9 maggio 2024
Aggiornato 06:30
Calcio | Nazionale

Milan: la terapia Gattuso ha messo tutti d’accordo

La crisi rossonera è solo un brutto ricordo. Al Milan si marcia tutti in un’unica direzione con serenità, convinzione e voglia di lottare. Ma un dubbio resta...

La gioia dei rossoneri dopo il successo sul Bologna
La gioia dei rossoneri dopo il successo sul Bologna Foto: ANSA

MILANO - Era il 10 settembre, giorno della torrenziale tempesta d’acqua abbattutasi su Roma e di Lazio-Milan 4-1, ma soprattutto la data in cui Vincenzo Montella decretava la fine del 4-3-3 che tante certezze aveva donato alla squadra rossonera nei primi 12 mesi di lavoro a Milanello. Inspiegabili le ragioni, se non una tempesta di chiacchiere inutili e insensate portate avanti dai tanti espertoni di calcio che beatificano il nuovo modulo con la difesa a 3 per mettere in condizione i nuovi acquisti del Milan di rendere al meglio. Tra questi, a parte Andrea Conti, purtroppo subito messo ko da un gravissimo infortunio al ginocchio, nessuno è apparso incline al 3-5-2, ma per l’ex tecnico rossonero - e per tutta la sua corte di miracoli di opinionisti, addetti ai lavori e naturalmente tifosi - era arrivato il momento di cambiare. E così è stato. 

Il cambio e la svolta
Da allora un paio di vittorie casalinghe nell’immediato contro Udinese e Spal, frutto più della casualità e dell’entusiasmo di inizio stagione che altro, e un filotto indecoroso di risultati che ha portato all’inevitabile esonero di Vincenzo Montella e alla promozione sulla panchina della prima squadra di Rino Gattuso.
Fatto sta che il buon Ringhio, piedi grossi e cervello fino, dopo un paio di tentativi andati a vuoto contro Benevento e Rijeka in Europa League ha immediatamente ordinato il dietro-front e il ritorno al passato, il tanto caro 4-3-3 che ha come per incanto restituito alla squadra quelle sicurezze ormai smarrite.

Tutti d’accordo
Fin qui nulla di strano, è solo la cronaca del normale percorso di crescita di una squadra. Quello che proprio non riesce ad andarci giù è leggere oggi i tanti sproloqui dei calciatori rossoneri a proposito dell’opportunità di cambiare modulo e tornare a battere sentieri conosciuti. Prima BonaventuraSiamo abituati a giocare così dallo scorso anno. Poi abbiamo cambiato modulo e adesso tornando mi pare si sia fatto bene. Spero che ora si scelga un sistema e si vada avanti così fino in fondo»), poi Montolivo («Abbiamo bisogno di certezze, la difesa a quattro ci dà qualche certezza in più, la difesa a tre la devi allenare bene. Se non fai le scalate bene rischi di difendere a cinque, poi fai fatica a ripartire e fai fatica con tutti. Quest'estate abbiamo fatto il ritiro con un altro modulo, poi ci siamo trovati con la difesa a tre a campionato in corsa ed è stato un problema»), quindi Suso Speriamo di non cambiare più modulo, quest'anno abbiamo fatto troppe formazioni ma credo che questo sia il modulo giusto») e perfino l’agente di Ricardo RodriguezGiocare con la difesa a 4 credo sia stata la medicina giusta e con questo modulo, anche Rodriguez riesce ad esprimersi meglio»).

L’avevamo detto…
Sembra incredibile che adesso tutti i calciatori rossoneri si siano compattati attorno a questo 4-3-3 che dalle pagine del diariodelweb.it avevamo invocato invano fin dai primi giorni di ottobre. Allora la nostra era una voce fuori dal coro, sembrava il delirio di un pazzo. Ora invece tutti pronti a dire che era questa l’unica mossa da fare. Resta solo una curiosità: ma qualcuno dei calciatori del Milan che adesso parla con sicumera di tattica e ruoli ha mai provato, all’interno delle quattro mura di Milanello, a parlarne con Montella? Perchè se la richiesta della squadra era questa fin dal primo momento e il tecnico si è sempre rifiutato di ascoltare il pensiero dei calciatori si tratterebbe di una cosa gravissima. La sensazione, però, è che il coro compatto di disapprovazione nei confronti della difesa a 3 si stia alzando adesso che l’ex aeroplanino è stato esonerato.
Perchè si sa, parlare dopo è più facile per tutti.