19 aprile 2024
Aggiornato 22:00
Futuro nero per il boss rosso

Sergio Marchionne ha deciso: quando farà fuori Maurizio Arrivabene

Il presidente della Ferrari si è convinto: l'unica soluzione per interrompere la crisi della Scuderia è licenziare il team principal. Gli avvocati sono al lavoro per cercare una risoluzione consensuale, che potrebbe arrivare già prima dell'estate

Sergio Marchionne e Maurizio Arrivabene
Sergio Marchionne e Maurizio Arrivabene Foto: Ferrari

Quelle scese dal cielo di Silverstone durante l'ultimo Gran Premio di Gran Bretagna sembrano proprio essere state le proverbiali gocce che hanno fatto traboccare il vaso. Sergio Marchionne ha perso la pazienza: non è più disposto a vedere una Ferrari come quella che, sotto il diluvio inglese, ha portato a casa il bottino più magro di tutta la stagione. E, pur di imprimere una svolta all'inesorabile parabola discendente del team, è disposto addirittura al più clamoroso dei ribaltoni: cacciare il suo pupillo, il team principal Maurizio Arrivabene. Proprio come nel calcio: quando una squadra non funziona, la prima testa che salta è quella dell'allenatore.

La mannaia

Questo, almeno, è ciò che sostiene il re dei siti di indiscrezioni italiani, Dagospia. Che sulle sorti del boss della Scuderia si esercita già da qualche mese, tanto da aver spinto lo stesso Arrivabene, alcuni Gran Premi fa, a sbottare: «La squadra qui non la fa mica Dagospia». Ma la verità è che le voci su un prossimo siluramento del manager bresciano si rincorrono ininterrotte ormai da molto tempo. Le sue strategie discutibili e le sue esternazioni alla stampa, che fanno la felicità dei titolisti dei giornali, non renderebbero però un gran servizio all'unità interna al Cavallino rampante, tanto che di fronte alle ultime figuracce in pista è da tempo partito lo scaricabarile tra i vari reparti. Ironicamente, proprio con una delle sue ultime esternazioni, Arrivabene sembrerebbe aver involontariamente firmato la sua condanna: «Se la Red Bull diventasse il nostro problema è meglio che io stia a casa», aveva scherzato a Montecarlo. Peccato che, nel frattempo, le lattine siano diventate davvero il principale problema della Rossa, come ha dimostrato appunto la gara di Silverstone.

C'è la data

Da qui la presunta decisione del presidente di interrompere anticipatamente il contratto del team principal, che scadrebbe a fine 2018, in concomitanza con la conclusione della super sponsorizzazione del colosso del tabacco Philip Morris, che vale oltre 70 milioni di euro a stagione. Arrivabene, infatti, è storicamente un uomo Philip Morris e proprio nell'azienda svizzera potrebbe ritrovare una collocazione nel caso in cui dovesse lasciare anzitempo Maranello. Il diretto interessato, dal canto suo, non si starebbe opponendo: anzi, sostengono i ben informati, negli ultimi giorni passerebbe più tempo seduto al tavolo con i suoi avvocati e con gli uomini delle risorse umane di Marchionne, in cerca di un accordo consensuale per la risoluzione del rapporto di lavoro, di quanto non ne trascorra in officina con gli ingegneri. E in molti sono pronti a giurare che l'accordo verrà trovato subito prima della lunga pausa estiva della Formula 1, ovvero dopo il Gran Premio di Germania in programma a fine mese, che sarebbe dunque l'ultima gara di Maurizio al muretto della Ferrari. Chi sia destinato a sostituirlo, almeno nell'immediata fase di transizione, è ancora presto per dirlo. Ma non è un segreto per nessuno che, per i prossimi anni, Sergio Marchionne ha già in mente il nome in grado di riportare la sua Scuderia alla vittoria: quello di Toto Wolff, attuale team principal dell'imbattibile Mercedes. Dal quartier generale della Fca a Torino lo avrebbero già contattato in più di un'occasione, e un primo incontro è in effetti già avvenuto allo scorso GP di Baku. Se son rose (rosse) fioriranno.