Ferrari fantozziana: guasti, ritiro, incidente e rischio penalità
In un weekend in cui era la macchina da battere, la Rossa ha inanellato una serie incredibile di sventure, che hanno messo fuori gioco Raikkonen al via e hanno costretto Vettel ad una clamorosa rimonta. Poi, come se non bastasse, il tedesco è stato tamponato a fine gara, e potrebbe pagarlo...
SEPANG – Il team principal Maurizio Arrivabene era stato inconsapevolmente profetico ieri: «Personalmente non credo alla sfortuna, ma se dovesse esistere allora sarebbe chiaro che con noi si sta impegnando moltissimo». E in effetti è così: quando i weekend nascono male, non si può fare niente per farli girare per il verso giusto. In un Gran Premio di Malesia in cui la Ferrari si era scoperta la macchina da battere, oltre ogni pronostico, la malasorte l'ha sottoposta ad ogni tipo di ostacolo immaginabile. Prima c'è stata la doppia rottura del motore al sabato: la prima ha costretto i meccanici al superlavoro di sostituzione, la seconda ha tagliato fuori Sebastian Vettel dalle qualifiche. Poi un ulteriore guasto alla power unit ha impedito di prendere il via (per la seconda gara di fila) anche all'unico ferrarista superstite in prima fila, Kimi Raikkonen: «Sono sicuro che avrei potuto fare una bella gara, ma poi è venuto fuori dal nulla questo problema», si è rammaricato Iceman. Infine, come se non bastasse, tagliato il traguardo di una gara massacrante, tutta all'inseguimento, Vettel è stato centrato da Lance Stroll nel giro di rallentamento, dovendo parcheggiare la sua macchina a bordo pista e chiedere un passaggio alla Sauber di Pascal Wehrlein per rientrare ai box. «Stavamo tutti andando piano, io mi sono messo in traiettoria esterna ma anche lui si è buttato lì, perché voleva raccogliere i detriti di gomma, ma senza guardare se c'era qualcuno». I commissari hanno messo sotto indagine l'accaduto, poi hanno escluso di dover penalizzare il baby canadese della Williams. Una penalità, però, rischierebbe invece di beccarsela proprio Seb il prossimo weekend in Giappone, se il suo cambio si fosse danneggiato nell'impatto: «Potrebbe essere l'ennesima brutta sorpresa di questo weekend, spero di no perché è stato un incidente davvero inutile», si rassegna il campione tedesco.
Veloce ma fragile
In mezzo a queste sventure, però, il fine settimana della Rossa viene impreziosito da una brillante remuntada di Vettel, la terza più importante della sua carriera: da ultimo sulla griglia di partenza a quarto sotto la bandiera a scacchi. Partito bene, con le gomme più dure, si è fatto strada a suon di sorpassi fino al quinto posto, poi è passato agli pneumatici supersoft con i quali ha inanellato giri veloci in sequenza, fino ad insidiare addirittura la terza posizione di Daniel Ricciardo. Solo la manovra non proprio sportivissima di Fernando Alonso, che nel corso di un doppiaggio si è infilato in mezzo ai due rallentando la Ferrari, gli ha impedito insomma di insidiare il podio negli ultimi giri: «Ho dato il massimo, ma nel finale le gomme stavano iniziando a cedere e non potevamo mantenere il ritmo – racconta il quattro volte iridato – Tuttavia è promettente vedere che la monoposto è veloce, anche se sia io che Kimi abbiamo avuto problemi nel weekend. È stato un weekend difficile, ma almeno sappiamo di avere il passo giusto». Il teutonico, insomma, ha limitato i danni al meglio, con un bottino di dodici punti che, al termine di un GP del genere, era quasi impronosticabile. Resta il comprensibile rammarico per le troppe rotture che hanno impedito alla Scuderia di concretizzare quella vittoria che la macchina sembrava in grado di cogliere: «So bene però che non è l’ideale avere una macchina fuori dai giochi al sabato e una la domenica, quindi c’è qualcosa che dobbiamo capire – ammette Vettel – Finora con l’affidabilità siamo stati piuttosto ben messi, per cui sinceramente non sono molto preoccupato: ma è un problema che dovremo risolvere». E in fretta.