell’allenatore calabrese evidenza una verità ma anche un’innegabile bugia: l’attuale rosa del Milan non è ancora all’altezza di una squadra con ambizioni importanti.

L'allenatore del Milan Rino Gattuso
L'allenatore del Milan Rino Gattuso Foto: ANSA

MILANO - La sconfitta dell’Allianz Stadium contro la Juventus ha lasciato in dote elementi importanti da analizzare per la dirigenza rossonera e per lo staff tecnico di Milanello. Almeno un paio evidenziati da mister Gattuso a caldo dopo Juventus-Milan con sottolineature importanti, anche se non del tutto sincere.
Partiamo dal presupposto che ci sono due partite da analizzare: la partita prima del gol di Cuadrado e quella dopo. Fino al 75’ ci siamo lasciati affascinare e sedurre da una squadra rossonera brillante, capace di mettere in soggezione la squadra sei volte campione d’Italia grazie ad una prestazione intraprendente, audace, baldanzosa. Tipica di un gruppo di giovani talenti alla caccia dell’affermazione definitiva nel regno degli invincibili. Nell’ultimo quarto d’ora gli scenari sono cambiati drasticamente e, ancora una volta, la famelica armata juventina ha prevalso sul Milan, sempre sconfitto da quando i bianconeri si sono trasferiti nello stadio di proprietà.

Aspetti da migliorare
Al termine del match l’allenatore rossonero ha provato ad analizzare la pesante ed indigesta battuta d’arresto indicando come variabile decisiva ai fini del risultato finale la differente fisicità delle due squadre: «Tutti si ricorderanno solo del risultato quindi della soddisfazione di aver giocato bene non me ne può fregar di meno. Sono molto arrabbiato. La differenza l’ha fatta la fisicità, non la qualità. In questo momento siamo lontani da quella della Juventus. Non riusciamo a reggere l’urto».
Un concetto spedito forte e chiaro a casa Calhanoglu: «Abbiamo perso tutti insieme ma ci sono atteggiamenti da migliorare. Mi sono arrabbiato con Hakan perchè quando si perde palla non ci si ferma a discutere ma si inseguono gli avversari».

La verità…
Infatti è stato proprio il turco a perdere il pallone fatale da cui è partita l’azione che ha portato la Juventus al gol del raddoppio con Cuadrado. Un pallone lasciato per strada per stanchezza, per mancanza di energia e lucidità, che i famelici juventini hanno trasformato in oro. Un problema quello del turco condiviso con la maggior parte dei rossoneri, arrivati a fine partita letteralmente con la lingua per terra. Rino Gattuso ha battuto forte su questo tasto, imputando la sconfitta allo strapotere agonistico dei bianconeri rispetto ai milanisti e indicando la strada ai suoi ragazzi per alzare ulteriormente l’asticella: affrontare alla pari questi avversari eliminando la differenza di fisicità che ancora sussiste.

…e la bugia
Tutto vero, ma questa analisi nasconde anche un’altra chiarissima indicazione e un conseguente ineluttabile destino. La sensazione sempre più forte è che ancora una volta lo switch decisivo della serata, più che per stanchezza sopraggiunta dei milanisti, sia arrivato grazie ai cambi della Juventus. Non tanto per l’ingegnosità del tecnico livornese che ha deciso le sostituzioni quanto per la ricchezza e la qualità dell’infinita rosa bianconera. Se il tecnico del Milan al momento dei cambi può contare su Montolivo e Kalinic e la Juventus invece su Douglas Costa e Cuadrado (e sono rimasti fuori per infortuni vari anche fior di calciatori del calibro di Mandzukic e Bernardeschi) è difficile appellarsi alla condizione fisica. La partita dell’Allianz Stadium ha confermato il gap che esiste tra una squadra con una rosa da scudetto ed un’altra con una rosa da ambizioni Champions. Checchè ne dica Gattuso, la differenza oggi tra Juventus e Milan è tutta lì, nella qualità complessiva dei calciatori.