19 marzo 2024
Aggiornato 06:00
Calcio | Nazionale

Al Milan resta ancora un rebus irrisolto

Fassone e Mirabelli chiamati fin d’ora a cercare di risolvere il rebus che sta caratterizzando l’attuale stagione del Milan: a fronte di investimenti importanti, l’attacco non sta rendendo quanto dovrebbe.

Andrè Silva e Kalinic in primo piano
Andrè Silva e Kalinic in primo piano Foto: ANSA

MILANO - 1x3=0. Si dice che la matematica non è un’opinione, ma per quanto riguarda il gioco del calcio una legge del genere non sempre è valido. Facciamo un passo indietro all’infausta notte londinese che ha visto il Milan capitolare di fronte all’Arsenal e alle indecenti decisione dell’arbitro Ericksson e del suo collaboratore Johannesson. I rossoneri giocano una gran partita, non semplicemente alla pari dei Gunners, molto meglio. Passano in vantaggio grazie a un gol dalla distanza di Calhanoglu, ma avrebbero potuto segnare anche prima, all’alba del match, al termine di una sontuosa azione in velocità sviluppatasi sulla destra e conclusa malamente sul fondo da Andrè Silva.

Episodio inqualificabile
Dopo l’inqualificabile episodio del rigore inventato a seguito dello svenimento del maestro di tuffi Welbeck, però il Milan avrebbe avuto nuovamente l’opportunità di rimettere nel verso giusto il discorso qualificazione. Una prima volta al quarto d’ora della ripresa con Patrick Cutrone, servito da Andrè Silva, ma la semirovesciata del baby bomber - una palla colpita quasi di tibia, anzichè di collo - si è spenta sul fondo. E una seconda volta subito dopo, per la precisione al 68’, quando Nikola Kalinic, subentrato allo stesso Cutrone, è stato raggiunto da un mirabile assist di Leonardo Bonucci ma non ha trovato niente di meglio da fare che colpire debolmente la palla di testa e spedirla tra le braccia del portiere colombiano Ospina.

Un’occasione per tre bomber
Un’occasione a testa per tre centravanti, uguale zero gol. Ora, se in una partita apparentemente difficile, nella quale ci sono da recuperare due reti di svantaggio quindi occorre segnare a tutti i costi, una squadra come il Milan riesce a mettere per ben tre volte il centravanti turno faccia a faccia con il portiere avversario senza mai riuscire a trafiggerlo, ecco, allora abbiamo un problema.
Il solito, ormai ben noto problema che i rossoneri si trascinano da inizio stagione. Malgrado i 68 milioni di euro spesi per acquistare Andrè Silva e Kalinic, il bomber più prolifico del Milan continua ad essere il classe ’98 Cutrone, al quale - anche per una questione anagrafica - siamo tutti propensi a perdonare qualche piccolo errore.

Numeri inaccettabili
Una tolleranza che la tifoseria milanista sta continuando ad estendere anche al centravanti portoghese, pure lui giovanissimo ed alla prima esperienza in un campionato tutto nuovo. La disponibilità nei confronti di Nikola Kalinic è invece definitivamente esaurita. Per l’ex fiorentino è difficile trovare giustificazioni di fronte a certi numeri: 30 partite giocate, tra campionato, Europa League e Coppa Italia, e appena 4 gol segnati, ad una media di una rete ogni 442 minuti giocati. Inaccettabile per un attaccante che si rispetti. 

L’anno che verrà
Ora la questione più delicata passa nelle mani di Marco Fassone e Massimiliano Mirabelli: cosa fare con il terzetto in questione l’anno prossimo? Mantenere il reparto inalterato, confidando nella crescita - che tutti si augurano - di Cutrone e Andrè Silva, e nell’ambientamento definitivo di Kalinic, oppure cambiare strategia e quindi attaccanti?
Una scelta tanto difficile quanto importante: se il Milan quest’anno vive in una sorta di limbo è anche per il rendimento insufficiente dei suoi centravanti, oltre che per l’incapacità di Vincenzo Montella di trovare la chiave giusta per far rendere al meglio la squadra. Sarà il caso quindi di iniziare da subito a fare le opportune valutazioni, per non farsi trovare impreparati a giugno.