23 aprile 2025
Aggiornato 03:30
La speranza di chi conosce meglio il grande campione

#ForzaMichael: gli amici raccontano Schumacher a tre anni dall'incidente

Il 29 dicembre del 2013, sulle nevi di Meribel, la leggenda della Ferrari era vittima di quel terribile schianto sugli sci da cui ancora oggi sta lottando per riprendersi. Colleghi e collaboratori testimoniano il loro affetto e fanno il tifo per lui

Michael Schumacher ai tempi delle vittorie con la Ferrari
Michael Schumacher ai tempi delle vittorie con la Ferrari Foto: Ferrari

ROMA – Oggi, più che mai, #ForzaMichael! Il 29 dicembre di tre anni fa, la Ferrari e tutti i suoi tifosi furono colpiti dalla notizia del tragico incidente a Michael Schumacher sulle nevi di Meribel. Da quel momento tutti si sono stretti attorno al campione tedesco e alla sua famiglia. Nel corso degli anni Michael, con le sue gare appassionanti e le sue vittorie, ha dimostrato una forza e una determinazione straordinarie e ha conquistato un posto speciale nella storia della Scuderia e soprattutto nel cuore di tutti i suoi tifosi. Così oggi, 36 mesi dopo quel giorno terribile, la Ferrari e i suoi appassionati non smettono di fare il tifo per lui, sono vicini alla moglie Corinna e al resto della sua famiglia e lo spronano a continuare a progredire lungo la strada della ripresa.

La sua Ferrari
Dai ferraristi di oggi, come il team principal Maurizio Arrivabene: «Caro Michael, sei e sei sempre stato nei nostri cuori, come uomo e come campione. Anche questa volta sono sicuro che ce la farai e non vedo l’ora di riabbracciarti». Fino a quelli del passato, come l'ex presidente Luca di Montezemolo: «Michael, ti sono sempre vicino, con tanto affetto! Tutta la Ferrari ti sta seguendo con me dai box di questa gara importantissima che sono certo vincerai come i tanti Gran Premi che hai vinto con noi!». Passando per il figlio del fondatore Enzo, Piero Ferrari: «Caro Michael, tanti anni alla Ferrari ti hanno fatto diventare uno di noi. Ci hai fatto emozionare tante volte, ci hai regalato grandi gioie ma quella più grande deve ancora venire: rivederti qui a Maranello insieme alla tua seconda famiglia, quella Ferrari. Ti aspettiamo!». Anche l'attuale direttore tecnico Mattia Binotto ebbe modo di conoscere e lavorare a lungo con Schumi, quando era un semplice motorista: «In questi ultimi giorni ho riguardato tutte le foto e ripescato tutti i ricordi. Michael, dentro l’abitacolo, non lasciavi un centesimo all’avversario. Nei nostri meeting tecnici, mai nulla di scontato. Al mattino, sempre il primo. Nei kart, ci massacravi. A calcio, non lasciavi mai perdere un pallone. Il nostro campione! Ora sono certo che come sempre, non mollerai nessun centesimo, rincorrerai ogni nuovo pallone. Sono certo, vincerai ancora! Forza Michael, a presto! Ti aspettiamo».

Le parole degli altri piloti
Avversari, amici, colleghi: sono tanti i nomi noti accomunati dall’affetto per un pilota protagonista di capitoli indimenticabili nella storia della Ferrari e dell’automobilismo sportivo ma anche per un uomo timido e generoso, determinato e gentile. Felipe Massa fu a lungo suo compagno di squadra in Ferrari: «Caro Michael, mio grande amico, hai fatto tanto per la mia carriera e prego per te ogni giorno. Ho corso nella mia gara di kart con il tuo nome sulla visiera del mio casco, ma ora ti voglio vedere forte più che mai, cosi come sei sempre stato! Ti abbraccio forte!». Ci corsero invece contro Giancarlo Fisichella («Forza Michael, non dimenticherò mai il giro sul cofano della tua Ferrari quando rimasi fermo in pista per un problema ad Hockenheim! Ti aspetto per giocare una bella partita di pallone insieme!»), Jean Alesi («Caro Michael, non passa un giorno a casa senza che io e mio figlio Giuliano parliamo di te, del tuo recupero in cui crediamo e delle volte passate insieme sui go-kart. Adesso ti aspettiamo, e ti vogliamo vedere al più presto su quelle stesse piste di kart per correre un’altra gara tutti insieme!») e anche l'attuale commentatore tecnico della Rai Ivan Capelli: «Caro Michael, sono tanti i momenti che ci hanno visto fianco a fianco. Sulla griglia di partenza al tuo debutto nel 1991 a Spa-Francorchamps. Nel 1992, quando io ero pilota Ferrari e tu hai vinto proprio in Belgio la tua prima gara. Negli anni in cui da commentatore televisivo ho raccontato tutte le tue vittorie in Ferrari. Ti ho vissuto e sentito vicino, come le migliaia di tifosi a cui hai regalato gioie infinite. Per queste sensazioni e capendo il valore delle tue imprese, ad una partita di calcio di beneficenza della nazionale piloti, ti ho chiesto se potevo avere un tuo casco, perché mi avrebbe onorato. Ancora una volta sei riuscito a stupirmi, perché la tua risposta è stata l’ennesima lezione di intelligenza e rispetto. 'Ivano (cosí mi hai sempre chiamato), io ti do il mio casco, ma tu me ne dai uno dei tuoi'. Michael, ti chiedo ancora un regalo. Stupiscimi ancora». E, a proposito di campioni, a fare il tifo per lui c'è anche Niki Lauda, storica bandiera della Ferrari e oggi presidente della rivale Mercedes: «Michael, ogni giorno seguo i tuoi miglioramenti ed ogni giorno ti sono vicino. Spero davvero di poterti parlare molto, molto presto!».

I boss del circus
Ma la sua carriera non ha incrociato solo la Ferrari. Anche l'allora team principal della Benetton, Flavio Briatore, con cui vinse i suoi primi due titoli mondiali, ricorda con affetto i suoi primi passi in Formula 1: «Michael, ricordo ancora la prima notte in bianco passata insieme a Villa d’Este a negoziare con Eddie Jordan e Bernie il tuo trasferimento. Ne hai fatta di strada da allora! Sei andato avanti, anno dopo anno, a conquistare altri titoli. Ora voglio abbracciarti di nuovo, al più presto, proprio come facevamo sempre subito dopo aver vinto un Gran Premio!». Chiosa il patron del Mondiale, Bernie Ecclestone: «Michael, è stata una lunga notte per convincere sia Eddie Jordan a lasciarti andare che Flavio a prenderti, ma tralasciando le ore di sonno perse, ha funzionato bene e sono molto orgoglioso di esserci riuscito. Sono sempre stato un tuo grandissimo tifoso, quindi non deludermi. I miei auguri più sinceri!». Un’ulteriore conferma, anche se non ce n’era bisogno, che il grande cuore della Formula 1 batte sempre per lui. Forza Michael!